Territorio
Pasquale Cascella e Filippo Caracciolo, divisi da un insolito mare
Finita la stagione balneare, torna l'inganno
Barletta - lunedì 8 settembre 2014
0.11
Finita la stagione balneare, torna l'inganno. Questione ambientale passerà nel dolce oblio? Come unire l'attenzione sulle alterne stagioni meteoriche e politiche? Intanto, sul possibile ritorno di Barletta con il suo mare, un tempo cristallino, proposta dai prof. Ruggiero Dellisanti e Ruggiero Quarto, che gridando nel deserto, afferma che da oltre tre lustri si dedica alla denuncia dell'inquinamento marino. E prosegue:«A Barletta è necessario recuperare la vocazione marinara , meritiamo un ambiente più salubre e uno sviluppo turistico ecosostenibile». Quali le risposte, del nostro sindaco Pasquale Cascella, Filippo Caracciolo e del Pd cittadino?
Nel ringraziare il professore, sulla necessità di recuperare la vocazione marinara di Barletta, anch'io aggiungo che da circa tre lustri, forse con rigore non meno scientifico, mi occupo di tale recupero sulla antica vocazione marinara. Qui il verbo "recuperare", che significa ripristinare, sta invece per esortare le attenzioni dei cittadini, operatori turistici, economici, istituzioni locali e nazionali intorno alla cultura del mare. Questa cultura, pare si sia inabissata nella melma del mare nostrum, insabbiatosi con l'area portuale, sotto la totale indifferenza della classe dirigente locale.
Barletta tra il 1800 e 1900, grazie alla antica conoscenza di cultura mercantile manifatturiera, ha potuto fino a qualche decennio fa, difendersi con il suo illustre distretto manifatturiero. In seguito, con la globalizzazione dei mercati e la dissoluzione del rinomato distretto, la città è sprofondata nelle nuove povertà e sussistenze sociali e culturali.
Per Barletta, che da millenni ha vissuto delle naturali risorse e provvidenze del mare, non può esserci una vera economia turistica. Il recupero della vocazione marinara e marittima, è fattore culturale, che le istituzioni non vogliono promuovere, sebbene sia decisivo per una ripresa vilipesa.
Veniamo ai fatti. Il caso della festa del Pd. Nella prima stesura del programma festa, in un primo tempo sarebbe stata accolta la proposta del sottoscritto di invitare i quattro sindaci della costa provinciale (Trani, Bisceglie, Barletta e Margherita di Savoia) per una tavola rotonda sulla città Marinara di Barletta ed il rilancio turistico e portuale delle suddette città. La mia proposta è sparita. Non capisco, ma obbedisco. Saluto e bacio le mani, senza offesa.
Intanto, il sindaco Cascella, sulla stampa online, rispondendo al prof. Quarto, con la sua solita prudenza, condivide con lui che innalzare muri di gomma sulle antiche questioni ambientali significherebbe ingannare i cittadini. Ma sulla necessità di uno strategico recupero sull'antica e moderna vocazione marinara della città, si smarca con il solito silenzio. Rispondendo anche alle proposte del prof. Dellisanti, prende atto che si dovrebbe iniziare a mettere insieme le energie di disponibili. Saremmo in presenza di un obbiettivo strategico di tutti: la restituzione al nostro mare del valore di bene pubblico.
Veniamo all'esimio Filippo Caracciolo, la cui intelligenza politica non pare disdicevole. Sulla risorsa mare, sarebbero indispensabili interventi strutturali. Egli si chiede se sia possibile prevedere l'esenzione totale della Tasi per gli stabilimenti balneari, colpiti dalla pessima stagione. Ben venga, dice, anche la proposta di istituire un tavolo per lo sviluppo del turismo balneare, con associazioni di categoria, amministrazione, Provincia e Regione.
Sembra che ognuno parli per sé. Tutti sono contro tutti. Come distinguere le rispettive posizioni, quante anime avrebbe il Pd? Tra Caracciolo, Ferrara e Cascella pare vi siano grandi distanze, colmate da un insolito mare.
Proposta del nostro Eraclio con i Bronzi di Riace. Hanno tuonato intellettuali come Vittorio Sgarbi e Marcello Veneziani, affermando che è un delitto lasciare i bronzi nelle muffe dei musei dove nessuno li guarda. Il primo li vuole a Milano, l'altro sull'area portuale di Reggio Calabria, come simbolo di ingresso europeo dell'antica cultura greca. Perché non rileggere la stessa storia di Eraclio che viene dal mare, creando sinergie turistiche? Spero non necessitino di corsi di aggiornamento di storia d'Italia per rinverdire le idee dei nostri amici politici.
Dott. Nicola Palmitessa
(La Cittadella Innova)
Nel ringraziare il professore, sulla necessità di recuperare la vocazione marinara di Barletta, anch'io aggiungo che da circa tre lustri, forse con rigore non meno scientifico, mi occupo di tale recupero sulla antica vocazione marinara. Qui il verbo "recuperare", che significa ripristinare, sta invece per esortare le attenzioni dei cittadini, operatori turistici, economici, istituzioni locali e nazionali intorno alla cultura del mare. Questa cultura, pare si sia inabissata nella melma del mare nostrum, insabbiatosi con l'area portuale, sotto la totale indifferenza della classe dirigente locale.
Barletta tra il 1800 e 1900, grazie alla antica conoscenza di cultura mercantile manifatturiera, ha potuto fino a qualche decennio fa, difendersi con il suo illustre distretto manifatturiero. In seguito, con la globalizzazione dei mercati e la dissoluzione del rinomato distretto, la città è sprofondata nelle nuove povertà e sussistenze sociali e culturali.
Per Barletta, che da millenni ha vissuto delle naturali risorse e provvidenze del mare, non può esserci una vera economia turistica. Il recupero della vocazione marinara e marittima, è fattore culturale, che le istituzioni non vogliono promuovere, sebbene sia decisivo per una ripresa vilipesa.
Veniamo ai fatti. Il caso della festa del Pd. Nella prima stesura del programma festa, in un primo tempo sarebbe stata accolta la proposta del sottoscritto di invitare i quattro sindaci della costa provinciale (Trani, Bisceglie, Barletta e Margherita di Savoia) per una tavola rotonda sulla città Marinara di Barletta ed il rilancio turistico e portuale delle suddette città. La mia proposta è sparita. Non capisco, ma obbedisco. Saluto e bacio le mani, senza offesa.
Intanto, il sindaco Cascella, sulla stampa online, rispondendo al prof. Quarto, con la sua solita prudenza, condivide con lui che innalzare muri di gomma sulle antiche questioni ambientali significherebbe ingannare i cittadini. Ma sulla necessità di uno strategico recupero sull'antica e moderna vocazione marinara della città, si smarca con il solito silenzio. Rispondendo anche alle proposte del prof. Dellisanti, prende atto che si dovrebbe iniziare a mettere insieme le energie di disponibili. Saremmo in presenza di un obbiettivo strategico di tutti: la restituzione al nostro mare del valore di bene pubblico.
Veniamo all'esimio Filippo Caracciolo, la cui intelligenza politica non pare disdicevole. Sulla risorsa mare, sarebbero indispensabili interventi strutturali. Egli si chiede se sia possibile prevedere l'esenzione totale della Tasi per gli stabilimenti balneari, colpiti dalla pessima stagione. Ben venga, dice, anche la proposta di istituire un tavolo per lo sviluppo del turismo balneare, con associazioni di categoria, amministrazione, Provincia e Regione.
Sembra che ognuno parli per sé. Tutti sono contro tutti. Come distinguere le rispettive posizioni, quante anime avrebbe il Pd? Tra Caracciolo, Ferrara e Cascella pare vi siano grandi distanze, colmate da un insolito mare.
Proposta del nostro Eraclio con i Bronzi di Riace. Hanno tuonato intellettuali come Vittorio Sgarbi e Marcello Veneziani, affermando che è un delitto lasciare i bronzi nelle muffe dei musei dove nessuno li guarda. Il primo li vuole a Milano, l'altro sull'area portuale di Reggio Calabria, come simbolo di ingresso europeo dell'antica cultura greca. Perché non rileggere la stessa storia di Eraclio che viene dal mare, creando sinergie turistiche? Spero non necessitino di corsi di aggiornamento di storia d'Italia per rinverdire le idee dei nostri amici politici.
Dott. Nicola Palmitessa
(La Cittadella Innova)