Territorio
Quale sicurezza nella provincia di Barletta-Andria-Trani?
Allarme del sindacato di polizia COISP. Pochissima unità nella città di Barletta
Barletta - lunedì 1 agosto 2011
Il sindacato indipendente di polizia COISP, da sempre attento ai problemi legati agli operatori di polizia, dopo aver più volte segnalato e denunciato, negli ultimi anni, a tutti i livelli, la grave situazione della sesta provincia pugliese, ormai non può che constatare la totale disattenzione verso le questioni legate alla sicurezza.
I Commissariati di P.S. ormai languono in uno stato comatoso per mancanza di personale sufficiente per poter funzionare al meglio e per poter garantire un'efficiente controllo del territorio, una conveniente attività investigativa e di contrasto alla criminalità (in particolare quella organizzata) ed un sufficiente funzionamento dell'attività amministrativa connessa alle prerogative dell'Autorità di Pubblica Sicurezza (si pensi ad es. alle denunce, alle licenze, ai passaporti, alle autorizzazioni, ai porti d'arma, agli stranieri ecc.).
Se dicessimo che per sopperire a tali carenze di personale, per alto senso del dovere, i poliziotti, di ogni qualifica e ruolo, si sacrificano oltre il consentito e che notevoli sono gli sforzi per poter organizzare al meglio le complesse attività di polizia e per offrire risposte certe ed immediate alle istanze di sicurezza da parte della cittadinanza, saremmo tacciabili di autoreferenzialità ma, assumendoci questo rischio, siamo certi che nessuno potrebbe confutare la nostra tesi perché è cronaca quotidiana.
Ad Andria, dopo i gravi fatti (si ricordi gli attentati dinamitardi e le intimidazioni anche recenti) qualcuno ha proposto l'intervento dell'esercito per ristabilire l'ordine e la sicurezza in città, forse lo ha fatto in modo provocatorio. Tuttavia nessuno si è chiesto se, in una città di centomila abitanti come Andria, con un tasso di criminalità elevato, siano sufficienti una sessantina di poliziotti (come quelli in servizio al Commissariato di P.S. di Andria) a garantire un'adeguata sicurezza. I rinforzi preannunciati (poco meno di una quindicina di unità di cui ad oggi solo sei sono state prese in forza) porterebbero il numero complessivo ad una settantina di unità. Quasi sicuramente si riuscirà soltanto a rinforzare il personale delle Volanti, senza poter garantire però almeno due volanti per turno nell'arco delle 24 ore. Le soddisfazioni espresse da più parti quindi lasciano il tempo che trovano perché sarebbe impensabile ritenere che con una settantina di poliziotti si possa costituire una Questura. Ed infatti sull'istituzione della Questura i segnali che si colgono non sono incoraggianti (si parla di almeno due anni per l'ultimazione dello stabile individuato per la sede).
Alla nomina del Prefetto della BAT, S.E. Carlo SESSA (figura di tutto rispetto e che gode della massima stima per l'impegno che quotidianamente profonde nella sua attività) non ha ancora fatto seguito quella del Questore della BAT.
Ma anche la Prefettura sembra presentare importanti carenze di personale tant'è che non è ancora totalmente operativa. Si ricorderà a tal proposito che il COISP, nello scorso mese di giugno, levò una vibrata protesta contro il trasferimento alla neo-Prefettura di nove impiegati civili del Ministero dell'Interno, che prestavano servizio presso il Commissariato di P.S. di Barletta (sei unità) e di Trani (tre unità) in quanto privo di corrispettive sostituzioni (al Commissariato di Barletta a fronte dei sei trasferiti ne sono arrivanti in cambio effettivi solo tre mentre al Commissariato di P.S. di Trani a fronte dei tre trasferiti nessun cambio è stato previsto, sguarnendo quindi di tre unità gli uffici). Con un ulteriore aggravio della situazione in quei due Commissariati dove ci si è visti costretti ad attribuire ai poliziotti quei compiti che fino al mese prima venivano regolarmente svolti dai dipendenti civili. Distogliendo in tal modo i poliziotti dai compiti d'istituto intesi come controllo del territorio e contrasto all'illegalità (a Trani ad esempio ora vi sono alcuni poliziotti ad espletare le incombenze dell'archivio).
A Barletta (94.500 abitanti), il Commissariato di P.S. di Barletta si è andato sempre più svuotando fino a "vantare" oggi appena una cinquantina di unità che, a fine anno, si ridurranno ulteriormente a causa di diversi imminenti pensionamenti.
La Sottosezione di Polizia Stradale di Barletta con meno di una quindicina di unità riesce a garantire la vigilanza alla caserma e a far uscire una pattuglia al giorno, pattuglia che molto spesso viene impiegata in caso di sinistri nelle svariate località di tutta la provincia di Bari (ad es. Monopoli o Gravina ecc.).
Lo stesso discorso vale per la Sottosezione di Polizia Stradale di Spinazzola (7.000 abitanti), che conta una dozzina di unità.
Il Posto di Polizia Ferroviaria di Barletta, ormai ridotto ai minimi termini, con una decina di unità garantisce a fatica i servizi d'istituto (scorte viaggiatori e vigilanza scalo).
A Trani (54.000 abitanti) il Commissariato di P.S. conta poco meno di una sessantina di unità, anche se Trani, d'estate, vede un notevole afflusso di turisti che innalza notevolmente non solo la popolazione presente in città ma anche i reati.
La Sottosezione di Polizia Autostradale di Trani, con poco più di una ventina di unità, riesce a garantire una turnazione h/24 completa sulla tratta autostradale di competenza (anche in questo caso più che mai auspicabili i rinforzi a causa degli ultimi emblematici episodi di rapina avvenuti ultimamente in autostrada) .
A Canosa di Puglia (31.000 abitanti) il Commissariato di P.S. è composto da una trentina di poliziotti (centro che negli ultimi mesi è assurto agli onori della cronaca per gravi episodi delittuosi, tre omicidi negli ultimi sei mesi). Non può essere garantita la Volante h/24 e capita quotidianamente che i colleghi debbano sopperire a doppi incarichi (non c'è da stupirsi se ad es. mentre l'Ufficiale di P.G. sta ricevendo una denuncia, a causa della carenza d'organico, si vede costretto a sospendere la ricezione della denuncia, per poter accorrere sul luogo di un delitto, poiché sprovvisti di altro personale).
Non da ultimo si segnala la situazione di Corato (48.000 abitanti) che, quantunque appartenga alla provincia di Bari, data l'estrema vicinanza con Andria, Trani e Bisceglie, si può considerare in stretta correlazione (se parliamo di sicurezza) con le altre cittadine limitrofe. Ebbene a Corato il Commissariato di P.S. è composto da una trentina di poliziotti ed anche in questo caso non si riesce a garantire la presenza della Volante per tutto l'arco della giornata. Anche a Corato i colleghi si vedono costretti a dover sopperire alle carenze assumendo doppi incarichi, tant'è che i poliziotti preposti ai vari uffici (Misure di Prevenzione, Ufficio Denunce ed altri) sono costretti a sospendere le loro attività per effettuare turni di volante o a dover accorrere, anche a volte con mezzi privati, sui luoghi ove pervengono richieste d'intervento.
Eppure in tutti questi centri non sembra che si registri un calo dei reati, specie quelli predatori (furti e rapine).
Critica risulta essere la situazione degli automezzi, ci sono ancora in servizio auto vetuste con 300.000 chilometri. Molto spesso sono in riparazione e quei pochi veicoli disponibili vengono utilizzati a rotazione tra il personale (il rimanente è costretto ad andare a piedi o con mezzi propri).
A questa grave situazione si aggiunge il malcontento diffuso tra gli operatori. Lo scorso 15 luglio, in piazza Montecitorio il Coisp, con altri sindacati del comparto, ha manifestato contro le misure inserite nella manovra finanziaria che, aggiunte a quelle previste nelle manovre precedenti, determinano ulteriori penalizzanti conseguenze sia sul versante personale che su quello del funzionamento degli apparati, con evidenti ripercussioni sulla sicurezza dei cittadini.
Infatti la non esclusione del settore della sicurezza dalla riduzione delle spese delle amministrazioni, non garantirà il turn-over. A fine anno andranno in pensione 4000 poliziotti e saranno rimpiazzati solo da 980 assunzioni. Tutto ciò ormai comporta che l'età media dei poliziotti attualmente in servizio raggiunge i 47 anni.
Se poi si considera il blocco contrattuale dei trattamenti economici, anche accessori, per un ulteriore anno e fino al 31.12.2014, si comprende bene lo stato d'animo con cui lavorano i poliziotti.
Da sedici anni si attende un Riordino delle Carriere che ridisegni le funzioni e le mansioni nel Comparto Sicurezza ma, nonostante le promesse e le diverse proposte di legge presentate in Parlamento, siamo ad un punto morto in quanto nell'attuale manovra finanziaria non viene fatto alcun riferimento a finanziamenti o a programmazioni riguardo al riordino delle carriere. Da diversi anni, come promessoci, si attende che una quota parte del Fondo Unico Giustizia (somme di danaro sequestrate e poi confiscate ai malavitosi) venga utilizzata per far fronte alle esigenze del Comparto Sicurezza, ma a tutt'oggi non si hanno notizie se e come il predetto Fondo Unico sia stato utilizzato.
Concludendo ci preme evidenziare che, nonostante tutto, i poliziotti continueranno quotidianamente, come hanno sempre fatto, a garantire sicurezza ai cittadini ma è bene che tutti sappiano quali sono le reali condizioni in cui versa l'intero comparto, giacché ultimamente la sicurezza è stata considerata come una spesa (da tagliare) e non come un valore aggiunto da offrire ai cittadini e su cui investire adeguatamente.
I Commissariati di P.S. ormai languono in uno stato comatoso per mancanza di personale sufficiente per poter funzionare al meglio e per poter garantire un'efficiente controllo del territorio, una conveniente attività investigativa e di contrasto alla criminalità (in particolare quella organizzata) ed un sufficiente funzionamento dell'attività amministrativa connessa alle prerogative dell'Autorità di Pubblica Sicurezza (si pensi ad es. alle denunce, alle licenze, ai passaporti, alle autorizzazioni, ai porti d'arma, agli stranieri ecc.).
Se dicessimo che per sopperire a tali carenze di personale, per alto senso del dovere, i poliziotti, di ogni qualifica e ruolo, si sacrificano oltre il consentito e che notevoli sono gli sforzi per poter organizzare al meglio le complesse attività di polizia e per offrire risposte certe ed immediate alle istanze di sicurezza da parte della cittadinanza, saremmo tacciabili di autoreferenzialità ma, assumendoci questo rischio, siamo certi che nessuno potrebbe confutare la nostra tesi perché è cronaca quotidiana.
Ad Andria, dopo i gravi fatti (si ricordi gli attentati dinamitardi e le intimidazioni anche recenti) qualcuno ha proposto l'intervento dell'esercito per ristabilire l'ordine e la sicurezza in città, forse lo ha fatto in modo provocatorio. Tuttavia nessuno si è chiesto se, in una città di centomila abitanti come Andria, con un tasso di criminalità elevato, siano sufficienti una sessantina di poliziotti (come quelli in servizio al Commissariato di P.S. di Andria) a garantire un'adeguata sicurezza. I rinforzi preannunciati (poco meno di una quindicina di unità di cui ad oggi solo sei sono state prese in forza) porterebbero il numero complessivo ad una settantina di unità. Quasi sicuramente si riuscirà soltanto a rinforzare il personale delle Volanti, senza poter garantire però almeno due volanti per turno nell'arco delle 24 ore. Le soddisfazioni espresse da più parti quindi lasciano il tempo che trovano perché sarebbe impensabile ritenere che con una settantina di poliziotti si possa costituire una Questura. Ed infatti sull'istituzione della Questura i segnali che si colgono non sono incoraggianti (si parla di almeno due anni per l'ultimazione dello stabile individuato per la sede).
Alla nomina del Prefetto della BAT, S.E. Carlo SESSA (figura di tutto rispetto e che gode della massima stima per l'impegno che quotidianamente profonde nella sua attività) non ha ancora fatto seguito quella del Questore della BAT.
Ma anche la Prefettura sembra presentare importanti carenze di personale tant'è che non è ancora totalmente operativa. Si ricorderà a tal proposito che il COISP, nello scorso mese di giugno, levò una vibrata protesta contro il trasferimento alla neo-Prefettura di nove impiegati civili del Ministero dell'Interno, che prestavano servizio presso il Commissariato di P.S. di Barletta (sei unità) e di Trani (tre unità) in quanto privo di corrispettive sostituzioni (al Commissariato di Barletta a fronte dei sei trasferiti ne sono arrivanti in cambio effettivi solo tre mentre al Commissariato di P.S. di Trani a fronte dei tre trasferiti nessun cambio è stato previsto, sguarnendo quindi di tre unità gli uffici). Con un ulteriore aggravio della situazione in quei due Commissariati dove ci si è visti costretti ad attribuire ai poliziotti quei compiti che fino al mese prima venivano regolarmente svolti dai dipendenti civili. Distogliendo in tal modo i poliziotti dai compiti d'istituto intesi come controllo del territorio e contrasto all'illegalità (a Trani ad esempio ora vi sono alcuni poliziotti ad espletare le incombenze dell'archivio).
A Barletta (94.500 abitanti), il Commissariato di P.S. di Barletta si è andato sempre più svuotando fino a "vantare" oggi appena una cinquantina di unità che, a fine anno, si ridurranno ulteriormente a causa di diversi imminenti pensionamenti.
La Sottosezione di Polizia Stradale di Barletta con meno di una quindicina di unità riesce a garantire la vigilanza alla caserma e a far uscire una pattuglia al giorno, pattuglia che molto spesso viene impiegata in caso di sinistri nelle svariate località di tutta la provincia di Bari (ad es. Monopoli o Gravina ecc.).
Lo stesso discorso vale per la Sottosezione di Polizia Stradale di Spinazzola (7.000 abitanti), che conta una dozzina di unità.
Il Posto di Polizia Ferroviaria di Barletta, ormai ridotto ai minimi termini, con una decina di unità garantisce a fatica i servizi d'istituto (scorte viaggiatori e vigilanza scalo).
A Trani (54.000 abitanti) il Commissariato di P.S. conta poco meno di una sessantina di unità, anche se Trani, d'estate, vede un notevole afflusso di turisti che innalza notevolmente non solo la popolazione presente in città ma anche i reati.
La Sottosezione di Polizia Autostradale di Trani, con poco più di una ventina di unità, riesce a garantire una turnazione h/24 completa sulla tratta autostradale di competenza (anche in questo caso più che mai auspicabili i rinforzi a causa degli ultimi emblematici episodi di rapina avvenuti ultimamente in autostrada) .
A Canosa di Puglia (31.000 abitanti) il Commissariato di P.S. è composto da una trentina di poliziotti (centro che negli ultimi mesi è assurto agli onori della cronaca per gravi episodi delittuosi, tre omicidi negli ultimi sei mesi). Non può essere garantita la Volante h/24 e capita quotidianamente che i colleghi debbano sopperire a doppi incarichi (non c'è da stupirsi se ad es. mentre l'Ufficiale di P.G. sta ricevendo una denuncia, a causa della carenza d'organico, si vede costretto a sospendere la ricezione della denuncia, per poter accorrere sul luogo di un delitto, poiché sprovvisti di altro personale).
Non da ultimo si segnala la situazione di Corato (48.000 abitanti) che, quantunque appartenga alla provincia di Bari, data l'estrema vicinanza con Andria, Trani e Bisceglie, si può considerare in stretta correlazione (se parliamo di sicurezza) con le altre cittadine limitrofe. Ebbene a Corato il Commissariato di P.S. è composto da una trentina di poliziotti ed anche in questo caso non si riesce a garantire la presenza della Volante per tutto l'arco della giornata. Anche a Corato i colleghi si vedono costretti a dover sopperire alle carenze assumendo doppi incarichi, tant'è che i poliziotti preposti ai vari uffici (Misure di Prevenzione, Ufficio Denunce ed altri) sono costretti a sospendere le loro attività per effettuare turni di volante o a dover accorrere, anche a volte con mezzi privati, sui luoghi ove pervengono richieste d'intervento.
Eppure in tutti questi centri non sembra che si registri un calo dei reati, specie quelli predatori (furti e rapine).
Critica risulta essere la situazione degli automezzi, ci sono ancora in servizio auto vetuste con 300.000 chilometri. Molto spesso sono in riparazione e quei pochi veicoli disponibili vengono utilizzati a rotazione tra il personale (il rimanente è costretto ad andare a piedi o con mezzi propri).
A questa grave situazione si aggiunge il malcontento diffuso tra gli operatori. Lo scorso 15 luglio, in piazza Montecitorio il Coisp, con altri sindacati del comparto, ha manifestato contro le misure inserite nella manovra finanziaria che, aggiunte a quelle previste nelle manovre precedenti, determinano ulteriori penalizzanti conseguenze sia sul versante personale che su quello del funzionamento degli apparati, con evidenti ripercussioni sulla sicurezza dei cittadini.
Infatti la non esclusione del settore della sicurezza dalla riduzione delle spese delle amministrazioni, non garantirà il turn-over. A fine anno andranno in pensione 4000 poliziotti e saranno rimpiazzati solo da 980 assunzioni. Tutto ciò ormai comporta che l'età media dei poliziotti attualmente in servizio raggiunge i 47 anni.
Se poi si considera il blocco contrattuale dei trattamenti economici, anche accessori, per un ulteriore anno e fino al 31.12.2014, si comprende bene lo stato d'animo con cui lavorano i poliziotti.
Da sedici anni si attende un Riordino delle Carriere che ridisegni le funzioni e le mansioni nel Comparto Sicurezza ma, nonostante le promesse e le diverse proposte di legge presentate in Parlamento, siamo ad un punto morto in quanto nell'attuale manovra finanziaria non viene fatto alcun riferimento a finanziamenti o a programmazioni riguardo al riordino delle carriere. Da diversi anni, come promessoci, si attende che una quota parte del Fondo Unico Giustizia (somme di danaro sequestrate e poi confiscate ai malavitosi) venga utilizzata per far fronte alle esigenze del Comparto Sicurezza, ma a tutt'oggi non si hanno notizie se e come il predetto Fondo Unico sia stato utilizzato.
Concludendo ci preme evidenziare che, nonostante tutto, i poliziotti continueranno quotidianamente, come hanno sempre fatto, a garantire sicurezza ai cittadini ma è bene che tutti sappiano quali sono le reali condizioni in cui versa l'intero comparto, giacché ultimamente la sicurezza è stata considerata come una spesa (da tagliare) e non come un valore aggiunto da offrire ai cittadini e su cui investire adeguatamente.