Servizi sociali
Prenotazioni in farmacia, polemica per i due euro a carico dei cittadini
Intervengono il consigliere regionale Mennea e la Cgil Bat
BAT - domenica 31 agosto 2014
Si sollevano voci di aperta polemica contro la decisione scaturita dall'accordo tra Regione e sindacato dei farmacisti che prevede, a partire da martedì 2 settembre, il pagamento di 2 euro per le prenotazioni e le disdette di esami e visite specialistiche per ogni prestazione sanitaria. Un pagamento che va a pesare sulle tasche dei cittadini, come ha già avuto modo di commentare il dottor Benedetto Delvecchio: ora si uniscono nel coro di dissenso contro questa decisione anche il consigliere regionale Ruggiero Mennea e la Cgil Bat.
"Un servizio che doveva migliorare la vita dei cittadini ora rischia di rappresentare l'ennesimo salasso. E' inaccettabile. Ci sono altre strade per recuperare le risorse necessarie a mantenere e persino ampliare un servizio di grande valore sociale, specie per alcune fasce deboli della popolazione". Così il consigliere regionale del Partito Democratico Ruggiero Mennea: "E' evidente che il servizio non può gravare sulla categoria dei farmacisti", aggiunge Mennea, "soprattutto perché ha costi indiretti molto alti, porta via tempo e in alcune piccole realtà dove c'è una sola farmacia, il suo titolare è costretto ad occuparsi di tutto. E' altrettanto evidente che a questo servizio non si può più rinunciare, specie in una regione in cui code e liste di attesa rappresentano un problema rilevante. Ecco perché ero rimasto favorevolmente colpito quando, pochi mesi fa, dopo la sospensione della possibilità di prenotare esami presso le farmacie della provincia di Barletta-Andia-Trani, la Direzione generale della Asl Bt propose un progetto di sperimentazione gestionale del servizio senza oneri per il cittadino e al costo di 1,50 euro a carico della Asl, per ogni prenotazione effettuata e fino a un tetto massimo di 250mila euro annui". "Un progetto analogo", prosegue Mennea, "forse persino più efficace per i cittadini, è stato proposto dalla Federazione dei Medici di Famiglia e dal suo segretario provinciale, il dottor Dino Delvecchio, con il quale si permetterebbe ai cittadini di prenotare visite ed esami direttamente negli studi dei propri medici di famiglia. Un progetto, tra l'altro, sperimentato con successo nelle ultime settimane". "Non intendo rimanere in silenzio di fronte ad una situazione che, a partire dal 2 settembre, andrà a penalizzare pesantemente le tasche dei cittadini e in maniera più rilevante quelle di anziani e malati, ovvero coloro che più di ogni altro necessitano di visite ed esami medici", conclude il consigliere regionale del Pd. "Pertanto, chiederò immediatamente l'intervento dell'Assessore alla Sanità, Donato Pentassuglia, affinché non si verifichi alcuna spesa aggiuntiva per chi usufruirà del Cup decentrato e, non per questo, la scomparsa di questo preziosissimo servizio".
"Avremmo tanto voluto sbagliarci ed invece no, è andata esattamente come denunciavamo noi quando nei primi giorni di luglio parlavamo della probabilità che da settembre prenotare in farmacia una visita o un esame specialistico avrebbe avuto un costo a carico dei cittadini". Commenta così Luigi Antonucci, segretario generale della Cgil di Barletta–Andria-Trani. "Siamo certi che a prevalere sarà la logica del 'meglio pagare che fare lunghe code ai Cup', peccato che questa 'comoda' alternativa sarà valida però solo per pochi e non certo per tutti. Si pensi alle persone a basso reddito o ai pensionati, quelli stessi che stando alle statistiche Istat sono indicati come i più poveri d'Europa. Siamo convinti che la priorità sia quella di cercare di evitare le file di ore che i cittadini sono costretti a fare ai Cup ma non certo facendo pagare un servizio essenziale come questo. Bisognerebbe aumentare i punti di prenotazione oppure potenziare quelli già esistenti. Perché non proseguire sulla strada già intrapresa nella Asl Bat dove le prenotazioni in via sperimentale sono state affidate ad alcuni studi medici del territorio?". "Chiediamo a chi governa di mettere immediatamente sul tavolo soluzioni 'a costo zero' per i cittadini e ribadiamo tutta la nostra contrarietà al costo di due euro delle prenotazione. Le istituzioni forse, a tutti i livelli, non hanno ancora ben compreso la drammaticità del momento storico che stiamo vivendo continuando a mettere la testa sotto la sabbia. Chi ha il compito di decidere del futuro della gente non può più continuare a giustificarsi con il solito 'non possiamo fare altro'. È una logica che – conclude Antonucci – non ci appartiene e quindi non accetteremo questa cosa come ineluttabile ma ci batteremo per farla cambiare".
"Un servizio che doveva migliorare la vita dei cittadini ora rischia di rappresentare l'ennesimo salasso. E' inaccettabile. Ci sono altre strade per recuperare le risorse necessarie a mantenere e persino ampliare un servizio di grande valore sociale, specie per alcune fasce deboli della popolazione". Così il consigliere regionale del Partito Democratico Ruggiero Mennea: "E' evidente che il servizio non può gravare sulla categoria dei farmacisti", aggiunge Mennea, "soprattutto perché ha costi indiretti molto alti, porta via tempo e in alcune piccole realtà dove c'è una sola farmacia, il suo titolare è costretto ad occuparsi di tutto. E' altrettanto evidente che a questo servizio non si può più rinunciare, specie in una regione in cui code e liste di attesa rappresentano un problema rilevante. Ecco perché ero rimasto favorevolmente colpito quando, pochi mesi fa, dopo la sospensione della possibilità di prenotare esami presso le farmacie della provincia di Barletta-Andia-Trani, la Direzione generale della Asl Bt propose un progetto di sperimentazione gestionale del servizio senza oneri per il cittadino e al costo di 1,50 euro a carico della Asl, per ogni prenotazione effettuata e fino a un tetto massimo di 250mila euro annui". "Un progetto analogo", prosegue Mennea, "forse persino più efficace per i cittadini, è stato proposto dalla Federazione dei Medici di Famiglia e dal suo segretario provinciale, il dottor Dino Delvecchio, con il quale si permetterebbe ai cittadini di prenotare visite ed esami direttamente negli studi dei propri medici di famiglia. Un progetto, tra l'altro, sperimentato con successo nelle ultime settimane". "Non intendo rimanere in silenzio di fronte ad una situazione che, a partire dal 2 settembre, andrà a penalizzare pesantemente le tasche dei cittadini e in maniera più rilevante quelle di anziani e malati, ovvero coloro che più di ogni altro necessitano di visite ed esami medici", conclude il consigliere regionale del Pd. "Pertanto, chiederò immediatamente l'intervento dell'Assessore alla Sanità, Donato Pentassuglia, affinché non si verifichi alcuna spesa aggiuntiva per chi usufruirà del Cup decentrato e, non per questo, la scomparsa di questo preziosissimo servizio".
"Avremmo tanto voluto sbagliarci ed invece no, è andata esattamente come denunciavamo noi quando nei primi giorni di luglio parlavamo della probabilità che da settembre prenotare in farmacia una visita o un esame specialistico avrebbe avuto un costo a carico dei cittadini". Commenta così Luigi Antonucci, segretario generale della Cgil di Barletta–Andria-Trani. "Siamo certi che a prevalere sarà la logica del 'meglio pagare che fare lunghe code ai Cup', peccato che questa 'comoda' alternativa sarà valida però solo per pochi e non certo per tutti. Si pensi alle persone a basso reddito o ai pensionati, quelli stessi che stando alle statistiche Istat sono indicati come i più poveri d'Europa. Siamo convinti che la priorità sia quella di cercare di evitare le file di ore che i cittadini sono costretti a fare ai Cup ma non certo facendo pagare un servizio essenziale come questo. Bisognerebbe aumentare i punti di prenotazione oppure potenziare quelli già esistenti. Perché non proseguire sulla strada già intrapresa nella Asl Bat dove le prenotazioni in via sperimentale sono state affidate ad alcuni studi medici del territorio?". "Chiediamo a chi governa di mettere immediatamente sul tavolo soluzioni 'a costo zero' per i cittadini e ribadiamo tutta la nostra contrarietà al costo di due euro delle prenotazione. Le istituzioni forse, a tutti i livelli, non hanno ancora ben compreso la drammaticità del momento storico che stiamo vivendo continuando a mettere la testa sotto la sabbia. Chi ha il compito di decidere del futuro della gente non può più continuare a giustificarsi con il solito 'non possiamo fare altro'. È una logica che – conclude Antonucci – non ci appartiene e quindi non accetteremo questa cosa come ineluttabile ma ci batteremo per farla cambiare".