Viva
Prostituzione, i cittadini di Barletta dicono "Basta!"
Petizione contro le lucciole sulla strada per la Madonna dello Sterpeto. La raccolta di firme è stata inoltrata alle forze dell'ordine
Barletta - domenica 9 gennaio 2011
Prostituzione, una piaga sociale e culturale. Anche la nostra città non ne è esente. L'ultima dimostrazione è arrivata da un gruppo di cittadini barlettani residenti nei pressi del santuario della Madonna dello Sterpeto, i quali hanno messo in atto una raccolta di firme per dire "basta" a questo degradante fenomeno., con centinaia di firme inviate alle forze dell'ordine. La petizione ha portato alla raccolta di diverse centinaia di firme, poi inoltrate a tutte le forze dell'ordine.
Il contenuto della lettera presentata dai firmatari della petizione rivela le svariate sfaccettature, sociali, culturali e legali che il fenomeno della prostituzione porta con sé. La richiesta formulata nella lettera è lo sgombero definitivo delle prostitute che, ogni giorno, con atteggiamenti volgari, poco civili e vergognosi si esibiscono sulle strade nelle vicinanze del Santuario Madonna dello Sterpeto, a ridosso del ponte, in curva, sotto la complanare 16 bis.
Alla deprecabilità morale della piaga-prostituzione vanno sommati i rifiuti, la sporcizia le siringhe e i profilattici che fanno bella mostra di sè sui terreni adiacenti alle abitazioni dei residenti, senza però scoraggiare gli "utenti" del sesso a pagamento. Alla questione igienica si aggiunge l'indecenza che la visione di atti osceni in luogo pubblico provoca dal punto di vista educativo, trattandosi di una strada in cui spesso sono di passaggio anche ragazzi e bambini.
Per i residenti in zona la situazione non è più tollerabile, come testimoniato severamente da uno dei firmatari della petizione-esposto: «dalla mattina sino al tardo pomeriggio ci sono ragazze che vendono sesso, che esercitano indisturbate le loro attività e per noi è divenuto impossibile fare anche solo una passeggiata». L'imbarazzo nelle parole dell'uomo è palpabile: «il mio uliveto è pieno di preservativi e fazzoletti sporchi – ha aggiunto – non è possibile che noi residenti siamo
costretti ad una sorta di coprifuoco senza diritto di uscire o di aprire le finestre».
La legge punisce lo sfruttamento, non la prostituzione, e le forze dell'ordine hanno strumenti limitati, tanto più che le giovani lucciole sono abili a nascondersi o a scappare. Ciononostante i firmatari dell'esposto invocano un pronto intervento del comune, attraverso un controllo quotidiano e capillare della zona, che assicuri rispetto delle norme sociali, legali e igieniche che sono alla base del "quieto vivere". La soluzione di questo annoso problema passa dal combattere iprotettori, i veri responsabili di questo «business» del sesso in strada, del quale anche le prostitute sono a loro volta vittime.
Il contenuto della lettera presentata dai firmatari della petizione rivela le svariate sfaccettature, sociali, culturali e legali che il fenomeno della prostituzione porta con sé. La richiesta formulata nella lettera è lo sgombero definitivo delle prostitute che, ogni giorno, con atteggiamenti volgari, poco civili e vergognosi si esibiscono sulle strade nelle vicinanze del Santuario Madonna dello Sterpeto, a ridosso del ponte, in curva, sotto la complanare 16 bis.
Alla deprecabilità morale della piaga-prostituzione vanno sommati i rifiuti, la sporcizia le siringhe e i profilattici che fanno bella mostra di sè sui terreni adiacenti alle abitazioni dei residenti, senza però scoraggiare gli "utenti" del sesso a pagamento. Alla questione igienica si aggiunge l'indecenza che la visione di atti osceni in luogo pubblico provoca dal punto di vista educativo, trattandosi di una strada in cui spesso sono di passaggio anche ragazzi e bambini.
Per i residenti in zona la situazione non è più tollerabile, come testimoniato severamente da uno dei firmatari della petizione-esposto: «dalla mattina sino al tardo pomeriggio ci sono ragazze che vendono sesso, che esercitano indisturbate le loro attività e per noi è divenuto impossibile fare anche solo una passeggiata». L'imbarazzo nelle parole dell'uomo è palpabile: «il mio uliveto è pieno di preservativi e fazzoletti sporchi – ha aggiunto – non è possibile che noi residenti siamo
costretti ad una sorta di coprifuoco senza diritto di uscire o di aprire le finestre».
La legge punisce lo sfruttamento, non la prostituzione, e le forze dell'ordine hanno strumenti limitati, tanto più che le giovani lucciole sono abili a nascondersi o a scappare. Ciononostante i firmatari dell'esposto invocano un pronto intervento del comune, attraverso un controllo quotidiano e capillare della zona, che assicuri rispetto delle norme sociali, legali e igieniche che sono alla base del "quieto vivere". La soluzione di questo annoso problema passa dal combattere iprotettori, i veri responsabili di questo «business» del sesso in strada, del quale anche le prostitute sono a loro volta vittime.