Scuola e Lavoro
Nasce Radio Cafiero, il Liceo Scientifico è “on air”
Un nuovo progetto nato su iniziativa degli studenti
Barletta - sabato 17 ottobre 2015
23.59
News, curiosità e tanta musica accompagnati da simpatia e voglia di mettersi alla prova. Questi gli elementi fondamentali delle puntate di Radio Cafiero, disponibili sul canale Youtube "Carlo Cafiero Web" e sull'omonima pagina Facebook. Dietro i microfoni, gli speaker in erba, visibilmente emozionati ma competenti e preparati, sono gli studenti del Liceo Scientifico "Carlo Cafiero" di Barletta, così come i giovanissimi tecnici che gestiscono la puntata. In un'intervista abbiamo scoperto maggiori dettagli su questo progetto, nato quasi interamente per opera dei ragazzi.
Com'è nata l'idea di dare vita a una radio d'istituto?
«L'idea è sempre stata nei pensieri della professoressa Sabina Laricchia, docente di scienze motorie, e di alcuni ex rappresentanti di istituto, che per cause varie, non sono riusciti a far decollare il progetto. Il tutto è diventato più accessibile dopo la nascita di Carlo Cafiero Web, una pagina social curata dal caporedattore Matteo Icaro Pignatelli, ex-studente della 5^ D, che inizialmente aveva il solo compito di diffondere notizie riguardo lo sport di istituto. Poi abbiamo capito che bisognava estendersi, e grazie all'aiuto di alcuni professori, siamo riusciti a crescere. Anche l'ex-dirigenza ci ha dimostrato pieno appoggio».
Come hanno reagito gli altri studenti?
«Molti di loro ci hanno fornito dritte e consigli per migliorare. Ma abbiamo ricevuto anche molte critiche da parte di chi non crede in noi. In realtà il progetto vuole avvicinare gli studenti tra di loro e creare un legame più forte con l'istituzione scolastica, farli sentire più coinvolti. Ma non siamo stati capiti da tutti, e speriamo di riuscire nel nostro intento».
Tra le varie critiche, siete stati accusati di servilismo e di dare un'immagine troppo patinata del liceo. Pensate sia possibile offrire un'informazione libera attraverso un progetto nato a scuola?
«L'intento del progetto è quello di essere apartitici, imparziali, e il più liberi possibile. Le accuse di servilismo non ci sembrano appropriate, poiché la scuola è solo il luogo che ci ha permesso di incontrarci e formarci come gruppo. Il nostro scopo è fornire un servizio, e se ci sono problemi, questi vengono comunicati con tutta la positività e l'ottimismo possibili».
Quindi, direste che vale la pena spendere del tempo per questo progetto?
«Assolutamente sì. Quando si forma un gruppo di persone che credono in quello che fanno, ci si diverte, si fa un'esperienza nuova e si prova la gioia di mettersi in gioco. La formazione non è solo fornita dai libri di scuola, perciò vale sempre la pena cogliere tutte le possibilità messe a disposizione. Inoltre stiamo cercando di impegnarci sempre più in opere di volontariato, collaborando con la Caritas, e portando avanti un progetto contro il razzismo. Offrire un servizio agli altri fa sentire bene».
Per ora le puntate sono preregistrate e poi caricate sul web. Qual è il prossimo passo?
«Naturalmente, trattandosi di una radio, il nostro sogno è quello di poter andare in onda in diretta. Speriamo di riuscire a farlo via web attraverso una piattaforma, o che una radio locale ci conceda dello spazio per le nostre puntate. Siamo positivi, e con il giusto sostegno probabilmente ce la faremo».
Com'è nata l'idea di dare vita a una radio d'istituto?
«L'idea è sempre stata nei pensieri della professoressa Sabina Laricchia, docente di scienze motorie, e di alcuni ex rappresentanti di istituto, che per cause varie, non sono riusciti a far decollare il progetto. Il tutto è diventato più accessibile dopo la nascita di Carlo Cafiero Web, una pagina social curata dal caporedattore Matteo Icaro Pignatelli, ex-studente della 5^ D, che inizialmente aveva il solo compito di diffondere notizie riguardo lo sport di istituto. Poi abbiamo capito che bisognava estendersi, e grazie all'aiuto di alcuni professori, siamo riusciti a crescere. Anche l'ex-dirigenza ci ha dimostrato pieno appoggio».
Come hanno reagito gli altri studenti?
«Molti di loro ci hanno fornito dritte e consigli per migliorare. Ma abbiamo ricevuto anche molte critiche da parte di chi non crede in noi. In realtà il progetto vuole avvicinare gli studenti tra di loro e creare un legame più forte con l'istituzione scolastica, farli sentire più coinvolti. Ma non siamo stati capiti da tutti, e speriamo di riuscire nel nostro intento».
Tra le varie critiche, siete stati accusati di servilismo e di dare un'immagine troppo patinata del liceo. Pensate sia possibile offrire un'informazione libera attraverso un progetto nato a scuola?
«L'intento del progetto è quello di essere apartitici, imparziali, e il più liberi possibile. Le accuse di servilismo non ci sembrano appropriate, poiché la scuola è solo il luogo che ci ha permesso di incontrarci e formarci come gruppo. Il nostro scopo è fornire un servizio, e se ci sono problemi, questi vengono comunicati con tutta la positività e l'ottimismo possibili».
Quindi, direste che vale la pena spendere del tempo per questo progetto?
«Assolutamente sì. Quando si forma un gruppo di persone che credono in quello che fanno, ci si diverte, si fa un'esperienza nuova e si prova la gioia di mettersi in gioco. La formazione non è solo fornita dai libri di scuola, perciò vale sempre la pena cogliere tutte le possibilità messe a disposizione. Inoltre stiamo cercando di impegnarci sempre più in opere di volontariato, collaborando con la Caritas, e portando avanti un progetto contro il razzismo. Offrire un servizio agli altri fa sentire bene».
Per ora le puntate sono preregistrate e poi caricate sul web. Qual è il prossimo passo?
«Naturalmente, trattandosi di una radio, il nostro sogno è quello di poter andare in onda in diretta. Speriamo di riuscire a farlo via web attraverso una piattaforma, o che una radio locale ci conceda dello spazio per le nostre puntate. Siamo positivi, e con il giusto sostegno probabilmente ce la faremo».