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Parco eolico offshore a largo di Barletta, c'è una nuova istanza

Richiesta la concessione trentennale di area demaniale marittima

Ancora un'istanza e l'ipotesi di un parco eolico offshore a largo della costa di Barletta ritorna di attualità. A presentarla è stata la società Maxima energia con sede a Bari che ha rivolto al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti una domanda di concessione, di durata trentennale, delle aree demaniali marittime e degli specchi acquei interessati dalla realizzazione di un impianto di produzione di energia elettrica. La stessa azienda aveva già presentato una prima domanda circa un anno fa, ma si è resa necessaria una rimodulazione del progetto che ha portato a questa nuova istanza,. Il parco eolico offshore proposto, denominato "OWF2" è posizionato al largo della costa della Regione Puglia, in particolare nello specchio di mare al largo del litorale che va da Barletta a Bari, ad una distanza minima dalla costa di poco più di 25 km, corrispondenti a circa tredici miglia nautiche, tra la linea di demarcazione delle acque territoriali e la linea di demarcazione della piattaforma continentale. Sono previsti 65 aerogeneratori (turbine eoliche) disposti tra il limite delle acque territoriali e quello delle acque internazionali.

L'istanza (che non è l'unica presentata negli ultimi mesi) risulta essere a disposizione del pubblico presso la sezione demanio della Capitaneria di Porto di Barletta ed è stata pubblicata anche sull'albo pretorio del comune di Barletta. Sarà possibile consultarla fino al 21 novembre, data entro la quale si potranno produrre osservazioni circa la bontà del progetto e all'intralcio che lo stesso potrebbe portare agli usi pubblici del mare. L'ipotesi dell'installazione di un parco eolico offshore a largo della costa di Barletta suscitò lo scorso anno (in quell'occasione il progetto era denominato "Barium Bay) forte dibattito nell'opinione pubblica divisa nel rapportare i potenziali benefici in termini di riduzione delle emissioni, di crescita economica e di indipendenza energetica con il possibile impatto negativo dal punto di vista socio economico (si pensi alla pesca o al turismo marittimo) e della salute pubblica.
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