Politica
Povero PDL!
Il commento politico di Oronzo Cilli. «Perché sia molto di più di un semplice rimescolamento di carte»
Barletta - mercoledì 26 settembre 2012
«Ancor prima della definizione della legge elettorale e prendendo spunto da quanto di negativo emerge dalla vicenda legata alla Regione Lazio, è importante che il Popolo della Libertà avvii al suo interno un vero e, se necessario, duro dibattito sul proprio futuro e su quello, più importante, del Paese». Duro intervento del Dirigente provinciale PDL-BAT Oronzo Cilli in una contingente situazione, quella del Pdl, non semplice a livello nazionale con inevitabili ripercussioni su scala locale.
«Chiara e condivisibile è la posizione assunta da Gianni Alemanno, prima, e Alfredo Mantovano, poi, sulla necessità di azzeramento del Pdl che non dovrà essere "contro" ma, come ben rilevava Mantovano, deve essere "per". Una scelta che è richiesta da qualche tempo, affinché il centrodestra
italiano possa ritrovare quell'idea capace di fare sintesi delle richieste che provengono ogni giorno dai cittadini e trasformarle in azioni concrete che puntino prevalentemente a cambiare in profondità lo stato delle cose e a rimettere in moto il Paese. Bisogna partire dall'ammettere i propri errori, che inevitabilmente hanno contribuito a determinare lo stato attuale delle cose e a far allontanare i cittadini dalla politica. Così come c'è bisogno di
valorizzare quelle azioni, quei sani comportamenti e quell'impegno che in questi anni hanno anche contraddistinto uomini e donne del Pdl».
«Un azzeramento "per" allontanare quelle condotte disonorevoli per chi le ha compiute e dannose per il paese, in un momento dove il cittadino è chiamato a fare grandi sacrifici senza avere però prospettive certe sull'immediato futuro. Un azzeramento che non significa per forza "ricambio generazionale" o spazio ai giovani della politica esclusivamente in senso anagrafico. Gli ultimi episodi dimostrano che la soluzione non è soltanto quella, e che l'unico "ricambio" possibile è quello compiuto nella direzione della valorizzazione effettiva del il merito. Così come non è possibile pensare di risolvere il problema paventando scissioni tra ex alleati alle quali non credono neppure gli stessi proponenti».
«Azzeramento inteso non solo come una semplice sostituzione di questo o quel dirigente, o una rivisitazione del nome e del simbolo. È il momento di capire che il cittadino, prima che iscritto o elettore, ha una sua autonomia di valutazione alla quale non ha ancora abdicato. E a loro, a coloro i quali si andranno a chiedere consenso e si chiederà ancora una volta di rimettere nelle nostre mani il loro futuro e quello dei loro figli, non è lecito vendere illusioni. È tempo di rinnovamento, di rimettere tutto in discussione e ripartire dalle idee prima che dagli uomini. Bisogna capire qual è l'idea che ci
distingue dagli altri, qual è il senso di moralità e di etica politica, e seguirlo senza distinguere tra chi è intoccabile e chi no».
«Si avvii una discussione sulle primarie nella scelta dei candidati, sulle preferenze nella scelta dei parlamentari e se la legge elettorale non lo consente – e questa sarebbe la sconfitta della politica e del Pdl – si proceda nell'individuare quelle persone che hanno già avuto un'esperienza nei consigli comunali, provinciali e regionali. Si ponga un freno a parlamentari nominati, completamente slegati dal territorio e incapaci di dare risposte ai cittadini. È importare discutere su quale idea di sviluppo e crescita si vuol portare all'attenzione del paese, parlando chiaro e impegnandosi solo su quei punti che si è in grado di portare a compimento. I cittadini sono stanchi di programmi fotocopia e promesse talmente stupide da costituire un'offesa alle loro intelligenze. Il Pdl è chiamato a un'assunzione di responsabilità. Lo deve alla propria storia, lo deve ai cittadini che lo scelgono nella cabina elettorale, così come a coloro che optano per altre scelte ma che comunque s'intende governare, lo deve soprattutto a questo Paese che negli ultimi anni, proprio per quella mancanza di responsabilità di alcuni nostri esponenti, è stato offeso e oggi merita un cambio di rotta che parta dalla rifondazione delle idee. Perché sia molto di più di un semplice rimescolamento di carte».
«Chiara e condivisibile è la posizione assunta da Gianni Alemanno, prima, e Alfredo Mantovano, poi, sulla necessità di azzeramento del Pdl che non dovrà essere "contro" ma, come ben rilevava Mantovano, deve essere "per". Una scelta che è richiesta da qualche tempo, affinché il centrodestra
italiano possa ritrovare quell'idea capace di fare sintesi delle richieste che provengono ogni giorno dai cittadini e trasformarle in azioni concrete che puntino prevalentemente a cambiare in profondità lo stato delle cose e a rimettere in moto il Paese. Bisogna partire dall'ammettere i propri errori, che inevitabilmente hanno contribuito a determinare lo stato attuale delle cose e a far allontanare i cittadini dalla politica. Così come c'è bisogno di
valorizzare quelle azioni, quei sani comportamenti e quell'impegno che in questi anni hanno anche contraddistinto uomini e donne del Pdl».
«Un azzeramento "per" allontanare quelle condotte disonorevoli per chi le ha compiute e dannose per il paese, in un momento dove il cittadino è chiamato a fare grandi sacrifici senza avere però prospettive certe sull'immediato futuro. Un azzeramento che non significa per forza "ricambio generazionale" o spazio ai giovani della politica esclusivamente in senso anagrafico. Gli ultimi episodi dimostrano che la soluzione non è soltanto quella, e che l'unico "ricambio" possibile è quello compiuto nella direzione della valorizzazione effettiva del il merito. Così come non è possibile pensare di risolvere il problema paventando scissioni tra ex alleati alle quali non credono neppure gli stessi proponenti».
«Azzeramento inteso non solo come una semplice sostituzione di questo o quel dirigente, o una rivisitazione del nome e del simbolo. È il momento di capire che il cittadino, prima che iscritto o elettore, ha una sua autonomia di valutazione alla quale non ha ancora abdicato. E a loro, a coloro i quali si andranno a chiedere consenso e si chiederà ancora una volta di rimettere nelle nostre mani il loro futuro e quello dei loro figli, non è lecito vendere illusioni. È tempo di rinnovamento, di rimettere tutto in discussione e ripartire dalle idee prima che dagli uomini. Bisogna capire qual è l'idea che ci
distingue dagli altri, qual è il senso di moralità e di etica politica, e seguirlo senza distinguere tra chi è intoccabile e chi no».
«Si avvii una discussione sulle primarie nella scelta dei candidati, sulle preferenze nella scelta dei parlamentari e se la legge elettorale non lo consente – e questa sarebbe la sconfitta della politica e del Pdl – si proceda nell'individuare quelle persone che hanno già avuto un'esperienza nei consigli comunali, provinciali e regionali. Si ponga un freno a parlamentari nominati, completamente slegati dal territorio e incapaci di dare risposte ai cittadini. È importare discutere su quale idea di sviluppo e crescita si vuol portare all'attenzione del paese, parlando chiaro e impegnandosi solo su quei punti che si è in grado di portare a compimento. I cittadini sono stanchi di programmi fotocopia e promesse talmente stupide da costituire un'offesa alle loro intelligenze. Il Pdl è chiamato a un'assunzione di responsabilità. Lo deve alla propria storia, lo deve ai cittadini che lo scelgono nella cabina elettorale, così come a coloro che optano per altre scelte ma che comunque s'intende governare, lo deve soprattutto a questo Paese che negli ultimi anni, proprio per quella mancanza di responsabilità di alcuni nostri esponenti, è stato offeso e oggi merita un cambio di rotta che parta dalla rifondazione delle idee. Perché sia molto di più di un semplice rimescolamento di carte».