Andrea Patruno
Andrea Patruno
Politica

Patruno: «C’è bisogno di una nuova pagina di partecipazione»

La candidatura di Cascella: «Un’opportunità per la città». Le primarie? «Un ritorno al passato»

Un incontro aperto per la formazione della coalizione di centrosinistra. Un «censimento delle disponibilità», come è stato definito, ieri sera nella sede del PD in via Roma. «Lo scioglimento del consiglio comunale ha cancellato il centrosinistra e le opzioni politico-programmatiche fino a quel momento - ha detto il segretario provinciale PD, Andrea Patruno, nella veste di commissario cittadino del partito - I punti di discrimine sono: candidato sindaco, programma, codice etico, formazione delle liste». Nel corso della serata sono intervenuti, oltre la coalizione Italia bene Comune: PSDI, UDC, Scelta Civica di Monti, Udeur, Puglia per Vendola, Verdi, FdS. E come movimenti e/o associazioni: Vivi Barletta, Insieme si può, Attiva Barletta, Barletta si fa in quattro, Beni Comuni, Un voto per Maria. «Questa riunione è stata per noi - ha aggiunto Patruno - una scommessa e un azzardo». Abbiamo intervistato, a fine serata, il commissario cittadino del PD.

Segretario Patruno, il centrosinistra ricomincia alla base dalla coalizione nazionale Italia Bene Comune, e quindi non da quella della scorsa consiliatura?
«La coalizione Italia Bene Comune è un punto di partenza di un centrosinistra che si è riconosciuto in una campagna elettorale nazionale, e che oggi scopre la non autosufficienza, e scopre di aprirsi ai movimenti, alle associazioni, ai partiti di centro, perché stiamo costruendo una proposta politica per la città. E a Barletta avvertiamo il bisogno non soltanto di riscrivere nuove pagine di percorsi politici e programmatici, ma anche di partecipazione».

Il tempo ancora disposizione è di circa un mese, ma al momento scadenze politiche certe nel centrosinistra però non se ne vedono.
«Il tempo a disposizione è praticamente quasi esaurito, abbiamo appunto un mese, e questo mese è sufficiente, è necessario, per provare a costruire una proposta che possa farci essere percepiti come vincenti in questa città. Ovviamente nella misura in cui ne sapremo ricogliere le istanze profonde che viaggiano nei percorsi dei movimenti, delle associazioni, dei cittadini, della voglia di partecipare. Partecipare non soltanto ad un programma, ma ad un'idea di amministrazione: è la politica che in questo momento deve rendere un servizio alla città, deve riconnettersi per sanare il vulnus dello scioglimento anticipato del consiglio comunale».

La candidatura di Pasquale Cascella, da dove è partita, e che futuro quindi può avere?
«Io trovo l'opportunità della disponibilità di Pasquale Cascella, come un'opportunità per la città. Ed è un investimento nei confronti dei partiti del centrosinistra. Pasquale Cascella non è espressione del PD, il ruolo che ha svolto in questi anni lo ha tenuto debitamente lontano dai partiti, ma io credo che lui sia una risorsa, che se riusciremo a mettere a disposizione della città, avremo fatto davvero un bel passo avanti».

Si è detto che la scelta del candidato sindaco è uno dei punti di discrimine nella costruzione di questo nuovo centrosinistra. Non si è giunti però ad un sì o un no sul nome di Cascella.
«I partiti hanno accelerato questa discussione. Domenica abbiamo fatto una giornata di discussione dentro il PD, recepito una disponibilità, che deve essere sottoposta ad un circuito più largo di partecipazione, ma attraverso l'idea, non che quella proposta è una tra le tante. Quella proposta è un'opportunità che, o cogliamo, o perdiamo un'occasione».

In questo serata però la questione non è stata messa al centro.
«Non era la serata per questo. Abbiamo distinto i percorsi: il profilo politico della coalizione, il candidato sindaco, le regole, il profilo programmatico. Su questo e di questo investiremo tutti i partiti e i movimenti e le associazioni, che scelgono di esserci. Quello sarà il terreno di discrimine, a partire dal PD, perché il centrosinistra sia consapevole che il PD è il centro del centrosinistra, non esclusivo, ma aggregante».

Non essendo quindi chiusa la questione del candidato sindaco, rimane aperta la possibilità o meno di primarie (che a quanto si era ipotizzato si sarebbero dovute svolgere proprio alla fine di questo marzo)?
«Penso che questo percorso che abbiamo individuato renda le primarie più problematiche, perché in questo modo stiamo avvertendo quanto bisogno di cessione di potestà c'è. E se a livello nazionale, in Parlamento, il voto dei presidenti di Camera e Senato ha individuato in maniera molto chiara un percorso differente, io credo che se stiamo su questo percorso in settimana chiuderemo tutte le questioni che riguardano il centrosinistra, e faremo in modo che il centrosinistra renda una proposta alla città».

A Barletta, in questo momento, fare le primarie significherebbe quindi una lotta a ribasso?
«In questo momento fare le primarie può rappresentare una minorità, un ritorno al passato, ad una contesa esclusivamente fatta di contrapposizione. Noi abbiamo vissuto questo momento di contrapposizione. Vorremmo voltare pagina. Il punto è: fino a che punto partiti, candidati, movimenti, associazioni, sono disponibili ad operare una cessione di potestà delle proprie prerogative che rimangono sempre legittime».
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