La città
Quale futuro per le storiche Mura del Carmine di Barletta?
Il punto con gli architetti che curarono il progetto "Oltre le Mura"
Barletta - martedì 5 aprile 2022
10.10
Tra visione e concretezza, c'è di mezzo un cuscinetto fatto di belle progettualità. Come quelle immaginate dal gruppo composto dagli architetti Mariacristina Agnello, Maio Maria Rosario Bruno, Massimiliano Cafagna e Vincenzo Salierno. Le loro proposte per le storiche Mura del Carmine di Barletta, protagoniste di un degrado che sembra senza fine, vinsero un prestigioso concorso nazionale, ma da allora ben poco di quelle idee è divenuto realtà.
Qualcosa oggi si sta muovendo: partiranno a breve infatti dei primi lavori di messa in sicurezza e riqualificazione, che porteranno anche alla creazione di una pista da running. Un primo passo verso una visione moderna di quella fascia tra il centro e la costa barlettana. Abbiamo intervistato sul tema gli architetti per chiarire lo stato dell'arte di questo progetto. Tutto parte nel 2017, con il concorso "Periferie 2017" e il premio vinto con il vostro progetto. Per sintetizzare e soprattutto per informare i cittadini non hanno seguito integralmente la vicenda, cosa è successo da allora ad oggi?
«La vincita del concorso implicava la teorica assegnazione al primo classificato del progetto. Sappiamo, che i fondi pubblici non sono illimitati e che il comune non ha potuto, almeno per il momento, provvedere alla realizzazione del progetto nella sua globalità. Cercando comunque di rispettare l'impegno assunto, con la partecipazione al bando di 'Periferie 2017', siamo stati contattai nel 2019 dal settore Lavori Pubblici per redigere il progetto definitivo del restauro di un breve tratto delle Mura del Carmine. Nel rispetto di quanto previsto dal bando del concorso e al fine di cercare di soddisfare i requisiti tecnici ed economici richiesti, ci siamo avvalsi del supporto della società di ingegneria Eurotecnoservice di Bari.
In fase di redazione del progetto, grazie ai sopralluoghi e allo studio delle testimonianze storiche depositate nell'archivio di Stato di Napoli, abbiamo potuto riscontrare la presenza di un piccolo bastione (barbacane), attualmente di difficile lettura, perché interessato da gravissimi crolli e invaso da erbe infestanti che lo rendono irriconoscibile.
Questa scoperta si è prospettata come un'occasione unica, che abbiamo deciso di cogliere, per poter rimettere in luce un elemento peculiare della costruzione militare di difesa. Motivo per cui abbiamo deciso includerlo nel progetto, recuperandolo, a differenza di quanto è stato fatto nel lotto precedente di intervento, realizzato anni a dietro.
A seguito del progetto definitivo, abbiamo redatto anche il progetto esecutivo, e vista l'opportunità di poter attingere a fondi regionali, il Comune ci ha chiesto di progettare un tratto di pista running a continuazione del Parco Mennea. Naturalmente né il comune né noi stessi avremmo voluto si trattasse di così pochi metri lineari. Confidiamo che negli anni futuri sia un input, o pretesto, per studiare un piano di mobilità lenta per tutta la città storica ed il litorale che i cittadini reclamano oramai da tempo.
Naturalmente tanto il progetto definitivo come l'esecutivo è stato sottoposto a parere della Soprintendenza della BAT, la quale, sin da subito ha accolto tutte le scelte progettuali prese dal gruppo. Cosa che, a nostro avviso, è una garanzia per il cittadino, trattandosi di un bene dal valore storico-artistico inestimabile.
Ad oggi, sappiamo che i lavori dovrebbero partire a breve, la direzione lavori non sarà a nostra cura, con l'auspico che il progetto venga rispettato nella sua esecuzione».
"La grande bruttezza" è stato uno degli epiteti per descrivere le Mura. Quale è oggi lo stato dei luoghi e cosa cambierà?
«Purtroppo "la grande bruttezza" sarà solo "un poco meno brutta" agli occhi dei cittadini, trattandosi di un restauro solo parziale. Sin dai primi colloqui con il Comune abbiamo reclamato l'importanza di un progetto omnicomprensivo per le mura del Carmine, piazza Marina ed il litorale. Speriamo che un giorno questo possa avvenire e che si potrà dare continuità al progetto. In ogni modo ci sentiamo di difendere la bellezza delle mura, pur nel loro stato di decadenza e abbandono. Sapendo leggere i paramenti murari, i materiali e le particolarità formali, si tratta di un autentico tesoro, che nulla ha da invidiare alle cinte fortificate di altre città pugliesi ben più note di Barletta». Originariamente la vostra proposta partiva dal Paraticchio e si estendeva fino a Piazza Marina, che sarebbe potuta diventare una zona quasi del tutto pedonale, con un'area ludica e spazi per passeggiare. Sarà mai possibile una futura pedonalizzazione del centro storico e della zona costiera di Barletta?
«Ci viene da sorridere. Naturalmente speriamo di sì. Anche se non dovesse trattarsi di una pedonalizzazione totale, si potrebbero studiare efficaci alternative, garantendo l'accesso carrabile solo ai residenti, tanto per incominciare. E in seconda battuta studiando un piano del traffico che preveda la pedonalizzazione di alcune strade, iniziando proprio dalla strada delle mura del Carmine per esempio. È indegno si possa parcheggiare letteralmente ovunque nel centro storico di Barletta. In questo senso devono essere le amministrazioni a prendere in mano la situazione, ed i cittadini devono essere disposti ai cambiamenti, spesso con questi temi si incontrano parecchie resistenze. Abbiamo tanti esempi virtuosi ai quali possiamo rifarci, anche in città pugliesi molto vicine alla nostra».
Qualcosa oggi si sta muovendo: partiranno a breve infatti dei primi lavori di messa in sicurezza e riqualificazione, che porteranno anche alla creazione di una pista da running. Un primo passo verso una visione moderna di quella fascia tra il centro e la costa barlettana. Abbiamo intervistato sul tema gli architetti per chiarire lo stato dell'arte di questo progetto. Tutto parte nel 2017, con il concorso "Periferie 2017" e il premio vinto con il vostro progetto. Per sintetizzare e soprattutto per informare i cittadini non hanno seguito integralmente la vicenda, cosa è successo da allora ad oggi?
«La vincita del concorso implicava la teorica assegnazione al primo classificato del progetto. Sappiamo, che i fondi pubblici non sono illimitati e che il comune non ha potuto, almeno per il momento, provvedere alla realizzazione del progetto nella sua globalità. Cercando comunque di rispettare l'impegno assunto, con la partecipazione al bando di 'Periferie 2017', siamo stati contattai nel 2019 dal settore Lavori Pubblici per redigere il progetto definitivo del restauro di un breve tratto delle Mura del Carmine. Nel rispetto di quanto previsto dal bando del concorso e al fine di cercare di soddisfare i requisiti tecnici ed economici richiesti, ci siamo avvalsi del supporto della società di ingegneria Eurotecnoservice di Bari.
In fase di redazione del progetto, grazie ai sopralluoghi e allo studio delle testimonianze storiche depositate nell'archivio di Stato di Napoli, abbiamo potuto riscontrare la presenza di un piccolo bastione (barbacane), attualmente di difficile lettura, perché interessato da gravissimi crolli e invaso da erbe infestanti che lo rendono irriconoscibile.
Questa scoperta si è prospettata come un'occasione unica, che abbiamo deciso di cogliere, per poter rimettere in luce un elemento peculiare della costruzione militare di difesa. Motivo per cui abbiamo deciso includerlo nel progetto, recuperandolo, a differenza di quanto è stato fatto nel lotto precedente di intervento, realizzato anni a dietro.
A seguito del progetto definitivo, abbiamo redatto anche il progetto esecutivo, e vista l'opportunità di poter attingere a fondi regionali, il Comune ci ha chiesto di progettare un tratto di pista running a continuazione del Parco Mennea. Naturalmente né il comune né noi stessi avremmo voluto si trattasse di così pochi metri lineari. Confidiamo che negli anni futuri sia un input, o pretesto, per studiare un piano di mobilità lenta per tutta la città storica ed il litorale che i cittadini reclamano oramai da tempo.
Naturalmente tanto il progetto definitivo come l'esecutivo è stato sottoposto a parere della Soprintendenza della BAT, la quale, sin da subito ha accolto tutte le scelte progettuali prese dal gruppo. Cosa che, a nostro avviso, è una garanzia per il cittadino, trattandosi di un bene dal valore storico-artistico inestimabile.
Ad oggi, sappiamo che i lavori dovrebbero partire a breve, la direzione lavori non sarà a nostra cura, con l'auspico che il progetto venga rispettato nella sua esecuzione».
"La grande bruttezza" è stato uno degli epiteti per descrivere le Mura. Quale è oggi lo stato dei luoghi e cosa cambierà?
«Purtroppo "la grande bruttezza" sarà solo "un poco meno brutta" agli occhi dei cittadini, trattandosi di un restauro solo parziale. Sin dai primi colloqui con il Comune abbiamo reclamato l'importanza di un progetto omnicomprensivo per le mura del Carmine, piazza Marina ed il litorale. Speriamo che un giorno questo possa avvenire e che si potrà dare continuità al progetto. In ogni modo ci sentiamo di difendere la bellezza delle mura, pur nel loro stato di decadenza e abbandono. Sapendo leggere i paramenti murari, i materiali e le particolarità formali, si tratta di un autentico tesoro, che nulla ha da invidiare alle cinte fortificate di altre città pugliesi ben più note di Barletta». Originariamente la vostra proposta partiva dal Paraticchio e si estendeva fino a Piazza Marina, che sarebbe potuta diventare una zona quasi del tutto pedonale, con un'area ludica e spazi per passeggiare. Sarà mai possibile una futura pedonalizzazione del centro storico e della zona costiera di Barletta?
«Ci viene da sorridere. Naturalmente speriamo di sì. Anche se non dovesse trattarsi di una pedonalizzazione totale, si potrebbero studiare efficaci alternative, garantendo l'accesso carrabile solo ai residenti, tanto per incominciare. E in seconda battuta studiando un piano del traffico che preveda la pedonalizzazione di alcune strade, iniziando proprio dalla strada delle mura del Carmine per esempio. È indegno si possa parcheggiare letteralmente ovunque nel centro storico di Barletta. In questo senso devono essere le amministrazioni a prendere in mano la situazione, ed i cittadini devono essere disposti ai cambiamenti, spesso con questi temi si incontrano parecchie resistenze. Abbiamo tanti esempi virtuosi ai quali possiamo rifarci, anche in città pugliesi molto vicine alla nostra».