Cronaca
Omicidio di via Brescia, i responsabili sarebbero cognata e nipote di Maria Diviccaro
Colpita con una padella, i due avrebbero poi strozzato la vittima. Questioni patrimoniali e un testamento, le cause della tragedia
Barletta - sabato 27 luglio 2013
Sarebbero stati due, madre e figlio, gli assassini della sessantaduenne Maria Diviccaro e della sua amica-badante Maria Strafile, sessantacinquenne, uccise il 12 marzo 2012 in un appartamento della palazzina al civico 2 di via Brescia. Il pubblico ministero tranese Mirella Conticelli ha chiuso le indagini ritenendo responsabili del duplice delitto la cinquantaduenne Grazia Fiore ed il ventenne Damiano Diviccaro, rispettivamente cognata e nipote di Maria Diviccaro.
Il movente dell'omicidio si anniderebbe in questioni patrimoniali, verosimilmente legate ad un possibile testamento che avrebbe potuto nuocere i loro interessi. E', dunque, definitivamente caduta l'iniziale ipotesi di furto o rapina degenerata in tragedia. I due indagati a piede libero sono accusati di omicidio premeditato aggravato. Secondo quanto ricostruito, Damiano Diviccaro e sua madre sarebbero entrate nell'appartamento approfittando dell'arrivo di Maria Strafile che aiutava Maria Diviccaro perchè affetta da diversi problemi di salute. La badante sarebbe stata strozzata e soffocata nell'ingresso dell'abitazione dal ventenne barlettano. Sua madre, Grazia Fiore, avrebbe, invece, picchiato in camera da letto Maria Diviccaro colpendola con una padella, per poi esser aiutata dal figlio a strozzarla.
Nel corso delle indagini è deceduto Michele Diviccaro, padre e marito degli indagati. Avrebbe utilizzato un flex in un vano sottostante l'appartamento della sorella (Maria Diviccaro) per coprire le urla delle vittime e per precostituire un alibi al figlio. A seguito del decesso, la sua posizione è stata stralciata ed archiviata. Nei prossimi giorni i due indagati, difesi dall'avv. Tullio Bertolino, potranno offrire al pubblico ministero elementi difensivi per evitare che venga chiesto il rinvio a giudizio.
Il movente dell'omicidio si anniderebbe in questioni patrimoniali, verosimilmente legate ad un possibile testamento che avrebbe potuto nuocere i loro interessi. E', dunque, definitivamente caduta l'iniziale ipotesi di furto o rapina degenerata in tragedia. I due indagati a piede libero sono accusati di omicidio premeditato aggravato. Secondo quanto ricostruito, Damiano Diviccaro e sua madre sarebbero entrate nell'appartamento approfittando dell'arrivo di Maria Strafile che aiutava Maria Diviccaro perchè affetta da diversi problemi di salute. La badante sarebbe stata strozzata e soffocata nell'ingresso dell'abitazione dal ventenne barlettano. Sua madre, Grazia Fiore, avrebbe, invece, picchiato in camera da letto Maria Diviccaro colpendola con una padella, per poi esser aiutata dal figlio a strozzarla.
Nel corso delle indagini è deceduto Michele Diviccaro, padre e marito degli indagati. Avrebbe utilizzato un flex in un vano sottostante l'appartamento della sorella (Maria Diviccaro) per coprire le urla delle vittime e per precostituire un alibi al figlio. A seguito del decesso, la sua posizione è stata stralciata ed archiviata. Nei prossimi giorni i due indagati, difesi dall'avv. Tullio Bertolino, potranno offrire al pubblico ministero elementi difensivi per evitare che venga chiesto il rinvio a giudizio.