Cronaca
Nuovo attacco incendiario ai pini di Canne della Battaglia
Fiamme sulla strada provinciale ex 142
Barletta - sabato 24 settembre 2022
18.06 Comunicato Stampa
Nuovo attacco incendiario ai pini di Canne della Battaglia. Stamattina ignoti piromani hanno appiccato il fuoco ai pini esistenti sulla strada provinciale ex 142 che dalla statale 93 (via Canosa) porta all'Antiquarium.
Gli "assassini" delle piante hanno trovato facile esca per la loro impresa nell'abbondante letto di aghi secchi che si trova alla base della piante, tutte con un'età di almeno sessant'anni. E' stato un volontario del Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia a tentare non senza difficoltà di spegnere il focolaio ed ha fortunatamente impedito il propagarsi delle fiamme.
"Ma i danni restano ed anche cospicui contro questo patrimonio arboreo che appartiene alla Provincia - dice il presidente del Comitato, Nino Vinella - Nonostante la nostra denunzia di luglio 2021, solo marginalmente la Provincia è intervenuta a seguito degli incendi di allora, senza nessuna effettiva vigilanza od altre opere, compreso il riassetto della viabilità sempre più dissestata".
"Lo sciacallaggio da parte di alcuni è pari solo alla voglia di denunziare ma solo a parole, mentre noi del Comitato preferiamo agire e suscitare lo scandalo con azioni concrete".
Solo dopo la denunzia, infatti, si sono potuti verificare alcuni modesti
interventi alla strada provinciale da parte dei funzionari del competente settore provinciale viabilità e trasporti, che hanno verificato e fotografato una situazione che tuttavia si è ulteriormente degradata
nonostante gli appelli e le denunzie avanzate a mezzo stampa sempre dal Comitato per tutelare e proteggere un pezzo del paesaggio della valle dell'Ofanto non riproducibile se non a costi divenuti elevati e con tempi
biblici.
All'inizio di luglio 2021, infatti, mani sempre rimaste ignote avevano oltraggiato i pini che costituiscono non solo un prezioso ornamento botanico ma un vero e proprio valore di bene pubblico ed economico, ed hanno creato nel tempo una galleria verde sotto la quale numerosi sono gli atleti ed i corridori amanti della corsetta immersi in una natura che difficilmente si potrà riconsegnare tale e quale alle prossime generazioni.
Sistematicamente e ripetutamente sono stati praticati fori e buchi alla corteccia con iniezioni di veleno per sterminare tutte le piante, un autentico e premeditato "genocidio" il cui fine ultimo è evidentemente la
scomparsa dei pini per fare posto a coltivazioni di vigneti, i quali a loro volta hanno soppiantato interi ettari di uliveti.
Il tutto avviene non solo nel territorio del Comune di Barletta, che si disinteressa dello scenario complessivo di Canne della Battaglia, che di fatto non impedisce di intervenire su situazioni del genere perché tuttora inefficace sotto l'aspetto normativo e regolamentare.
Quei pini furono piantati nel 1961 dall'impresa Orfeo Mazzitelli che realizzò la provinciale denominata "accesso a Canne della Battaglia" e nel tempo sono cresciuti ed hanno raggiunto dimensioni ragguardevoli pur senza alcuna protezione, manutenzione, cura e vigilanza da parte dell'ex Provincia di Bari, la quale (come peraltro la BAT) ha sempre escluso interventi radicali di bonifica e di pulizia delle cunette dove si sono depositati rifiuti organici vecchi di mezzo secolo e che creano il focolaio per incendi del genere.
Ora il drammatico SOS e l'appello con la richiesta del Comitato che è perentoria ed ultimativa: passare al sistematico censimento delle piante
con la loro sostituzione ove possibile e l'adozione coatta da parte dei proprietari dei terreni frontistanti: richiesta impossibile da
sottoscrivere anche da quanti (dai singoli cittadini alle associazioni ambientaliste) si indignano la mattina e poi se ne dimenticano la sera stessa?".
Gli "assassini" delle piante hanno trovato facile esca per la loro impresa nell'abbondante letto di aghi secchi che si trova alla base della piante, tutte con un'età di almeno sessant'anni. E' stato un volontario del Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia a tentare non senza difficoltà di spegnere il focolaio ed ha fortunatamente impedito il propagarsi delle fiamme.
"Ma i danni restano ed anche cospicui contro questo patrimonio arboreo che appartiene alla Provincia - dice il presidente del Comitato, Nino Vinella - Nonostante la nostra denunzia di luglio 2021, solo marginalmente la Provincia è intervenuta a seguito degli incendi di allora, senza nessuna effettiva vigilanza od altre opere, compreso il riassetto della viabilità sempre più dissestata".
"Lo sciacallaggio da parte di alcuni è pari solo alla voglia di denunziare ma solo a parole, mentre noi del Comitato preferiamo agire e suscitare lo scandalo con azioni concrete".
Solo dopo la denunzia, infatti, si sono potuti verificare alcuni modesti
interventi alla strada provinciale da parte dei funzionari del competente settore provinciale viabilità e trasporti, che hanno verificato e fotografato una situazione che tuttavia si è ulteriormente degradata
nonostante gli appelli e le denunzie avanzate a mezzo stampa sempre dal Comitato per tutelare e proteggere un pezzo del paesaggio della valle dell'Ofanto non riproducibile se non a costi divenuti elevati e con tempi
biblici.
All'inizio di luglio 2021, infatti, mani sempre rimaste ignote avevano oltraggiato i pini che costituiscono non solo un prezioso ornamento botanico ma un vero e proprio valore di bene pubblico ed economico, ed hanno creato nel tempo una galleria verde sotto la quale numerosi sono gli atleti ed i corridori amanti della corsetta immersi in una natura che difficilmente si potrà riconsegnare tale e quale alle prossime generazioni.
Sistematicamente e ripetutamente sono stati praticati fori e buchi alla corteccia con iniezioni di veleno per sterminare tutte le piante, un autentico e premeditato "genocidio" il cui fine ultimo è evidentemente la
scomparsa dei pini per fare posto a coltivazioni di vigneti, i quali a loro volta hanno soppiantato interi ettari di uliveti.
Il tutto avviene non solo nel territorio del Comune di Barletta, che si disinteressa dello scenario complessivo di Canne della Battaglia, che di fatto non impedisce di intervenire su situazioni del genere perché tuttora inefficace sotto l'aspetto normativo e regolamentare.
Quei pini furono piantati nel 1961 dall'impresa Orfeo Mazzitelli che realizzò la provinciale denominata "accesso a Canne della Battaglia" e nel tempo sono cresciuti ed hanno raggiunto dimensioni ragguardevoli pur senza alcuna protezione, manutenzione, cura e vigilanza da parte dell'ex Provincia di Bari, la quale (come peraltro la BAT) ha sempre escluso interventi radicali di bonifica e di pulizia delle cunette dove si sono depositati rifiuti organici vecchi di mezzo secolo e che creano il focolaio per incendi del genere.
Ora il drammatico SOS e l'appello con la richiesta del Comitato che è perentoria ed ultimativa: passare al sistematico censimento delle piante
con la loro sostituzione ove possibile e l'adozione coatta da parte dei proprietari dei terreni frontistanti: richiesta impossibile da
sottoscrivere anche da quanti (dai singoli cittadini alle associazioni ambientaliste) si indignano la mattina e poi se ne dimenticano la sera stessa?".