Bruno Lattanzio
Bruno Lattanzio
Politica

Renzi, Cuperlo, la legge elettorale e Berlusconi

Cronache di una settimana movimentata per il PD

Quella cominciata sabato scorso è stata ed è tutt'ora una settimana abbastanza movimentata per il Partito Democratico, in parte vissuta in prima persona, in parte assorbita quasi come fosse una medicina la cui assunzione arrivava a ritmi regolari scanditi dai vari TG. Ma andiamo con ordine.

Sabato 18 gennaio, Roma, ore 11.30: quando entro nella sede del PD per un incontro nazionale con i Giovani Democratici incentrato su elezioni europee, lavoro e green economy sembra una normale giornata romana...

Sabato 18 gennaio, Roma, ore 15.15: terminata la riunione, scendiamo e ci rendiamo conto che proprio una giornata normale non era. - Già ci avevano avvisati: "Attenti, giù c'è ressa!" - Ed effettivamente qualcosina era cambiato: ora, qualche minuto prima che arrivasse Silvio Berlusconi, Via Sant'Andrea delle Fratte (Largo del Nazareno per i più) era diventata una bolgia: strada chiusa da entrambi i lati di accesso da transenne e pattuglie della Polizia, dietro le auto qualche carabiniere e davanti alla sede PD una marea di giornalisti in stato d'assedio che neanche per Bergoglio o per Obama. No, non ci saranno il Papa o il Presidente degli USA, ma per loro l'occasione è ghiottissima: di Silvio a casa dei Democratici se ne parlerà per giorni (distogliendo l'attenzione, magari, dal "caso" della settimana precedente, vedasi alla voce De Girolamo).

Dietro l'incontro di Renzi con Berlusconi, ci si può vedere di tutto: i complottisti vedono ordito un piano contro la Nazione, i "lealisti" dicono che non c'è niente di male a parlare col leader dell'Opposizione con cui fino a qualche mese fa si era tutti al Governo, gli invidiosi ne parlano male perchè avrebbero voluto farlo loro ma non ci sono mai riusciti; poi ci sono i pessimisti, i menefreghisti, i polemici, i sognatori. Ognuno lo interpreta a modo suo. Io, dicendo la mia ad una giornalista che mi intervistava ho detto questo: "Non so, io non lo avrei fatto, ma non sono io il Segretario del PD. Detto questo, non vedo minato il nostro Partito o la nostra identità perchè, se si ha una forte identità, non sarà certo questo a minarla, dovrebbe essere quanto meno più forte del Cavaliere. Magari, se proprio si doveva farlo, sarebbe stato meglio scegliere un posto un po' più neutrale, però, chissà, il vantaggio di giocare in casa potrebbe essere positivo. Aspettiamo e vediamo come si evolve la cosa".

Ed è proprio così che la penso: ho smesso da tempo di giudicare aprioristicamente mosse politiche che, di volta in volta, possono dimostrarsi giuste o sbagliate solo alla prova dei fatti, talmente tante sono le variabili che incidono sul giudizio finale. Può darsi che Renzi ci abbia visto giusto e, come ha spiegato poi in Direzione Nazionale, abbia trovato d'accordo con il nemico politico di 20 anni un modo per poter governare in futuro marcando nettamente le differenze tra i due schieramenti e non doverci più governare assieme.

Può darsi che abbia fatto "Il Grande Inciucio" e che dietro quell'incontro ci sia stato qualcosa di molto grande e complesso, molto al di là di quello che io e voi possiamo anche solo lontanamente pensare o immaginare. Non lo sapremo mai, se non alla fine del percorso intrapreso.
Per quel che ne sappiamo, si è parlato di legge elettorale. Anche qui: io vedo positivamente un'accelerata verso non dico il bipartitismo (perchè non fa parte della nostra tradizione storico-politica) ma verso una creazione di poli, magari anche 5 invece che tre, per mantenere il senso di appartenenza a determinati valori: sinistra, centrosinistra, centro, centrodestra e destra.

Certo, avrei preferito un maggioritario, perchè garantisce più stabilità e governabilità, ma questo proporzionale con soglie di sbarramento molto alte (almeno il 12% per le coalizioni, mentre per chi è fuori coalizione almeno l'8%) può essere un modo per spingere i vari partiti a dialogare ed a coalizzarsi per la realizzazione di obiettivi comuni messi magari in chiaro prima di partecipare alla competizione elettorale. Il consistente premio di maggioranza (18%), poi, dovrebbe garantire quella maggiore stabilità a cui facevo prima riferimento. L'unica, grande, se non enorme pecca che trovo nella struttura di questa proposta è la riproposizione, edulcorata, delle liste bloccate. Si è optato per collegi più piccoli e quindi con l'opportunità di presentare gente più rappresentativa del territorio, ma penare anni per ritrovarsi questa pillola amarissima non è per niente di buon auspicio. Su questo ci sarà molto da riflettere.

La riforma del Senato e del Titolo V prevedono una trattazione a parte, per via della loro estrema importanza, a mio parere. Questo stravolgimento dell'immobilismo politico degli ultimi tempi ( Quanto? Uno, due, dieci anni?) ha destabilizzato più di una persona nel nostro partito, il PD. E, se è pur vero che alcuni toni e modi del Segretario Renzi potrebbero e dovrebbero essere smussati, è anche vero quando ci assume delle responsabilità è giusto che le si porti avanti, anche e soprattutto nei momenti difficili.

Per questo, pur se posso solidalizzare con Gianni Cuperlo per l'attacco ricevuto, non posso accettare la scelta di dimettersi con tanta leggerezza da un ruolo, come quello del Presidente, che prima di tutto dovrebbe essere di garanzia (almeno consuetudinariamente) per l'intero Partito, soprattutto dopo aver deciso e accettato di farlo pochissimo tempo addietro. Lo dico a Cuperlo come lo avrei detto a qualunque, e sottolineo qualunque, membro del Partito, proprio perchè sono questi personalismi e queste continue baruffe a togliere credibilità ad una politica già di per sè minata dai continui scandali, ultimo quello dei rimborsi regionali. Una figura come quella di Renzi non salverà certo l'Italia, ma se molti vedono in lui un simbolo o una prospettiva di cambiamento, è giusto che lo faccia con la forza e la determinazione di chi sa cosa vuole raggiungere e questo non potrà che giovare all'azione del Partito se tutti remassimo dalla stessa parte.

Insomma il Partito Democratico, pur nel suo continuo dibattersi e dimenarsi, continua a dimostrarsi pungolo e sprone per la vita politica nazionale. Ora occorre che questa spinta propulsiva ricada, a cascata, sui territori i quali, leggi e riforme a parte, necessitano di linfa vitale per riprendere a dar fiato all'economia nazionale. E se sgravi fiscali e agevolazioni per la piccola-media impresa tarderanno ad arrivare, tarderà quella ripresa che resta, oggi, per tutti, l'obiettivo principale da raggiungere.

[Bruno Lattanzio]
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