Religioni
Quattro referendum, un documento dell'Arcidiocesi
L’Arcidiocesi di Trani, Barletta e Bisceglie è per il si. Riflessioni per il voto del prossimo 12 e 13 giugno
BAT - sabato 4 giugno 2011
L'Arcidiocesi di Trani, Barletta, Bisceglie, Nazareth invita tutti i cittadini elettori a recarsi alle urne il 12 e 13 giugno per esprimere il proprio giudizio sui quattro quesiti referendari abrogativi che riguardano acqua, nucleare e legittimo impedimento. Nel documento diocesano, che ha ricevuto il placet dell'Arcivescovo, Giovan Battista Pichierri, si valutano i quattro quesiti referendari alla luce della parola e del magistero della Chiesa.
Rimarcando come l'esercizio del voto sia un dovere civico e contribuisce a costruire una più diffusa partecipazione alla vita civile e democratica dell'Italia, l'Arcidiocesi di fatto si schiera dalla parte del «sì». Per ciò che concerne i due referendum sull'acqua nel documento ci si esprime senza mezze misure: «L'acqua, essendo un bene vitale per tutti gli uomini è oggetto di un diritto universale e inalienabile, sicché non deve essere lasciata in balia del mercato soggiogato al profitto e governato dal libero incontro tra domanda e offerta;. Il riconoscimento del diritto universale all'uso dell'acqua poggia sulla dignità di ogni persona e non su logiche economiche. L'acqua è un bene comune e va gestito - senza sprechi e inefficienze - dalla comunità con la partecipazione di tutti, perché è la base della vita. Puoi immaginare che l'aria venga acquistata da una società privata? Si scrive acqua, ma si legge democrazia».
Ferma posizione anche sul nucleare: «L‟80% degli italiani nel referendum del 1987 si espresse contro il nucleare. I rischi del nucleare sono ancora oggi maggiori dei benefici, perché le centrali non sono sicure e le scorie da smaltire restano radioattive per milioni di anni. La recente tragedia giapponese pone l'umanità davanti ad un bivio: convivere con i rischi delle centrali o fermare le politiche nucleari. Da tempo si è imboccata la strada delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica e, anzi, con le attuali tecnologie pulite e rinnovabili si può soddisfare l‟intera domanda di energia entro il 2050. Si continua a parlare di nucleare sicuro ma chi abita a 5 chilometri da una centrale rischia 2,2 volte di più di ammalarsi di leucemia e nessuno sa ancora come gestire le scorie radioattive per milioni di anni. Si sostiene che non possiamo farne a meno ma il nucleare è un'energia in declino da anni, perché dava il 17% dell'elettricità mondiale nel 1999 e solo il 13% nel 2008; anzi in Italia in tre anni i nuovi impianti eolici, i pannelli solari e il risparmio energetico hanno dato elettricità equivalente a tre centrali atomiche. La Germania ha deciso di spegnere alcuni reattori nucleari entro il 2011 e i reattori più moderni entro il 2022. Si afferma che è conveniente ma l'energia nucleare nel 2010 è costata il 75% in più di quella da gas e il 27% in più dell'eolica. Negli ultimi 4 anni mentre il costo di una centrale nucleare è lievitato, invece quello di un pannello fotovoltaico è diminuito del 55%. In Germania oggi, se l‟energia nucleare dà lavoro a circa 30.000 persone, le energie rinnovabili impiegano ben 340.000 persone circa. Si diceva che il disastro di Chernobyl non si sarebbe ripetuto ma in Giappone a Fukushima non è stato possibile controllare la stessa reazione. Le nuove centrali non sono sicure, perché il reattore EPR, che si vuole portare in Italia, è stato giudicato insicuro dalle agenzie di Gran Bretagna, Finlandia e Francia».
Non mancano anche importanti considerazioni sul quesito del legittimo impedimento: «Nella legge oggetto del referendum si prevede che chi ricopre la carica di presidente del Consiglio o di ministro, diversamente da qualunque altro cittadino, può avvalersi delle funzioni istituzionali svolte, per non comparire alle udienze e ottenere il rinvio del processo anche per reati commessi come privato cittadino. Ora, se da un lato si è consapevoli della necessità che il rapporto tra le Istituzioni debba essere caratterizzato da maggiore lealtà, da toni più pacati e dal reciproco riconoscimento di essere legittimi contrappesi costituzionali, dall'altro però, è certo che il rinvio dell'udienza per legittimo impedimento allunga i tempi per l'accertamento della responsabilità penale e per il risarcimento dei danni arrecati alle persone offese, consentendo altresì all‟imputato di restare in carica durante il processo contrariamente a quanto avviene in altri Stati Europei, ove chi ha un incarico di rilievo nazionale, qualora sia imputato di reato, di solito si dimette».
Rimarcando come l'esercizio del voto sia un dovere civico e contribuisce a costruire una più diffusa partecipazione alla vita civile e democratica dell'Italia, l'Arcidiocesi di fatto si schiera dalla parte del «sì». Per ciò che concerne i due referendum sull'acqua nel documento ci si esprime senza mezze misure: «L'acqua, essendo un bene vitale per tutti gli uomini è oggetto di un diritto universale e inalienabile, sicché non deve essere lasciata in balia del mercato soggiogato al profitto e governato dal libero incontro tra domanda e offerta;. Il riconoscimento del diritto universale all'uso dell'acqua poggia sulla dignità di ogni persona e non su logiche economiche. L'acqua è un bene comune e va gestito - senza sprechi e inefficienze - dalla comunità con la partecipazione di tutti, perché è la base della vita. Puoi immaginare che l'aria venga acquistata da una società privata? Si scrive acqua, ma si legge democrazia».
Ferma posizione anche sul nucleare: «L‟80% degli italiani nel referendum del 1987 si espresse contro il nucleare. I rischi del nucleare sono ancora oggi maggiori dei benefici, perché le centrali non sono sicure e le scorie da smaltire restano radioattive per milioni di anni. La recente tragedia giapponese pone l'umanità davanti ad un bivio: convivere con i rischi delle centrali o fermare le politiche nucleari. Da tempo si è imboccata la strada delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica e, anzi, con le attuali tecnologie pulite e rinnovabili si può soddisfare l‟intera domanda di energia entro il 2050. Si continua a parlare di nucleare sicuro ma chi abita a 5 chilometri da una centrale rischia 2,2 volte di più di ammalarsi di leucemia e nessuno sa ancora come gestire le scorie radioattive per milioni di anni. Si sostiene che non possiamo farne a meno ma il nucleare è un'energia in declino da anni, perché dava il 17% dell'elettricità mondiale nel 1999 e solo il 13% nel 2008; anzi in Italia in tre anni i nuovi impianti eolici, i pannelli solari e il risparmio energetico hanno dato elettricità equivalente a tre centrali atomiche. La Germania ha deciso di spegnere alcuni reattori nucleari entro il 2011 e i reattori più moderni entro il 2022. Si afferma che è conveniente ma l'energia nucleare nel 2010 è costata il 75% in più di quella da gas e il 27% in più dell'eolica. Negli ultimi 4 anni mentre il costo di una centrale nucleare è lievitato, invece quello di un pannello fotovoltaico è diminuito del 55%. In Germania oggi, se l‟energia nucleare dà lavoro a circa 30.000 persone, le energie rinnovabili impiegano ben 340.000 persone circa. Si diceva che il disastro di Chernobyl non si sarebbe ripetuto ma in Giappone a Fukushima non è stato possibile controllare la stessa reazione. Le nuove centrali non sono sicure, perché il reattore EPR, che si vuole portare in Italia, è stato giudicato insicuro dalle agenzie di Gran Bretagna, Finlandia e Francia».
Non mancano anche importanti considerazioni sul quesito del legittimo impedimento: «Nella legge oggetto del referendum si prevede che chi ricopre la carica di presidente del Consiglio o di ministro, diversamente da qualunque altro cittadino, può avvalersi delle funzioni istituzionali svolte, per non comparire alle udienze e ottenere il rinvio del processo anche per reati commessi come privato cittadino. Ora, se da un lato si è consapevoli della necessità che il rapporto tra le Istituzioni debba essere caratterizzato da maggiore lealtà, da toni più pacati e dal reciproco riconoscimento di essere legittimi contrappesi costituzionali, dall'altro però, è certo che il rinvio dell'udienza per legittimo impedimento allunga i tempi per l'accertamento della responsabilità penale e per il risarcimento dei danni arrecati alle persone offese, consentendo altresì all‟imputato di restare in carica durante il processo contrariamente a quanto avviene in altri Stati Europei, ove chi ha un incarico di rilievo nazionale, qualora sia imputato di reato, di solito si dimette».