Territorio
Puglia: la sua vocazione agricola minacciata dalla criminalità
Interviene Coldiretti Puglia sulla questione e ascolta l'allarme degli agricoltori
Barletta - giovedì 21 ottobre 2021
Comunicato Stampa
Nella provincia più olivetata d'Europa c'è una grande attesa durante questo periodo per l'avvio della stagione. Nella Bat e a Barletta viene avviata la campagna olivicola, consapevoli che il raccolta sarà sicuramente inferiore rispetto alle aspettative, a causa della prolungata siccità che ha colpito l'Italia e in particolare la nostra regione, arrivando a toccare temperature da record. Contemporaneamente gli agricoltori registrano una forte preoccupazione per i furti di olive in campagna. Difatti, hanno deciso di presidiare il raccolto non soltanto in presenza, ma anche attraverso la tecnologia. Come? Gli agricoltori segnalano «visite sospette» attraverso i gruppi Whatsapp di cui fanno parte. Allarme lanciato anche da Coldiretti Puglia, segnalando le condizioni di lavoro e di vita nelle aree rurali pugliesi, dove gli agricoltori vivono loro malgrado una quotidianità preoccupante.
«Le aziende agricole hanno bisogno di sicurezza, perché la criminalità le costringe a vivere quotidianamente attanagliate in un clima di incertezza e paura. È necessaria – ribadisce Coldiretti Puglia - l'attivazione di una cabina di regia tra il Ministero delle Politiche Agricole e il Ministero dell'Interno che coordini le attività delle forze dell'ordine, che va sostenuto con l'intervento dell'Esercito in alcune aree a forte rischio, come le province di Bari con zone più a rischio e la Barletta Andria Trani. Nel periodo della raccolta i furti di olive diventano praticamente quotidiani con i danneggiamenti degli alberi tanto da aver spinto alcuni agricoltori ad organizzarsi con ronde notturne e diurne per presidiare le campagne».
«Nei furti i ladri di olive – aggiunge Coldiretti Puglia – riescono in pochi minuti a portare via oltre 30 kg di olive ad albero, battendo gli ulivi con mazze di ferro o alluminio, per far cadere il maggior quantitativo di prodotto, ma danneggiando al contempo gravemente le piante».
«Capitolo a parte merita – insiste Colomba Mongiello dell'Osservatorio sulla criminalità in agricoltura e agroalimentare della Coldiretti - il mercato parallelo di prodotti agricoli provenienti da migliaia di chilometri di distanza, a partire dall'olio, spesso sofisticati, spacciati per prodotti di qualità, quando di qualità non sono, per cui viene illegalmente utilizzato il marchio 'made in Puglia', a danno dell'imprenditoria agricola pugliese e dei consumatori. Non solo si appropriano di vasti comparti dell'agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l'imprenditoria onesta, ma compromettono in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l'effetto indiretto di minare profondamente l'immagine dei prodotti italiani ed il valore del marchio Made in Italy».
«I poteri criminali si "annidano" nel percorso che uva da vino, olio, frutta e verdura, carne e pesce, devono compiere – insiste Coldiretti Puglia - per raggiungere le tavole degli italiani passando per alcuni grandi mercati di scambio fino alla grande distribuzione. Con i classici strumenti dell'estorsione e dell'intimidazione le agromafie impongono i prezzi dei prodotti agricoli e la vendita di determinate produzioni agli esercizi commerciali che a volte, approfittando della crisi economica, arrivano a rilevare direttamente grazie alle disponibilità di capitali ottenuti da altre attività criminose. Non solo si appropriano di vasti comparti dell'agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l'imprenditoria onesta, ma – continua la Coldiretti Puglia – compromettono in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l'effetto indiretto di minare profondamente l'immagine dei prodotti italiani ed il valore del marchio Made in Italy.
La Puglia è una regione a forte vocazione agricola ed è per questo – conclude Coldiretti Puglia - che il business delle agromafie è divenuto particolarmente appetibile».
«Le aziende agricole hanno bisogno di sicurezza, perché la criminalità le costringe a vivere quotidianamente attanagliate in un clima di incertezza e paura. È necessaria – ribadisce Coldiretti Puglia - l'attivazione di una cabina di regia tra il Ministero delle Politiche Agricole e il Ministero dell'Interno che coordini le attività delle forze dell'ordine, che va sostenuto con l'intervento dell'Esercito in alcune aree a forte rischio, come le province di Bari con zone più a rischio e la Barletta Andria Trani. Nel periodo della raccolta i furti di olive diventano praticamente quotidiani con i danneggiamenti degli alberi tanto da aver spinto alcuni agricoltori ad organizzarsi con ronde notturne e diurne per presidiare le campagne».
«Nei furti i ladri di olive – aggiunge Coldiretti Puglia – riescono in pochi minuti a portare via oltre 30 kg di olive ad albero, battendo gli ulivi con mazze di ferro o alluminio, per far cadere il maggior quantitativo di prodotto, ma danneggiando al contempo gravemente le piante».
«Capitolo a parte merita – insiste Colomba Mongiello dell'Osservatorio sulla criminalità in agricoltura e agroalimentare della Coldiretti - il mercato parallelo di prodotti agricoli provenienti da migliaia di chilometri di distanza, a partire dall'olio, spesso sofisticati, spacciati per prodotti di qualità, quando di qualità non sono, per cui viene illegalmente utilizzato il marchio 'made in Puglia', a danno dell'imprenditoria agricola pugliese e dei consumatori. Non solo si appropriano di vasti comparti dell'agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l'imprenditoria onesta, ma compromettono in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l'effetto indiretto di minare profondamente l'immagine dei prodotti italiani ed il valore del marchio Made in Italy».
«I poteri criminali si "annidano" nel percorso che uva da vino, olio, frutta e verdura, carne e pesce, devono compiere – insiste Coldiretti Puglia - per raggiungere le tavole degli italiani passando per alcuni grandi mercati di scambio fino alla grande distribuzione. Con i classici strumenti dell'estorsione e dell'intimidazione le agromafie impongono i prezzi dei prodotti agricoli e la vendita di determinate produzioni agli esercizi commerciali che a volte, approfittando della crisi economica, arrivano a rilevare direttamente grazie alle disponibilità di capitali ottenuti da altre attività criminose. Non solo si appropriano di vasti comparti dell'agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l'imprenditoria onesta, ma – continua la Coldiretti Puglia – compromettono in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l'effetto indiretto di minare profondamente l'immagine dei prodotti italiani ed il valore del marchio Made in Italy.
La Puglia è una regione a forte vocazione agricola ed è per questo – conclude Coldiretti Puglia - che il business delle agromafie è divenuto particolarmente appetibile».