La città
Rifacimento dei bronzi di piazza Caduti? Proprio no, così risparmiamo 200.000 euro
L’avviso pubblico cerchi idee alternative, non si cancellino le cicatrici della storia
Barletta - lunedì 8 giugno 2015
Il "Centenario della Prima Guerra Mondiale" prosegue: l'interessante mostra tematica dal nome "l'Italia chiamò" sarà presente al castello fino alla fine di giugno. Il 26 maggio è stato ricevuto il Ministro della Difesa, sen. Roberta Pinotti, celebrando soprattutto la memoria del barlettano Giuseppe Carli; il 24 maggio, giorno fatidico dell'entrata in guerra dell'Italia nel 1915, è stato ricordato il bombardamento delle mura del Castello di Barletta, primo atto di guerra proprio all'alba di quello stesso giorno, illuminate a tricolore per questo periodo. Nel settembre scorso la memoria del primo e del secondo conflitto mondiale è stata celebrata grazie all'intervento del sen. Franco Marini, presidente del comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della prima guerra mondiale.
Più volte da queste pagine si è voluto offrire un ulteriore spunto di riflessione riguardo l'intenzione di ripristinare i bronzi del monumento ai caduti di guerra, che si trova nell'omonima piazza centralissima di Barletta, costruito nelle 1929 per volere del regime fascista e da questo stesso espropriato dei bronzi che ricoprivano la parte superiore della stele ancor oggi presente, raffigurando i nostri soldati nell'ultimo atto di difendere la patria. Questi vollero toglierli, violentando l'onore e la memoria della città, per utilizzare il bronzo e ricavarne munizioni per un altro terribile conflitto mondiale, il secondo. Il ragionamento che si è voluto offrire sottolinea l'importanza di evidenziare e conservare le "cicatrici" della storia, quale fondamentale strumento d'identità culturale cittadina. Il 4 giugno scorso è stata pubblicata la determina dirigenziale n. 811 avente ad oggetto un "Avviso pubblico per la selezione d'idee progettuali per la riqualificazione e valorizzazione del monumento ai caduti", offrendo € 5000 per l'idea migliore. Non è detto che l'idea progettuale vincitrice risulti rispettosa della canonica riproduzione dei bronzi, come vorrebbe una parte degli appassionati di storia locale, compreso il Comitato per le celebrazioni di Barletta, di cui sarebbe interessante conoscere il parere a riguardo.
Tuttavia, dobbiamo anche ricordare che la Giunta Cascella ha previsto, all'interno del Piano delle Opere Pubbliche approvato dal Consiglio Comunale nell'aprile del 2014, lo stanziamento di € 200.000 per il 2016, al fine di realizzare il "rifacimento dei bronzi di Piazza Caduti".
L'opposizione logica, già da tempo ribadita non solo su queste pagine ma anche da diverse parti, esperti e associazioni locali, nonché di parte della cittadinanza barlettana, facendone uno 'sfregio' alla memoria storica, proprio ciò che si vuole far passare come ripristino di essa, ci ha portati a paragoni iperbolici, chiaramente provocatori: sarebbe come chiedere di tappare i fori dei proiettili che causarono l'eccidio dei vigili nel settembre del 1943 sul muro dell'ex edificio postale, o riempire proprio gli spazi del bombardamento di cento anni fa alle mura del castello oggi, giustamente, valorizzati ed esaltati, addirittura come patrimonio della memoria nazionale.
Non sembra opportuno spendere un tale sproposito, soprattutto in un momento di grandi necessità, ma non se ne faccia un ragionamento unicamente di convenienza economica, ma si comprenda la difesa concreta di chi vuole preservare la memoria non solo dei bronzi apposti ma anche del perché i bronzi sono stati tolti.
Più volte da queste pagine si è voluto offrire un ulteriore spunto di riflessione riguardo l'intenzione di ripristinare i bronzi del monumento ai caduti di guerra, che si trova nell'omonima piazza centralissima di Barletta, costruito nelle 1929 per volere del regime fascista e da questo stesso espropriato dei bronzi che ricoprivano la parte superiore della stele ancor oggi presente, raffigurando i nostri soldati nell'ultimo atto di difendere la patria. Questi vollero toglierli, violentando l'onore e la memoria della città, per utilizzare il bronzo e ricavarne munizioni per un altro terribile conflitto mondiale, il secondo. Il ragionamento che si è voluto offrire sottolinea l'importanza di evidenziare e conservare le "cicatrici" della storia, quale fondamentale strumento d'identità culturale cittadina. Il 4 giugno scorso è stata pubblicata la determina dirigenziale n. 811 avente ad oggetto un "Avviso pubblico per la selezione d'idee progettuali per la riqualificazione e valorizzazione del monumento ai caduti", offrendo € 5000 per l'idea migliore. Non è detto che l'idea progettuale vincitrice risulti rispettosa della canonica riproduzione dei bronzi, come vorrebbe una parte degli appassionati di storia locale, compreso il Comitato per le celebrazioni di Barletta, di cui sarebbe interessante conoscere il parere a riguardo.
Tuttavia, dobbiamo anche ricordare che la Giunta Cascella ha previsto, all'interno del Piano delle Opere Pubbliche approvato dal Consiglio Comunale nell'aprile del 2014, lo stanziamento di € 200.000 per il 2016, al fine di realizzare il "rifacimento dei bronzi di Piazza Caduti".
L'opposizione logica, già da tempo ribadita non solo su queste pagine ma anche da diverse parti, esperti e associazioni locali, nonché di parte della cittadinanza barlettana, facendone uno 'sfregio' alla memoria storica, proprio ciò che si vuole far passare come ripristino di essa, ci ha portati a paragoni iperbolici, chiaramente provocatori: sarebbe come chiedere di tappare i fori dei proiettili che causarono l'eccidio dei vigili nel settembre del 1943 sul muro dell'ex edificio postale, o riempire proprio gli spazi del bombardamento di cento anni fa alle mura del castello oggi, giustamente, valorizzati ed esaltati, addirittura come patrimonio della memoria nazionale.
Non sembra opportuno spendere un tale sproposito, soprattutto in un momento di grandi necessità, ma non se ne faccia un ragionamento unicamente di convenienza economica, ma si comprenda la difesa concreta di chi vuole preservare la memoria non solo dei bronzi apposti ma anche del perché i bronzi sono stati tolti.