Viva
Papaceccio, da Barletta a New York
Il musicista e dj barlettano si racconta. Una vita per la musica
Barletta - mercoledì 14 dicembre 2011
20.50
Francesco Crudele, in arte "Papaceccio", sebbene sia nato artisticamente come dj e musicista, è approdato da dieci anni al mondo del teatro, in veste di compositore di musiche per gli spettacoli, ma anche come interprete e performer dal vivo. Dal 2006 inizia la collaborazione con il regista Gianpiero Borgia, divenendo il punto di riferimento musicale della compagnia di Borgia e in seguito anche il Cerimoniere nel ruolo di MMC, ovvero Music and Master Ceremonies.
Dal 2008 collabora con Francesco "Cespo" Santalucia, giovane pianista, compositore ed arrangiatore di talento,scrivendo a quattro mani tutte le composizioni dei lavori commissionati. Nel 2009 Francesco Santalucia e Papaceccio compongono la colonna sonora del film "L'uomo Gallo" di Dario D'Ambrosi ( presentato fuori concorso al Festival del cinema di Venezia ). Nel maggio 2011 Papaceccio e Francesco Santalucia collaborano alla composizione delle musiche del "Filottete", tragedia di Sofocle, per la regia di Giampiero Borgia. Dal 15 al 18 dicembre, andrà in scena a New York la "Medea", per la regia di Dario D'Ambrosi, musiche composte ed eseguite dall'accoppiata Papaceccio – Francesco Santalucia.
Immancabili le domande a Papaceccio, alla vigilia della partenza per New York.
Stai per partire verso questa nuova esperienza, quali sono le tue impressioni?
«Da un punto di vista umano è una bellissima esperienza, grande è la soddisfazione professionale dopo venti anni di gavetta».
Quando debutterete a New York?
«Debutteremo lunedì 15 dicembre, e andremo in scena tutti i giorni fino al 22 dicembre, per due spettacoli al giorno ( 15.30 e 22.30 )».
Torniamo alle tue origini musicali. Quando hai scelto di diventare musicista?
«Sono sempre stato affascinato dai dj, dai vinili, e a undici anni chiesi in regalo un giradischi. Dopo quel regalo, con un mixer artigianale, registravo dai 45 giri le prime cassette che vendevo ai miei parenti. In seguito, conobbi Nicola Ricatti, proprietario della discoteca New York New York, dove andavo la domenica pomeriggio, a suonare con dj Enzo Delvy e Franco Gobbo. Erano i primi anni '80, anni bellissimi. Mi ritengo fortunato ad avere usato il citofono, al posto del cellulare, aver frequentato il muretto, al posto di Facebook, avere suonato nella discoteca New York New York».
Raccontami un aneddoto dei tuoi inizi, come dj.
«Avevo sedici anni, dovevo suonare in discoteca, ma all'ingresso del locale i carabinieri non mi fecero entrare, poiché non avevo documenti con me. Col motorino, corsi da mio padre, per farmi accompagnare da lui in discoteca e suonare».
Chi erano i dj che ammiravi, in quegli anni?
«Il grande Cesare Tripodo ( dj Trip ), che suonava al New York New York. Era lui il mio mito, pace all'anima sua. Enzo Delvy e Paky Mele sono stati i miei "papà musicali". In quegli anni si respirava un'aria magica. Oggi questa magia è scomparsa. Da queste parti vige il "fighettame", ovvero andare in discoteca soltanto per sfoggiare il vestito nuovo e "posare", nient'altro. La musica è passata in secondo piano.
Cosa ricordi del tuo primo dj – set?
«Ho iniziato a suonare alle feste di amici. Grazie ad Enzo Delvy, ho suonato in discoteca, per la prima volta a quattordici anni, era il 1986. Mi sentivo le gambe tremare, l'emozione era tantissima. Il mio compito fu "aprire la serata", ovvero suonare musica adatta a spingere la gente a riempire la pista. In seguito, mi sono specializzato nell'aprire musicalmente le serate, anche nelle grandi discoteche in cui ho suonato, come ad esempio il Red Zone ( discoteca di Perugia ), il mio compito era aprire le serate con musica adatta, mentre la gente arrivava con calma, cominciando a riempire la pista, bevendo i primi drink, aspettando che salisse l'effetto dell'ectasy. Erano gli anni '90, periodo in cui disco ed ectasy erano spesso un binomio inscindibile.
A quanto ammonta la tua collezione di dischi e cd?
«Ho circa 15000 vinili e 6000 cd. Il mio conto in banca è esiguo, i dischi sono il mio patrimonio».
Quali sono i dischi che hanno cambiato la tua vita musicale?
«Domanda da un milione di dollari!. Sono molto legato a "Music of my mind" di Stevie Wonder, "Sleeping beauty", di Sun Ra e "Black renaissance", di Henry Whitaker».
Ti senti stimato a Barletta?
«Per quanto mi riguarda si. Ma ci sono casi eclatanti, come ad esempio il regista Giampiero Borgia, che a Barletta non riesce ancora ad essere direttore artistico del teatro Curci, sebbene lui stesso sia un regista teatrale e direttore artistico apprezzato e stimato nel resto d'Italia e all'estero. A Barletta ci sono altri musicisti validi come Ricky Erre, Antonio Loconte, Pino Pepsee e Paolo Dinuzzi, solo per citarne alcuni.
Dopo il debutto a New York , cosa farai?
In cantiere ci sono due spettacoli, per la regia di Giampiero Borgia. Il primo spettacolo, "Ifigenìa", andrà in scena al teatro Stabile di Catania, l'altro è "Midsummer", che andrà in scena in molti teatri italiani.
Dal 2008 collabora con Francesco "Cespo" Santalucia, giovane pianista, compositore ed arrangiatore di talento,scrivendo a quattro mani tutte le composizioni dei lavori commissionati. Nel 2009 Francesco Santalucia e Papaceccio compongono la colonna sonora del film "L'uomo Gallo" di Dario D'Ambrosi ( presentato fuori concorso al Festival del cinema di Venezia ). Nel maggio 2011 Papaceccio e Francesco Santalucia collaborano alla composizione delle musiche del "Filottete", tragedia di Sofocle, per la regia di Giampiero Borgia. Dal 15 al 18 dicembre, andrà in scena a New York la "Medea", per la regia di Dario D'Ambrosi, musiche composte ed eseguite dall'accoppiata Papaceccio – Francesco Santalucia.
Immancabili le domande a Papaceccio, alla vigilia della partenza per New York.
Stai per partire verso questa nuova esperienza, quali sono le tue impressioni?
«Da un punto di vista umano è una bellissima esperienza, grande è la soddisfazione professionale dopo venti anni di gavetta».
Quando debutterete a New York?
«Debutteremo lunedì 15 dicembre, e andremo in scena tutti i giorni fino al 22 dicembre, per due spettacoli al giorno ( 15.30 e 22.30 )».
Torniamo alle tue origini musicali. Quando hai scelto di diventare musicista?
«Sono sempre stato affascinato dai dj, dai vinili, e a undici anni chiesi in regalo un giradischi. Dopo quel regalo, con un mixer artigianale, registravo dai 45 giri le prime cassette che vendevo ai miei parenti. In seguito, conobbi Nicola Ricatti, proprietario della discoteca New York New York, dove andavo la domenica pomeriggio, a suonare con dj Enzo Delvy e Franco Gobbo. Erano i primi anni '80, anni bellissimi. Mi ritengo fortunato ad avere usato il citofono, al posto del cellulare, aver frequentato il muretto, al posto di Facebook, avere suonato nella discoteca New York New York».
Raccontami un aneddoto dei tuoi inizi, come dj.
«Avevo sedici anni, dovevo suonare in discoteca, ma all'ingresso del locale i carabinieri non mi fecero entrare, poiché non avevo documenti con me. Col motorino, corsi da mio padre, per farmi accompagnare da lui in discoteca e suonare».
Chi erano i dj che ammiravi, in quegli anni?
«Il grande Cesare Tripodo ( dj Trip ), che suonava al New York New York. Era lui il mio mito, pace all'anima sua. Enzo Delvy e Paky Mele sono stati i miei "papà musicali". In quegli anni si respirava un'aria magica. Oggi questa magia è scomparsa. Da queste parti vige il "fighettame", ovvero andare in discoteca soltanto per sfoggiare il vestito nuovo e "posare", nient'altro. La musica è passata in secondo piano.
Cosa ricordi del tuo primo dj – set?
«Ho iniziato a suonare alle feste di amici. Grazie ad Enzo Delvy, ho suonato in discoteca, per la prima volta a quattordici anni, era il 1986. Mi sentivo le gambe tremare, l'emozione era tantissima. Il mio compito fu "aprire la serata", ovvero suonare musica adatta a spingere la gente a riempire la pista. In seguito, mi sono specializzato nell'aprire musicalmente le serate, anche nelle grandi discoteche in cui ho suonato, come ad esempio il Red Zone ( discoteca di Perugia ), il mio compito era aprire le serate con musica adatta, mentre la gente arrivava con calma, cominciando a riempire la pista, bevendo i primi drink, aspettando che salisse l'effetto dell'ectasy. Erano gli anni '90, periodo in cui disco ed ectasy erano spesso un binomio inscindibile.
A quanto ammonta la tua collezione di dischi e cd?
«Ho circa 15000 vinili e 6000 cd. Il mio conto in banca è esiguo, i dischi sono il mio patrimonio».
Quali sono i dischi che hanno cambiato la tua vita musicale?
«Domanda da un milione di dollari!. Sono molto legato a "Music of my mind" di Stevie Wonder, "Sleeping beauty", di Sun Ra e "Black renaissance", di Henry Whitaker».
Ti senti stimato a Barletta?
«Per quanto mi riguarda si. Ma ci sono casi eclatanti, come ad esempio il regista Giampiero Borgia, che a Barletta non riesce ancora ad essere direttore artistico del teatro Curci, sebbene lui stesso sia un regista teatrale e direttore artistico apprezzato e stimato nel resto d'Italia e all'estero. A Barletta ci sono altri musicisti validi come Ricky Erre, Antonio Loconte, Pino Pepsee e Paolo Dinuzzi, solo per citarne alcuni.
Dopo il debutto a New York , cosa farai?
In cantiere ci sono due spettacoli, per la regia di Giampiero Borgia. Il primo spettacolo, "Ifigenìa", andrà in scena al teatro Stabile di Catania, l'altro è "Midsummer", che andrà in scena in molti teatri italiani.