Politica
Parlamentarie PD, interviene Alfarano
Riflessioni sul possibile cambiamento. «Parole e demagogia nel PD»
Barletta - domenica 30 dicembre 2012
In vista delle Parlamentarie del PD di domenica, il consigliere regionale Pdl Giovanni Alfarano interviene scrivendo: «Alla vigilia delle Parlamentarie del Pd credo sia doveroso compiere alcune riflessioni in merito al cambiamento tanto professato da Bersani nei passati mesi. Tale cambiamento non ha trovato concretezza nei fatti. Oltre alla riconferma di personaggi che da anni siedono in Parlamento, si è proceduti a candidature di amici e parenti di personalità di spicco e cariche istituzionali importanti del partito. Questa è la riprova di come, aldilà delle parole e delle demagogie all'interno Partito Democratico, non ci sia mai stata la volontà di cambiare la legge elettorale ritornando dai listini alle vecchie preferenze. Ho la vaga impressione che il cambiamento sia stato decantato solo per gli altri e non per se stessi.
Mi preme sottolineare, inoltre, la necessità di aprire un dibattito franco sull'utilizzo improprio del consenso elettorale. Mi riferisco in particolare alla possibilità che viene data ad un politico eletto per governare una regione o un ente locale di utilizzare tale incarico come trampolino di lancio per raggiungere altri lidi. Il tutto prim'ancora della scadenza prevista e tradendo palesemente il proprio mandato con gli elettori. Questa cattiva abitudine andrebbe abolita perché si eviterebbe di mettere in crisi gli enti e le comunità governate, evitando aggravi aggiuntivi a tutti i notevoli costi che normalmente vengono sostenuti per la spesa pubblica».
Mi preme sottolineare, inoltre, la necessità di aprire un dibattito franco sull'utilizzo improprio del consenso elettorale. Mi riferisco in particolare alla possibilità che viene data ad un politico eletto per governare una regione o un ente locale di utilizzare tale incarico come trampolino di lancio per raggiungere altri lidi. Il tutto prim'ancora della scadenza prevista e tradendo palesemente il proprio mandato con gli elettori. Questa cattiva abitudine andrebbe abolita perché si eviterebbe di mettere in crisi gli enti e le comunità governate, evitando aggravi aggiuntivi a tutti i notevoli costi che normalmente vengono sostenuti per la spesa pubblica».