Roberto Speranza a Barletta
Roberto Speranza a Barletta
Politica

Roberto Speranza: «Con Cascella, Barletta non più periferia d’Italia»

Il capogruppo alla Camera incoraggia il PD barlettano. 167 e urbanistica i banchi di prova di queste amministrative

«A che servono le mani pulite se rimangono in tasca?» Una domanda (presa in prestito da Don Primo Mazzolari) che si è posto Roberto Speranza, capogruppo PD alla Camera. Un interrogativo che non vuole spingere alla mera riflessione bensì all'impegno; si parla tanto di discese in campo, di attivazione nel sistema, di "mettere la faccia" nelle questioni più spinose ed ecco che, per Speranza, Cascella ha accettato una sfida difficile presentando la sua candidatura a sindaco di una città che soffre il disincanto sociale nei confronti delle istituzioni.

«Per amministrare non ci vogliono promesse ma programmi e pianificazioni - ha detto Cascella - Barletta deve ripartire dal suo stesso tentativo di ampliamento; un tentativo soffocato perché non ci sono state le giuste fondamenta e il cemento ha colmato i vuoti politico-logici della vecchia amministrazione. Io non accetterò più varianti al piano regolatore perché i criteri di urbanistica ci sono e vanno portati avanti fino alla fine; questa periferia ha bisogno di verde e di una viabilità che crei dinamismo. Se vinceremo, la mia amministrazione sarà l'amministrazione di tutti voi perché siete voi i potenti; avete l'arma del voto, strumento di cambiamento nonché opportunità di riqualificazione della politica».

Con queste parole, Pasquale Cascella si è presentato alla periferia barlettana, ieri sera in Via Paolo Ricci, con il capogruppo del Partito Democratico alla Camera dei Deputati, il quale si è espresso con chiara fermezza sugli ultimi tumulti che hanno scosso il partito nazionale: «Oggi, chiunque scende in politica ha il dovere di scontrarsi con la diffidenza dei tanti miscredenti della politica. Questo "chiunque" ha l'obbligo morale di riaccreditare il sistema politico e integrarlo nelle istanze della comunità. Il nostro partito è democratico perché aperto alla lotta, al confronto con gli opposti, alla ricerca di soluzioni, all'ascolto; il PD non ha proprietari ma una collettività di cervelli impegnati per garantire l'interesse comune».

Quasi pleonastiche e autoreferenziali le critiche di Speranza mosse al Movimento Cinque Stelle, all'asse Berlusconi-Lega, al "Porcellum". Apparizioni di cambiamento svanite all'orizzonte del fare. Il Sud ha il vero sole, quello che batte forte ancor prima di sorgere, ma che infastidisce le palpebre dei politici ipovedenti; mare-turismo, campagna-enogastronomia, industria-lavoro, storia-cultura sono binomi che, pur stando tra parentesi tonde, vanno risolti pena il mancato esito dell'equazione.
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