Garrone Scuola Superiore
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Scuola e Lavoro

No ai doppi turni al Garrone? La soluzione è uno “spezzatino” di aule

Storia di aule, promesse, delibere e diritti

Fa registrare l'ennesima puntata la problematica questione della carenza di aule dell'Istituto "Garrone". Da quattro anni, l'istituto superiore vive una soluzione d'emergenza, acuita quest'anno da un maggior numero d'iscrizioni. Dopo le proteste della popolazione studentesca palesate venerdì pomeriggio, il presidente Ventola sabato mattina ha effettuato un nuovo sopralluogo, teso a verificare l'effettiva idoneità delle aule che il "Garrone" dovrebbe avere "in prestito" dall'I.C. Fermi-Nervi-Cassandro. In verità, il presidente Ventola aveva già effettuato durante la scorsa settimana un sopralluogo, al quale però era seguita un'ulteriore verifica degli ambienti che sembravano manchevoli di alcune caratteristiche di idoneità e di sicurezza. Nella riunione precedente al sopralluogo di sabato, il dirigente del "Garrone", Antonio Diviccaro, aveva ancora una volta palesato la richiesta di sedici aule, a cui aggiungere i servizi sanitari per i docenti e per gli studenti, uno o più spazi di decompressione per favorire lo spostamento di studenti disabili, oltre all'utilizzo degli spazi in comune per quel che concerne il laboratorio d'informatica, l'aula docenti e la palestra.

Al sopralluogo di ieri mattina hanno partecipato gli assessori provinciali Patruno e Campana, la dirigente provinciale Navach, la dirigente comunale Scommegna, l'assessore comunale Divincenzo - quest'ultimo in rappresentanza del sindaco Cascella che ieri aveva auspicato una soluzione repentina- , oltre ai rappresentanti di entrambi gli istituti, compresi i dirigenti scolastici Diviccaro e Cianci. Dal sopralluogo, durante il quale non sono mancati toni accesi e qualche parola di troppo, è emersa la presenza di 13 aule – 8 presso l'istituto "Cassandro", 5 presso l'istituto "Nervi" -, mentre altre tre saranno rese disponibili in seguito ad alcuni lavori di tramezzatura. A margine della visita all'I.C. Fermi-Nervi-Cassandro, Francesco Ventola ha commentato l'intesa mattinata: «Come avevo promesso ai ragazzi nel pomeriggio di ieri (venerdì per chi legge ndr) –esordisce l'ormai ex presidente della sesta provincia pugliese-, mi sono recato personalmente all'istituto comprensivo di Via Madonna della Croce, per mostrare agli stessi studenti (che già avevano scritto al presidente Ventola una lettera negli scorsi giorni ndr), ma anche al Dirigente scolastico ed al Consiglio d'Istituto, le aule pronte per il "Garrone". In un precedente sopralluogo, avevo già avuto modo di ribadire la disponibilità di 16 aule per le classi del "Garrone": di queste, 13, con relativi servizi igienici, immediatamente disponibili, ed altre 3 ricavate da alcuni lavori di tramezzatura, che saranno completati entro i primi giorni della prossima settimana e che potevamo eseguire solo dopo una condivisione con il Dirigente scolastico ed il Consiglio d'Istituto. Quanto agli spazi comuni, coma la palestra ed i laboratori, sarà invece un'apposita convenzione tra le due scuole a disciplinarne l'utilizzo. Certo - ha proseguito il Presidente Ventola - spostare alcuni studenti da un plesso ad un altro significa comunque arrecare un disagio. Non possiamo negarlo e ce ne assumiamo la responsabilità. Ma, a nostro avviso, era l'unica soluzione immediata per scongiurare i doppi turni. Un pubblico amministratore ha il dovere di decidere e di proporre soluzioni. La nostra era quella di utilizzare le aule dell'Istituto "Fermi-Nervi-Cassandro" pur di mettere fine ai doppi turni. Ma, come ho ribadito nell'incontro odierno, continueremo a confrontarci con i due istituti scolastici, il Comune di Barletta e l'Ufficio Scolastico Regionale, per concordare eventuali nuove soluzioni che possano arrecare ancor meno disagi».

La soluzione prevista dalla provincia sarebbe però l'ennesima proposta-spezzatino, o come lo stesso dirigente Diviccaro aveva affermato "un vestito d'Arlecchino", che andrebbe soltanto a tamponare un problema che sussiste ormai da diversi anni. Gli studenti del "Garrone", proprio perché studenti al pari di tutti gli altri, avrebbero diritto a poter svolgere regolarmente le proprie ore di lezione, magari non in ambienti spezzettati ma compresi in un unico istituto, al fine di migliorare le condizioni minime di logistica e di sicurezza. Sembra, però, che si sia lontani dall'apporre la parola "fine" su questa querelle, che continua ad agitare la popolazione studentesca del "Garrone", privata del suo diritto allo studio. Sono i cittadini barlettani del futuro a richiedere a gran voce una soluzione, ad un disagio che non può (e non deve) essere considerato solo della parte chiamata in causa. Sarebbe anche giunto il momento di evitare polemiche, personalismi, levate di scudi e di pensare, per una volta al futuro dei ragazzi che frequentano le scuole barlettane.
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