Pichierri chiede vicinanza e preghiera per le vittime del Mediterraneo
L'Arcivescovo interviene contro l'indifferenza
Carissimi,
Le parole che sono echeggiate durante l'Udienza di mercoledì scorso, possono sembrare frasi di circostanza, visto quanto è accaduto ed accade ogni giorno sul nostro mare Mediterraneo. Quello che rende tali espressioni veicolo per la preghiera vera è che a pronunciarle è stato il Santo Padre Francesco, nel cui sguardo severo si è potuto leggere una sorta di rimprovero per l'indifferenza con la quale tutti noi stiamo vivendo il dramma delle migrazioni. Oramai non basta più, se mai fosse servita, l'indignazione fine a se stessa, quel rintanarsi dietro frasi di circostanza ascoltate e lette in queste occasioni; se è vero che la gran parte di questi nostri fratelli proviene da Paesi considerati poveri, è altrettanto vero che in quello stato di povertà li tiene l'occidente industrializzato, che sfrutta le risorse minerarie dei Paesi del Centr'Africa, che non fa nulla per sedare i conflitti tribali solo per incrementare il commercio delle armi. È il momento, questo, di riflettere su quale Cristo vogliamo testimoniare come Chiesa: se è quello descritto da Gesù quale "Bel Pastore", oppure quello incarnato dai mercenari, da coloro che, dinanzi al perpetuarsi di queste vere e proprie stragi, volgono il capo dall'altra parte, nascondendosi dietro al classico: "…e io che ci posso fare?"
Non interponiamo altri indugi e facciamo nostro l'invito accorato del Santo Padre nel pregare per coloro che vivono la tragedia delle migrazioni ma anche per sollecitare interventi di cooperazione fra i Paesi europei nel rendere dignità a coloro che hanno perduto, oltre agli affetti lasciati nei loro Paesi di origine, anche la speranza dell'incontro con il Buon Samaritano.
In questo compito ci aiuti - conclude Pichierri - la Vergine Santa, che ha a cuore la vita di ogni suo figlio, senza alcuna distinzione; a Lei affidiamo altresì, le vittime del disastro della miniera turca a Soma e le vittime di ogni ingiustizia e calamità.