Intervista ad Aldo Musti
Intervista ad Aldo Musti
La città

Prima o poi troverò anche io il mio “giudice a Berlino”

Intervista ad Aldo Musti. Barlettalife inaugura lo spazio “Rompere il muro del silenzio”

Inauguriamo con l'intervista di oggi una nuova serie di interventi di Barlettalife. La caduta dell'amministrazione Maffei ci consente di ospitare molte testimonianze che era difficile raccogliere mentre l'amministrazione era in carica. Vorremmo raccontare storia di cattiva amministrazione. Idealmente il titolo di questo spazio è: "Rompere il muro del silenzio".

Incontriamo oggi il sig. Aldo Musti, imprenditore della nostra città, perché la sua storia è un esempio della tenacia di un cittadino che faticosamente difende i suoi diritti. Questo racconto offre uno squarcio inquietante su ciò che accade nell'Amministrazione comunale che, invece di considerare tutti i cittadini uguali, ne considera "alcuni più uguali degli altri".

Allora, sig. Musti, da dove cominciamo?
«Direi dall'inizio».

Bene, allora ci racconti la Sua storia dal principio
«Come tutti gli imprenditori della zona merceologica, ero compiaciuto dei lavori di fogna e strada che il Comune qualche anno fa stava realizzando, ed aspettavo ansioso che i lavori arrivassero fino alla mia azienda, come previsto in progetto».

Fin qui nessun problema
«I problemi iniziarono quando, con mia amara sorpresa, i lavori si fermarono a pochi metri dalla mia azienda, senza nessun motivo. Mi attivai per cercare di capire cosa fosse successo, ma nessuno sapeva dare spiegazioni convincenti. Seppi solo tempo dopo che erano finiti i soldi, e che i lavori sarebbero stati ultimati appena reperiti nuovi fondi».

E allora cosa pensò di fare?
«Sapendo come vanno le cose, ed attendendo ormai da troppo tempo che venisse fatta la strada, chiesi al Comune di poter realizzare, a mie spese, una viabilità provvisoria su un pezzo di terra incolta ed abbandonata di proprietà comunale, in attesa che il Comune ultimasse i lavori come da progetto. E il Comune mi autorizzò a farlo».

Un lieto fine, quindi
«E no. Perché appena iniziati i lavori, un confinante avviò due o tre cause contro me e contro il Comune, dicendo di essere proprietario di quel fazzoletto di terra incolta e che il P.R.G. non prevede nessuna strada in quel punto. Adesso non mi ricordo neppure quante cause ho fatto, tra quelle finite e quelle ancora in piedi».

Allora il problema è il confinante: solita lite di vicinato
«Non è quello il problema. Il vicino bada ai suoi interessi, come io badavo ai miei. Anche se, come ho scoperto, in questi anni, lui è molto più bravo di me a farlo».

In che senso?
«Che io ed il mio vicino litighiamo per un pezzo di terra incolta poco importa. Che invece il Comune, che tra l'altro dovrebbe essere dalla mia stessa parte, boicotti me ed agevoli il comune avversario è invece grave ed inspiegabile. E' come se, durante una partita, ci si accorgesse che l'arbitro ed alcuni compagni di squadra giochino per l'avversario».

Quale atteggiamento ha trovato nell'amministrazione comunale per parlare in questo modo?
«Io devo sudare le proverbiali quattro camice pure per avere la copia di un documento, che, invece, viene consegnato seduta stante ad altri. Se scrivevo al Sindaco od ai dirigenti, o non ricevo risposta o la ricevevo molto tempo dopo, e sempre evasiva. Se raccontassi cosa mi succede in alcuni uffici comunali, ci sarebbe da ridere o da piangere. Qualche funzionario comunale, magari noto per la sua accondiscendenza, appena mi vede entrare nella stanza, si trasforma nella caricatura di un ufficiale prussiano. Come sempre, purtroppo, la legge si applica ai nemici, cioè a me, e si interpreta per gli amici. E' persino capitato che in una causa in cui si sostiene la proprietà comunale di quel fazzoletto di terra, il Comune abbia talvolta appoggiato la linea difensiva dell'avversario, quasi che la causa, e quindi la proprietà, il Comune la voglia perdere e non conservare. Scordandosi però che ciò che appartiene al Comune non è suo, ma appartiene a tutti i cittadini di Barletta».

Insomma Lei sostiene che il Comune non sia stato equidistante…
«Pur di coprire ed avvantaggiare qualcuno, c'è stato qualche funzionario comunale che, pregiudicando gli interessi dello stesso Comune, non hanno esitato a negare persino l'esistenza stessa della strada! Come se la strada di via dei Muratori su cui tutti possono camminare e parcheggiare non esistesse. Come se il Comune non avesse speso soldi pubblici per fare la strada e la fogna in quel punto. Come se non ci fosse stato un progetto, un appalto, un collaudo a dimostrazione dei lavori fatti. E ancora oggi, pensate, c'è qualcuno che continua a negarla. Roba da matti. Da ridere, per chi non ci capita in mezzo».

Se fosse vero quello che Lei sostiene, sarebbe un fatto terribilmente grave
«Ci sono i verbali di causa. Basta leggerli».

Una cosa non è ancora chiara. Perché si impiegano anni per capire se il P.R.G. prevede o non prevede la strada su quel pezzo di terra. Non è sufficiente dare un'occhiata alle tavole grafiche in cui è indicata la viabilità?
«Le tavole grafiche, prima, bisogna trovarle».

Che vuol dire?
«Voglio dire che al Comune gli originali delle tavole grafiche non si trovano, o non si vogliono trovare».

Non si trovano? Come è possibile?
«Nel senso che non si trovano. Il sospetto, ormai sempre più concreto, è che qualcuno le abbia fatte sparire o distrutte».

Che interesse ci sarebbe a farle sparire o a distruggerle?
«Per impedire che si scopra che le tavole grafiche inviate anni fa dal Comune alla Regione non corrispondono alla volontà del Consiglio comunale, ma sono state manipolate furtivamente, prima o dopo l'approvazione del Consiglio comunale, ma a sua insaputa».

Quale è la Sua ricostruzione? Cerchi di spiegarlo chiaramente per i lettori
«Allora, il Comune, nel 1999, incarica alcuni progettisti di fare la variante di adeguamento del P.R.G. del 1971. Il progetto fatto dai progettisti incaricati conserva la strada in quel punto e nessuno del Consiglio comunale gli dice di sopprimerla. Ciò nonostante, il progetto, che pure era entrato in Comune con la strada, esce dal Comune senza strada. Senza spiegazione. Così».

E come ci si è accorti di questo?
«Perché, come al solito, e per fortuna, chi fa le pentole dimentica i coperchi, ed il P.R.G. è ancora pieno di precisi riferimenti alla strada. E' come se qualcuno avesse rubato la cornetta del telefono sperando di eliminare anche la linea telefonica, mentre quella rimane invece attiva ed il numero figura sull'elenco degli abbonati».

Ma qualcuno del Comune avrà dato una spiegazione!
«Una? Magari. Più di una: ognuno ha detto la sua. L'ex Sindaco Maffei ha sempre detto che si è trattato di un errore materiale. L'ex dirigente dell'U.T.C. dice che è stata una scelta consapevole di qualcuno, senza dire però chi è questo qualcuno e dove e quando l'avrebbe detto. Un altro dirigente, che invece è recentemente tornato al suo posto, ha scritto una relazione che sembra fatta apposta per non essere capita da chi di dovere».

Ora qual è la situazione?
«Speriamo di trovare un giudice che abbia la pazienza e la voglia di capire davvero. Infatti, ancora oggi la questione è oggetto di varie cause davanti a Tribunali civili ed amministrativi».

Allora manca solo il tassello della giustizia penale
«Qualcosa ha iniziato a muoversi anche lì. Spero che il resto non tardi ad arrivare. Le conseguenze sarebbero clamorose, come si suol dire. Come semplice cittadino non ho altra scelta che avere fiducia in chi dovrebbe far rispettare la legge e punire i colpevoli. Prima o poi troverò anche io il mio "giudice a Berlino".E questo non servirà solo a me, ma servirà ad evitare che alcuni fatti si ripetano a Barletta e che altri cittadini debbano passare ciò che ho passato io. Se altri lo avessero fatto prima di me, me lo avrebbero evitato. Non voglio avere lo stesso rimorso con i miei concittadini. Meritano più di quanto hanno avuto sinora. E ciò che non hanno avuto, è perché se l'è preso qualcuno al posto loro».

Grazie mille per la Sua testimonianza. E speriamo che quel giudice ci sia davvero…
«Grazie a voi».
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