Territorio
Quarto: «Nella legge di bilancio mancano misure per prevenire i rischi naturali»
La nota dell'ex Senatore barlettano del Movimento 5 Stelle
Barletta - domenica 11 dicembre 2022
Comunicato Stampa
«Nella Legge di Bilancio approvata in Consiglio dei Ministri, purtroppo, mancano misure efficaci per la prevenzione dei rischi naturali. Auspico che il Parlamento, anche in virtù delle recenti drammatiche calamità nazionali legate al dissesto idrogeologico, sappia porre rimedio, in via emendativa, finanziando misure idonee per mitigare il rischio». Così l'ex Senatore del Movimento 5 Stelle Ruggiero Quarto.
«Ben sappiamo, che la prevenzione è determinante per la mitigazione dei rischi naturali. Può salvare la vita ed è un investimento a grande moltiplicatore, costando da un quarto a un decimo dei danni provocati dall'incuria umana, che trasforma in calamità i semplici, se pur severi, fenomeni naturali.Ma il presupposto per una efficace prevenzione è la conoscenza dei relativi pericoli naturali. È per questo che per tutta la legislatura passata mi sono affannato, e ancora oggi mi prodigo, per riattivare la Cartografia Geologica (CARG) e per aggiornare l'Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia (IFFI), strumenti di conoscenza del territorio indispensabili per la prevenzione, ma incredibilmente bloccati. CARG è ripartita, grazie all'impegno del M5S nelle ultime tre leggi di bilancio, ma siccome nell'attuale non è previsto alcun finanziamento, rischia un nuovo drammatico blocco. IFFI, invece, ha bisogno di essere rianimato.
Tale bisogno è stato rimarcato dalla recente catastrofe di Casamicciola, con 12 vittime!
Sono 620.538 le frane censite dall'IFFI. Infatti, IFFI cataloga i fenomeni franosi secondo una metodologia standardizzata e condivisa. L'ISPRA coordina/controlla le attività e gestisce la banca dati e le informazioni, mentre le regioni raccolgono, archiviano, mappano e validano i dati sulle frane.
Ogni anno, in Italia, si attivano o riattivano circa un migliaio di frane e alcune centinaia causano impatti sulla popolazione e sui manufatti. Il fenomeno è, poi, in rapido aumento a causa di fattori antropici e climatici avversi: consumo di suolo, interventi scriteriati, abbandono delle aree rurali montane, incendi, aumento della frequenza e intensità dei fenomeni meteo, causato dal cambiamento climatico, ecc...
Il 28% delle frane censite sono fenomeni a cinematismo rapido, come i crolli e le colate di fango e detrito, caratterizzati da elevata velocità e distruttività. Non dimentichiamo le colate a Messina nel 2009, con 37 morti, e a Sarno nel 1998, con 160 morti.
Archiviare le informazioni sui fenomeni franosi nell'IFFI è un'attività strategica, tenuto conto che gran parte delle frane si riattivano nel tempo, anche dopo periodi di quiescenza pluriennali o plurisecolari.
L'Inventario è uno strumento fondamentale per l'aggiornamento dei Piani di Assetto Idrogeologico (PAI), la redazione dei piani regolatori generali dei comuni, la progettazione preliminare di reti infrastrutturali, la gestione delle emergenze idrogeologiche e la redazione dei piani di protezione civile. È, inoltre, disponibile la piattaforma web "IdroGEO", che consente la gestione e l'aggiornamento multiutente dei dati dell'IFFI.
L'assenza di un finanziamento nazionale negli ultimi 18 anni ha determinato un mancato aggiornamento dei dati dell'Inventario per 11 regioni italiane, soprattutto nel centro-Sud. È urgente pertanto rifinanziare l'Inventario, ai fini della prevenzione del rischio idrogeologico, per garantire un quadro completo, omogeneo e aggiornato sul dissesto da frana su tutto il territorio nazionale. Opportuni emendamenti alla legge di bilancio garantirebbero la continuità nella produzione della Cartografia Geologica e l'aggiornamento dell'Inventario dei Fenomeni Franosi, necessari per colmare gli incredibili ritardi nella doverosa prevenzione dei rischi naturali».
«Ben sappiamo, che la prevenzione è determinante per la mitigazione dei rischi naturali. Può salvare la vita ed è un investimento a grande moltiplicatore, costando da un quarto a un decimo dei danni provocati dall'incuria umana, che trasforma in calamità i semplici, se pur severi, fenomeni naturali.Ma il presupposto per una efficace prevenzione è la conoscenza dei relativi pericoli naturali. È per questo che per tutta la legislatura passata mi sono affannato, e ancora oggi mi prodigo, per riattivare la Cartografia Geologica (CARG) e per aggiornare l'Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia (IFFI), strumenti di conoscenza del territorio indispensabili per la prevenzione, ma incredibilmente bloccati. CARG è ripartita, grazie all'impegno del M5S nelle ultime tre leggi di bilancio, ma siccome nell'attuale non è previsto alcun finanziamento, rischia un nuovo drammatico blocco. IFFI, invece, ha bisogno di essere rianimato.
Tale bisogno è stato rimarcato dalla recente catastrofe di Casamicciola, con 12 vittime!
Sono 620.538 le frane censite dall'IFFI. Infatti, IFFI cataloga i fenomeni franosi secondo una metodologia standardizzata e condivisa. L'ISPRA coordina/controlla le attività e gestisce la banca dati e le informazioni, mentre le regioni raccolgono, archiviano, mappano e validano i dati sulle frane.
Ogni anno, in Italia, si attivano o riattivano circa un migliaio di frane e alcune centinaia causano impatti sulla popolazione e sui manufatti. Il fenomeno è, poi, in rapido aumento a causa di fattori antropici e climatici avversi: consumo di suolo, interventi scriteriati, abbandono delle aree rurali montane, incendi, aumento della frequenza e intensità dei fenomeni meteo, causato dal cambiamento climatico, ecc...
Il 28% delle frane censite sono fenomeni a cinematismo rapido, come i crolli e le colate di fango e detrito, caratterizzati da elevata velocità e distruttività. Non dimentichiamo le colate a Messina nel 2009, con 37 morti, e a Sarno nel 1998, con 160 morti.
Archiviare le informazioni sui fenomeni franosi nell'IFFI è un'attività strategica, tenuto conto che gran parte delle frane si riattivano nel tempo, anche dopo periodi di quiescenza pluriennali o plurisecolari.
L'Inventario è uno strumento fondamentale per l'aggiornamento dei Piani di Assetto Idrogeologico (PAI), la redazione dei piani regolatori generali dei comuni, la progettazione preliminare di reti infrastrutturali, la gestione delle emergenze idrogeologiche e la redazione dei piani di protezione civile. È, inoltre, disponibile la piattaforma web "IdroGEO", che consente la gestione e l'aggiornamento multiutente dei dati dell'IFFI.
L'assenza di un finanziamento nazionale negli ultimi 18 anni ha determinato un mancato aggiornamento dei dati dell'Inventario per 11 regioni italiane, soprattutto nel centro-Sud. È urgente pertanto rifinanziare l'Inventario, ai fini della prevenzione del rischio idrogeologico, per garantire un quadro completo, omogeneo e aggiornato sul dissesto da frana su tutto il territorio nazionale. Opportuni emendamenti alla legge di bilancio garantirebbero la continuità nella produzione della Cartografia Geologica e l'aggiornamento dell'Inventario dei Fenomeni Franosi, necessari per colmare gli incredibili ritardi nella doverosa prevenzione dei rischi naturali».