Territorio
San Procopio, TIMAC e cementeria: le emergenze infinite
Tre grandi questioni che riguardano direttamente le emergenze ambientali della città di Barletta
Barletta - domenica 1 novembre 2015
In questo ultimo periodo tre grandi questioni che riguardano direttamente le emergenze ambientali della città di Barletta si intrecciano ed emergono puntualmente senza che nessun attore politico voglia risolverle. Stiamo parlando della vicenda della Timac con la conseguente bonifica della falda inquinata, della Cementeria Buzzi Unicem e della discarica di rifiuti speciali in località San Procopio. Tutte vicende che ripropongono con forza la grave crisi ambientale che Barletta è costretta ad affrontare quotidianamente senza che ci siano all'orizzonte soluzioni in grado di invertire questa triste rotta. Ultima vicenda (ma non per importanza) che riemerge dopo alcuni rinvii è la questione della discarica di San Procopio con la convocazione della conferenza di servizi lo scorso 21 ottobre per il rinnovo dell'autorizzazione.
«Come Collettivo Exit fin dall'inizio abbiamo affermato che quella discarica deve essere chiusa. Anzi aggiungiamo di più, quella discarica non doveva essere mai autorizzata ad entrare in esercizio perché non rispetta alcuni parametri vista la sua vicinanza al centro abitato di Montaltino,alla vecchia discarica mai bonificata e aggiungiamo noi,all'abitato di parco degli ulivi. Questa è a parole anche la posizione del Sindaco Cascella che nella conferenza di servizi del febbraio scorso manifestò la sua contrarietà arrivando a sconfessare l'allora dirigente Gianrodolfo Dibari».
A quasi un anno di distanza da quella conferenza di servizi la città si aspetta non solo che la Provincia e il suo Presidente Spina prendano una posizione chiara per il rifiuto del rinnovo dell'autorizzazione ma che il Sindaco Cascella si faccia promotore di un'ordinanza per la sua chiusura o per una sospensione dell'attività partendo da un presupposto molto semplice e cioè il principio di precauzione. Un principio che serve a tutelare la cittadinanza da eventuali rischi per la salute e per l'ambiente. Proprio il Sindaco Cascella cerca con poca efficacia di agitare il vessillo della legalità per quanto riguarda le emergenze ambientali ma nel concreto produce molto poco.
Lo stiamo verificando con la questione della Timac e l'inquinamento della falda acquifera con il primo cittadino che invece di chiedere alla Regione la riapertura della procedura di messa in sicurezza del sito con l'inserimento della bonifica,magari da far realizzare agli stessi lavoratori della Timac,si trincera dietro l'ordinanza emessa dalla Provincia che sicuramente rischia di cadere nel vuoto visto che l'azienda ha già affermato che impugnerà l'ordinanza,con il rischio concreto che questa vicenda finisca nelle aule giudiziarie senza mai trovare soluzione. In questo elenco delle crisi ambientali che ricadono sulla nostra città non possiamo dimenticare la Cementeria Buzzi Unicem con il suo triste primato legato al coincenerimento di rifiuti (65.000 t/a).
In questi ultimi giorni qualcuno ha voluto alzare un polverone inutile sulla questione dell'abbattimento della vecchia ciminiera all'interno dello stabilimento facendo cadere in secondo piano il problema principale che riguarda questa azienda e cioè l'autorizzazione ottenuta nel 2012 per poter bruciare 178 tonnellate giornaliere di combustibile da rifiuti. Quel combustibile da rifiuti realizzato da un'altra azienda, la Dalena ecologia,finanziatrice della campagna elettorale del Sindaco Cascella, che da anni tra le proteste ammorba l'aria di chi risiede e lavora nelle sue vicinanze. Proprio la questione del quantitativo giornaliero che la Cementeria brucia è stato oggetto da parte dell'azienda del ricorso presso il TAR, che però, lo ha bocciato e che adesso aspetta la sentenza definitiva presso il Consiglio di Stato.
Crediamo che l'amministrazione Cascella non stia facendo nulla al riguardo, visto che nella sentenza del Tar venivano evidenziate proprio le mancanze dell'amministrazione di Barletta, con il rischio che se il Consiglio di Stato dovesse ribaltare la sentenza del tribunale amministrativo, la Buzzi Unicem non avrà nessun limite giornaliero di rifiuti da bruciare.
«Come Collettivo Exit fin dall'inizio abbiamo affermato che quella discarica deve essere chiusa. Anzi aggiungiamo di più, quella discarica non doveva essere mai autorizzata ad entrare in esercizio perché non rispetta alcuni parametri vista la sua vicinanza al centro abitato di Montaltino,alla vecchia discarica mai bonificata e aggiungiamo noi,all'abitato di parco degli ulivi. Questa è a parole anche la posizione del Sindaco Cascella che nella conferenza di servizi del febbraio scorso manifestò la sua contrarietà arrivando a sconfessare l'allora dirigente Gianrodolfo Dibari».
A quasi un anno di distanza da quella conferenza di servizi la città si aspetta non solo che la Provincia e il suo Presidente Spina prendano una posizione chiara per il rifiuto del rinnovo dell'autorizzazione ma che il Sindaco Cascella si faccia promotore di un'ordinanza per la sua chiusura o per una sospensione dell'attività partendo da un presupposto molto semplice e cioè il principio di precauzione. Un principio che serve a tutelare la cittadinanza da eventuali rischi per la salute e per l'ambiente. Proprio il Sindaco Cascella cerca con poca efficacia di agitare il vessillo della legalità per quanto riguarda le emergenze ambientali ma nel concreto produce molto poco.
Lo stiamo verificando con la questione della Timac e l'inquinamento della falda acquifera con il primo cittadino che invece di chiedere alla Regione la riapertura della procedura di messa in sicurezza del sito con l'inserimento della bonifica,magari da far realizzare agli stessi lavoratori della Timac,si trincera dietro l'ordinanza emessa dalla Provincia che sicuramente rischia di cadere nel vuoto visto che l'azienda ha già affermato che impugnerà l'ordinanza,con il rischio concreto che questa vicenda finisca nelle aule giudiziarie senza mai trovare soluzione. In questo elenco delle crisi ambientali che ricadono sulla nostra città non possiamo dimenticare la Cementeria Buzzi Unicem con il suo triste primato legato al coincenerimento di rifiuti (65.000 t/a).
In questi ultimi giorni qualcuno ha voluto alzare un polverone inutile sulla questione dell'abbattimento della vecchia ciminiera all'interno dello stabilimento facendo cadere in secondo piano il problema principale che riguarda questa azienda e cioè l'autorizzazione ottenuta nel 2012 per poter bruciare 178 tonnellate giornaliere di combustibile da rifiuti. Quel combustibile da rifiuti realizzato da un'altra azienda, la Dalena ecologia,finanziatrice della campagna elettorale del Sindaco Cascella, che da anni tra le proteste ammorba l'aria di chi risiede e lavora nelle sue vicinanze. Proprio la questione del quantitativo giornaliero che la Cementeria brucia è stato oggetto da parte dell'azienda del ricorso presso il TAR, che però, lo ha bocciato e che adesso aspetta la sentenza definitiva presso il Consiglio di Stato.
Crediamo che l'amministrazione Cascella non stia facendo nulla al riguardo, visto che nella sentenza del Tar venivano evidenziate proprio le mancanze dell'amministrazione di Barletta, con il rischio che se il Consiglio di Stato dovesse ribaltare la sentenza del tribunale amministrativo, la Buzzi Unicem non avrà nessun limite giornaliero di rifiuti da bruciare.