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Cronaca

"Paradisi Perduti", tutti condannati i sei imprenditori

Confermata l'accusa di evasione fiscale scaturita da un servizio de "Le Iene"

Il Tribunale di Trani – giudice monocratico Francesco Messina – ha condannato tutti i sei imprenditori imputati accusati di evasione fiscale nell'ambito dell'indagine del 2009 battezzata "Paradisi Perduti". Il tribunale ha condannato a 3 anni di reclusione Giuseppe Prascina, noto come il re del mattone di Barletta; Antonio Maria Di Bari ed Antonio Chiarazzo. Due anni e 6 mesi la pena comminata a Gennaro Ziri nonostante l'assoluzione (con l'equivalente della vecchia insufficienza di prove) da un capo d'imputazione. Due anni per Alfonso Prascina, figlio di Giuseppe ed 1 anno ed 8 mesi di reclusione è stata pronunciata per Filomena Ziri.

L'inchiesta, che fu condotta dalla Guardia di Finanza di Barletta, ebbe origine da un servizio mandato in onda dal programma tv "Le Iene". Il 20 marzo 2009 denunciò il sistema del mercato immobiliare barlettano, poi rivelatosi comune in altre città limitrofe contando distinte indagini a carico di altri imprenditori edili. Secondo l'accusa gli imprenditori barlettani tra il 2005 ed il 2009 avrebbero sottratto milioni di euro ad imposizione fiscale grazie al fatto che nei rogiti notarili s'indicava un prezzo di alienazione inferiore rispetto a quello effettivamente pagato dai (non indagati) compratori. Dunque sono stati tutti dichiarati colpevoli gli imprenditori edili barlettani imputati nel processo immediato. Altri avevano già patteggiato per la presunta maxi evasione fiscale derivante dalla dichiarazione del minor prezzo di vendita degli immobili.

Col dispositivo di primo grado il dr. Messina ha comminato una serie di interdizioni. Perpetua quella di non poter mai esser componenti delle commissioni tributarie. Temporali quelle dai pubblici uffici; dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese; dalle funzioni di rappresentanza ed assistenza in materia tributaria e l'incapacità a contrarre con la Pubblica Amministrazione. Previsto che la sentenza - le cui motivazioni si attendono tra 90 giorni - sia pubblicata per 30 giorni sul sito del Ministero della Giustizia.
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