Politica
Puglia Popolare rompe con il PD, cambio di rotta anche a Barletta
Il segretario Salvemini: «Il solo interesse che ci spinge è coltivare il bene di Barletta e dei barlettani»
Barletta - giovedì 27 ottobre 2022
18.26 Comunicato Stampa
Una dichiarazione giunta per la necessità di «precisare e al tempo stesso mettere in chiaro alcune verità che spesso, direi sempre più spesso, la politica abilmente riesce a mistificare».
Si legge così nell'intervento a firma del segretario cittadino di Puglia Popolare di Barletta, dott. Nico Salvemini, e del consigliere comunale Luigi Dimonte, che annunciano una radicale presa di distanza dal Partito Democratico.
«Puglia Popolare è una forza politica liberal democratica che trae ispirazione dai principi del popolarismo europeo, che in Italia si radicò con l'impegno civile, e sociale di Don Luigi Sturzo, Sacerdote di Caltagirone, fondatore dell'ANCI e del Partito Popolare. Puglia Popolare, sin dal suo primo giorno in cui è nata in questa Regione, ha avviato un graduale e progressivo radicamento capillare su tutti i territori provinciali ed in tutti i capoluoghi di provincia.
Sono centinaia i consiglieri eletti tra le nostre fila in tutti i campanili della Puglia, dal più piccolo comune alle grandi realtà, sino a quella metropolitana.
Orbene, in questi anni le difficoltà dei cittadini e delle famiglie hanno modificato più responsabilmente la percezione della cosa pubblica e delle istituzioni. Lo sapete bene : da un lato la congiuntura economica, gli effetti devastanti della pandemia, l'instabilità politica, sono stati tutti fattori che hanno minato in radice il rapporto di fiducia che alimenta il nostro sistema democratico.
Il punto è che c'è bisogno oggi più che mai di una classe dirigenza mossa da maggiore responsabilità e di un maggior senso pratico nella risoluzione dei tanti problemi che gravano sulle nostre comunità come un macigno.
Così come è avvenuto nelle altre città della BAT, anche a Barletta intendiamo avviare una serena interlocuzione con le istituzioni e con chi le rappresenta.
La nostra spinta a prendere parte al conflitto ideale nell'era post ideologica che attraversiamo è dunque sincera, perché non spinta da animo divisivo. E tuttavia, pur non disconoscendo la bontà del programma per il quale ci siamo impegnati in campagna elettorale, non possiamo non evidenziare il tentativo maliardo, sterile quanto inutile, posto in essere dal Partito Democratico che non perde occasione per penalizzare la nostra città per ricorrenti giochi di potere.
Non deve quindi passare inosservato anche lo sgarbo che una pattuglia ancorata a quella forza politica ha perpetrato, in seno al consiglio regionale, contro Puglia Popolare, determinando la decadenza del suo leader dalle funzioni di direttore generale dell'Arpal.
Un'azione pretestuosa orchestrata in maniera guerresca, ordita con una ferrea volontà da far invidia al miglior stile giacobino. Eppure la nostra Forza politica fu determinante per la vittoria del centrosinistra che oggi consente ad Emiliano di guidare la Regione Puglia. Circa 100 mila voti furono consegnati dai nostri elettori al simbolo di Puglia Popolare, schierato in quella coalizione, lo abbiamo dimenticato? E cosa ha pensato il Pd di far di quel consenso che non gli appartiene?
Sapete bene anche questo, perché i fatti della cronaca del Palazzo hanno raccontano la mancanza di riconoscenza ed insieme la forte incoerenza che oggi brilla nella sede del Partito che risiede a Roma in via del Nazareno, scelta toponomastica devo dire molto inappropriata quanto incauta perché l'epiteto "Nazareno" richiama il nome di Gesù, persona poco incline a consumare vendette come la storia descrive, propensò a promuoverà in nome della Fede la fratellanza.
Vorrei concludere quindi per darvi ora per allora, affinché si conservi a futura memoria, la nostra ferma convinzione di non poter più avere un rapporto con il Pd, perché consumando un'azione così carica di astio immotivato, così ingenerosa ed irresponsabile ha stracciato il rapporto di fratellanza come solo in un bivacco poteva accadere.
Continueremo quindi a svolgere la nostra azione nell'esclusivo interesse di Barletta e della sua splendida comunità, mantenendo ferma la nostra azione sulle nostre idee e sui nostri ideali, convinti come siamo che con pazienza, vince sempre chi dura, come la storia insegna.
Con questo voglio anche dire che non siamo in alcun modo interessati al regolamento di conti tra la maggioranza e chi cerca, con i soliti giochi di palazzo, di distruggerla. Agire in questo modo sarebbe come affiancarsi al metodo di un partito, quello Democratico, dal quale vogliamo coscientemente assumere una distanza olimpica.
Siamo diversi, siamo fatti di altra pasta, abbiamo una storia diversa. Ce lo ricordano i fatti e le circostanze.
La nostra azione in questo consesso rimane ancorata al solo interesse che spinge la nostra azione: coltivare il bene di Barletta e dei barlettani».
Si legge così nell'intervento a firma del segretario cittadino di Puglia Popolare di Barletta, dott. Nico Salvemini, e del consigliere comunale Luigi Dimonte, che annunciano una radicale presa di distanza dal Partito Democratico.
«Puglia Popolare è una forza politica liberal democratica che trae ispirazione dai principi del popolarismo europeo, che in Italia si radicò con l'impegno civile, e sociale di Don Luigi Sturzo, Sacerdote di Caltagirone, fondatore dell'ANCI e del Partito Popolare. Puglia Popolare, sin dal suo primo giorno in cui è nata in questa Regione, ha avviato un graduale e progressivo radicamento capillare su tutti i territori provinciali ed in tutti i capoluoghi di provincia.
Sono centinaia i consiglieri eletti tra le nostre fila in tutti i campanili della Puglia, dal più piccolo comune alle grandi realtà, sino a quella metropolitana.
Orbene, in questi anni le difficoltà dei cittadini e delle famiglie hanno modificato più responsabilmente la percezione della cosa pubblica e delle istituzioni. Lo sapete bene : da un lato la congiuntura economica, gli effetti devastanti della pandemia, l'instabilità politica, sono stati tutti fattori che hanno minato in radice il rapporto di fiducia che alimenta il nostro sistema democratico.
Il punto è che c'è bisogno oggi più che mai di una classe dirigenza mossa da maggiore responsabilità e di un maggior senso pratico nella risoluzione dei tanti problemi che gravano sulle nostre comunità come un macigno.
Così come è avvenuto nelle altre città della BAT, anche a Barletta intendiamo avviare una serena interlocuzione con le istituzioni e con chi le rappresenta.
La nostra spinta a prendere parte al conflitto ideale nell'era post ideologica che attraversiamo è dunque sincera, perché non spinta da animo divisivo. E tuttavia, pur non disconoscendo la bontà del programma per il quale ci siamo impegnati in campagna elettorale, non possiamo non evidenziare il tentativo maliardo, sterile quanto inutile, posto in essere dal Partito Democratico che non perde occasione per penalizzare la nostra città per ricorrenti giochi di potere.
Non deve quindi passare inosservato anche lo sgarbo che una pattuglia ancorata a quella forza politica ha perpetrato, in seno al consiglio regionale, contro Puglia Popolare, determinando la decadenza del suo leader dalle funzioni di direttore generale dell'Arpal.
Un'azione pretestuosa orchestrata in maniera guerresca, ordita con una ferrea volontà da far invidia al miglior stile giacobino. Eppure la nostra Forza politica fu determinante per la vittoria del centrosinistra che oggi consente ad Emiliano di guidare la Regione Puglia. Circa 100 mila voti furono consegnati dai nostri elettori al simbolo di Puglia Popolare, schierato in quella coalizione, lo abbiamo dimenticato? E cosa ha pensato il Pd di far di quel consenso che non gli appartiene?
Sapete bene anche questo, perché i fatti della cronaca del Palazzo hanno raccontano la mancanza di riconoscenza ed insieme la forte incoerenza che oggi brilla nella sede del Partito che risiede a Roma in via del Nazareno, scelta toponomastica devo dire molto inappropriata quanto incauta perché l'epiteto "Nazareno" richiama il nome di Gesù, persona poco incline a consumare vendette come la storia descrive, propensò a promuoverà in nome della Fede la fratellanza.
Vorrei concludere quindi per darvi ora per allora, affinché si conservi a futura memoria, la nostra ferma convinzione di non poter più avere un rapporto con il Pd, perché consumando un'azione così carica di astio immotivato, così ingenerosa ed irresponsabile ha stracciato il rapporto di fratellanza come solo in un bivacco poteva accadere.
Continueremo quindi a svolgere la nostra azione nell'esclusivo interesse di Barletta e della sua splendida comunità, mantenendo ferma la nostra azione sulle nostre idee e sui nostri ideali, convinti come siamo che con pazienza, vince sempre chi dura, come la storia insegna.
Con questo voglio anche dire che non siamo in alcun modo interessati al regolamento di conti tra la maggioranza e chi cerca, con i soliti giochi di palazzo, di distruggerla. Agire in questo modo sarebbe come affiancarsi al metodo di un partito, quello Democratico, dal quale vogliamo coscientemente assumere una distanza olimpica.
Siamo diversi, siamo fatti di altra pasta, abbiamo una storia diversa. Ce lo ricordano i fatti e le circostanze.
La nostra azione in questo consesso rimane ancorata al solo interesse che spinge la nostra azione: coltivare il bene di Barletta e dei barlettani».