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Sanità nella BAT, conversiamo con il dott. Dino Del Vecchio

«La politica usa troppo spesso la Sanità». Insufficiente il personale paramedico al Dimiccoli

Incontriamo il dott. Dino Del Vecchio, Presidente Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della BAT

A giudicare dai tanti comunicati stampa, dai commenti pubblicati dai media in questi giorni, possiamo renderci conto della centralità dell'argomento SANITA', anche a livello locale. È giusto che la politica difenda o attacchi dei provvedimenti su tale argomento a seconda delle casacche politiche?
Il senso del mio intervento è esattamente questo. La politica utilizza troppo spesso la sanità per scopi propri e non sempre questi coincidono con l'interesse dei cittadini. Quando ci si occupa di salute è necessario che al centro via siano le persone e i loro bisogni. I tecnici devono consigliare la politica nelle decisioni da prendere, ma troppo spesso sono inascoltati e a prevalere sono interessi elettorali.

La sanità spesso è potere, controllo di pacchetti di voti, di affari. Come ha risposto la classe dirigente provinciale e comunale in questi anni, ai bisogni dei cittadini-pazienti del sistema sanitario pubblico?
La sanità assorbe oltre l'80% del bilancio della Regione . I troppi scandali succedutesi in questi anni sono legati a questi enormi interessi. Noi diciamo che occorre un'opera di moralizzazione del sistema. Maggiori controlli negli appalti , nelle assunzioni, maggiore trasparenza degli atti pubblici, maggiore coinvolgimento degli attori del sistema, maggiore rispetto del merito. Le economie si attuano con la razionalizzazione della spesa non con i tagli. La situazione è migliorata negli ultimi anni, ma molta è la strada da percorrere.

Fino a qualche mese fa, non si parlava che di sede della Asl/Bt a Barletta, anche per motivi di convenienza economica. Il direttore generale della Asl/Bt, dott. Giovanni Gorgoni, intervenendo circa un anno fa ad una seduta del Consiglio comunale di Barletta, si era detto pronto e favorevole a tale trasferimento. Cosa è successo? C'entra la politica in questo?
La politica c'entra sempre. Noi cittadini dobbiamo essere più attenti ai bisogni reali e farci incantare meno dalle sirene del populismo. A Barletta non sono attualmente ed immediatamente disponibili i locali per accogliere la sede ASL. Andria sta provvedendo all'acquisto della sede di Via Fornaci. Questa è la realtà, i fatti. Quando dovessero crearsi i presupposti per scelte diverse e più convenienti se ne riparlerà. Ripeto: dobbiamo essere tutti più attenti a rendere il sistema più sostenibile per tutti, non più conveniente a pochi. Le disfide lasciamole agli studiosi di storia.

Ci illustra, brevemente, la questione del riordino ospedaliero prevista dalla legge regionale? Cosa sta producendo nel territorio della BAT?
A mio parere è in corso un necessario processo di ottimizzazione delle risorse. Qualcuno ha dovuto rinunciare a realtà sanitarie storicamente presenti ma oggi non più sostenibili né economicamente né, soprattutto , idonee dal punto di vista della sicurezza e della qualità delle cure. Quando parliamo di qualità e sicurezza, tutti, prima di protestare per questa o quella chiusura, dovremmo chiederci: ci faremmo curare o faremmo curare i nostri cari in un ospedale con una casistica bassa per quella patologia e con livello tecnologico inadeguato? Chi ha i soldi fa i viaggi della salute, ma non tutti li hanno. Ancora una volta gli interessi particolari hanno prevalso sugli interessi di salute. Alcuni territori politicamente più forti hanno goduto di maggiori garanzie rispetto alla BAT. Abbiamo meno posti letto, meno posti UTIC, meno certezze in tema di edilizia sanitaria. E' vero anche che certe scelte di collocazione di reparti negli ospedali della provincia hanno risentito di spinte localistiche, mi riferisco a Urologia ad Andria, ma anche viceversa alla Stroke Unit a Barletta.

L'ospedale di Barletta ne dovrebbe, in teoria, uscire migliorato. Ma quali sono i principali problemi che lo interessano? Il personale è sufficiente?
L'ospedale di Barletta ha bisogno di personale medico, infermieristico ed ausiliario, subito. Ha bisogno di personale meno stressato, più disponibile, più propenso all'accoglienza del malato, più aperto al territorio e alla continuità delle cure. Abbiamo reparti ed operatori di grande livello ma spesso questo è vanificato da logistica carente e da insufficiente disposizione umana a farsi carico della sofferenza. Anche l'ospedale, come tutte le strutture pubbliche, dovrebbe avere pareti di vetro ed inserirsi in un sistema di controllo della qualità che non sia censorio ma votato al miglioramento delle prestazioni. Senza dimenticare il riconoscimento al merito degli operatori troppo spesso mortificati sia professionalmente che economicamente.

In sintesi: una struttura ben collocata, l'acquisizione di professionisti di alto profilo, l'acquisizione di strumenti di diagnosi d'avanguardia, la voglia di migliorarsi.
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