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Piccolo commercio nella BT, salta anche il periodo pasquale

Cali storici mai registrati prima secondo Unimpresa, fallimentari i tentativi per affrontare la situazione. Il tradizionale periodo "dopo saldi" totalmente vanificato

Accadeva ogni anno: immediatamente dopo il termine del periodo di vendite a saldo invernali si attendeva l'arrivo delle belle giornate primaverili e soprattutto il periodo delle festività pasquali; un periodo di speranza anche per le scarne casse delle piccole imprese, sofferenti.
Con l'arrivo di questi giorni delle richieste di pagamento dei contributi Inps per l'anno 2012, ancora una volta aumentati a dismisura, si attendeva anche una piccolissima ripresa delle vendite, quella che tradizionalmente si verificava nella settimana antecedente la domenica delle Palme e della Santa Pasqua. Nulla di tutto questo e la speranza miseramente svanita come svanite ed inutili si sono rivelate dispendiose iniziative per tentare di portare gente nelle città sempre più desertificate nei giorni feriali e con presenze passive e disinteressate alle spese nelle giornate festive.

Inutile e senza efficacia sono questi espedienti frutto più di qualche piccolo interesse di parte o addirittura di singoli soggetti che non una precisa strategia di insieme condivisa e strutturata. Il problema vero, quindi, è quello relativo ad un clima di incertezza e di pessimismo che sta distruggendo anche moralmente le imprese ed i consumatori, con immaginabili conseguenze. Da una parte consumi bloccati a causa delle restrizioni dovute alla crisi economica e finanziaria e dall'altro chi ancora ha possibilità di spendere ma viene bloccato dall'incapacità della politica e delle amministrazioni di dare indicazioni precise e di largo respiro rispetto a quello che ci attende e a quanto ancora bisognerà prepararsi a pagare in tributi, tasse e imposte. Un pressappochismo ed un relativismo massacrante che non riusciamo proprio a comprendere come possa essere tollerato o addirittura sostenuto da parte di chi dovrebbe avere ben altri ruoli sociali e sindacali, che ha completamente abdicato, cedendo al potere politico e di casta al quale si è completamente prostrato.

Ciò che stiamo registrando nell'intero territorio della Provincia di Barletta-Andria-Trani, che stiamo monitorando per intero, è un dato preoccupante che emana segnali ancor più deludenti per l'immediato futuro con un'aggravarsi di situazioni molto precarie che porteranno all'ulteriore chiusura di tantissime aziende in profonda crisi e in forte stato di indebitamento oltre che a rischio usura e racket.
Si apprende di iniziative assolutamente propagandistiche, allorquando non elettoralistiche, che non porteranno a nulla se non alla spartizione di qualche fettina di torta, come sempre accaduto in tutti i momenti in cui invece di dialogare ed affrontare i problemi con gli imprenditori si è speculato sulla loro condizione di precarietà addirittura per trarne vantaggi di cricca. Quindi insensati ed abusati "Osservatori" come anche inutili e sterili costosi incontri sono una rappresentazione vecchia da parte della politica, di una certa politica, di stare "sul mercato"; un "mercato" che invece sta chiedendo "altro" che questo territorio, ancora inappropriato, distratto e scarsamente preparato, non riesce a dare.
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