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Polemiche su dismissione centralina Arpa di via Canosa

Intervento del prof. Quarto. «Le rilevazioni sono importanti per contrastare il fenomeno»

«Collegandomi al sito web dell'ARPA Puglia - interviene il prof. Ruggiero Quarto, docente dell'Università di Bari, ribadendo la sua consueta attenzione ai problemi ambientali - ho avuto la brutta sorpresa di non vedere il contrassegno della centralina di monitoraggio della qualità dell'aria di via Canosa. Tra le news ho appreso che hanno disattivato tale stazione per un adeguamento alla normativa (Dlgs 155/10). Gli obiettivi dell'adeguamento sono il miglioramento della distribuzione territoriale del monitoraggio e l'eliminazione delle situazioni di ridondanza, nel rispetto dei canoni di efficienza, efficacia ed economicità. La centralina di via Canosa è ridondante!

C'è effettivamente qualcosa di molto ridondante nella centralina disattivata: i parametri piuttosto elevati che molto spesso ha rilevato. È sempre stata un'anomalia nel panorama pugliese, ponendosi spesso al top dell'inquinamento dell'aria, superando più volte i peggiori valori registrati nelle centraline poste in aree molto problematiche, come quelle industriali di Taranto, Bari e Brindisi. La stessa ARPA in passato l'ha ritenuta un hot spot in tunnel urbano. In effetti i parametri più problematici spesso sono risultati il benzene (C6H6) e il biossido di azoto (NO2), molto legati al traffico veicolare in un punto piuttosto congestionato (hot spot) di una direttrice principale di viabilità.

Peccato che gli elementi anomali sono molto pericolosi per la salute e che in quel hot spot ci sono un migliaio di nostri bambini che respirano per cinque ore! Spulciando i dati storici di questa centralina c'è da rabbrividire! Nel 2011, oltre che 21 superamenti delle polveri sottili (PM10), per i benzene si è avuta una media annuale di 4.1 µg/mc a fronte di un limite di 5. Negli ultimi 4 mesi 2011 la media è stata di 5.9, con 23 misurazioni superiori a 5 nel solo Dicembre 2011. Peggio ancora per NO2 che ha registrato 29 superamenti del valore limite orario di 200 µg/mc nei quattro mesi in cui ha funzionato, a fronte di 18 superamenti massimi consentiti dalla legge per l'intero anno!

Per il 2012 i dati, anche raffrontati a quelli dell'intera Puglia, sono agghiaccianti! Per NO2 in via Canosa si sono avuti 43 superamenti dei limiti giornalieri (max consentito 18!). In tutto il resto della Puglia il valore non ha mai superato il limite in nessuna stazione, eccetto una volta in piazza Libertini a Lecce. Praticamente abbiamo segnato un secco 43 a zero. Inaudito! Per il benzene, per il solo dicembre 2012, la stazione di via Canosa ha registrato una media mensile di circa 7 µg/mc, a fronte di valori medi di circa 2, per tutte le altre stazioni pugliesi. Qui vinciamo con un misero 7 a 2! Per ben 28 giorni su 31 il benzene ha superato il valore di 5, anche se per questo parametro il valore limite va applicato su base annuale e non giornaliera. Ma i numeri sono numeri, a meno di giochi di prestigio!

Occhio che non vede, cuore che non soffre! Quindi disattiviamo.

Di fatto ora a Barletta operano due stazioni, una che rileva solo NO2 e ozono (O3) e l'altra fuori città (via del Mare) che non rileva il benzene. A proposito di quest'ultima, i dati delle polveri sottili (PM10) sono risultati anormalmente negativi per il 2012; quarto peggior risultato della Puglia in termini di superamenti giornalieri: 30 a fronte dei 35 max consentiti dalla legge. Non vorrei che questa centralina, data l'anomalia (!), sia spostata, essendo mobile! La logica dell'ARPA, è comprensibile, in quanto si attiene alle norme vigenti, che tendono a delineare un quadro molto generale e a maglie molto larghe circa la qualità dell'aria. È ovvio che una stazione "hot spot" non è rappresentativa in uno schema legislativo che non è diretto a rilevare situazioni di criticità ambientali locali. Ma ciò deve essere chiaro per la gente, che potrebbe erroneamente pensare di essere tutelata da piani di monitoraggio esaustivi. Non è così! Tanto che se una stazione capita in siti critici viene disattivata!

Il problema tragico è che Barletta, a causa delle paurose inadempienze sulle politiche della mobilità urbana, è un gigantesco "hot spot". Molte vie sono nella stessa situazione di via Canosa e, forse peggio. Ho verificato che oltre 5 Km di vie sono così. Una per tutte è via Alvisi (super hot spot!). La disattivazione della centralina è perciò contestabile. Una soluzione potrebbe essere di mantenere la stazione, anzi incrementare il monitoraggio in qualche altro hot spot, e inserire i dati in un piano comunale, pubblicizzando i risultati su schermi luminosi visibili a tutti, anche in tempo reale, oltre che su web. La conoscenza potrebbe indurci a chiedere a viva voce un efficiente e salubre Piano Urbano del Traffico. Ma per ciò occorre che Comune e ARPA dialoghino.

È tempo di candidature - conclude Quarto - e si sprecano appelli. Spero di non essere linciato se lancio anch'io un appello: 1) voglio sapere cosa respiro; 2) voglio respirare sano; 3) l'Ambiente/Salute deve essere al I posto di qualsiasi programma del Sindaco».
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