Lavori alle mura del Carmine
Lavori alle mura del Carmine
La città

Mura di via del Carmine di Barletta, approvato il progetto definitivo per la messa in sicurezza

Il progetto comprende le mura urbiche tra la Chiesa del Carmine e il cosiddetto Paraticchio

«Il Comune di Barletta ha aderito all'Avviso Pubblico del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per la manifestazione d'interesse alla procedura di selezione per l'individuazione di n. 10 aree periferiche ricadenti sul territorio dei comuni italiani, da sottoporre a interventi di riqualificazione urbana mediante l'indizione di una procedura di concorso di idee, del 08/06/2017. Tra le 10 aree urbane selezionate con il suddetto avviso pubblico è compresa l'area 02 - Comune di Barletta – Percorso delle antiche Mura del Carmine, che insieme alle altre è stata oggetto del concorso di idee, indetto dallo stesso Ministero, per la riqualificazione dell'area periferica di che trattasi. Pertanto, in virtù dell'impegno assunto dai sindaci nel cui territorio ricadono le aree selezionate e ammesse al concorso d' idee, si è dato seguito a quanto previsto dall'art. 7 dell'Avviso pubblico, riguardo le fasi successive della progettazione. Con la determinazione del Direttore del Dipartimento Mobilità, Qualità Urbana, Opere Pubbliche, Ecologia e Paesaggio n. 19 dell'11/06/2018, pubblicata sul B.U.R.P. n. 82 del 21/06/2018, è stata approvata, in ordine alla candidatura al POR Puglia 2014-2020, Asse XII "Sviluppo Urbano Sostenibile", Azione 12.1 "Rigenerazione Urbana Sostenibile" la graduatoria definitiva, ove risulta inserita quella di Barletta, per un ammontare di € 5.000.000,00». A parlare è l'architetto Massimiliano Cafagna.

«Il progetto - ha sottolineato Cafagna - riguarda il restauro di solo un tratto delle antiche mura urbiche di Barletta, di lunghezza pari a circa 187 metri denominato "lotto 2", comprese tra la Chiesa del Carmine e il fortino cosiddetto Paraticchio, ossia la parte delle mura che contiene a settentrione il terrapieno sul quale è posta la strada denominata Via Mura del Carmine. L'intervento si configura come prosecuzione del restauro che ha già interessato il tratto più occidentale delle mura, un lotto di lunghezza pari a 116 metri "lotto 1". In secondo luogo l'intervento include la progettazione di una pista di running di lunghezza pari a 310 metri, che corre parallela al marciapiede del lungomare Pietro Mennea. Il suo sviluppo inizia in continuità al parco Pietro Mennea e si conclude nell'intersezione con la strada pedonale di collegamento tra il lungomare e la città storica che avviene per mezzo di una scala in cemento fine novecentesca».
Le antiche mura
«Nel progetto di recupero è stata compiuta la scelta di non ripristinare lo stato originario della muratura aragonese ma di mantenere la commistione di materiali perché testimonianza delle diverse fasi evolutive della cinta muraria. In base allo stesso principio sia gli interventi di scuci-cuci che la risarcitura delle lacune e, quando non derivata da significative fasi costruttive delle mura ma dovuta a soli fenomeni di degrado, avverrà con materiale omogeneo rispetto al paramento murario. La riconoscibilità dell'intervento sarà garantita dalla sfumatura di colore della pietra nuova, dalla sua regolarità e dalla inevitabile riconoscibilità della posa in opera in sottosquadro, che verrà compiuta dalle maestranze».

«Barbacane. Altra scelta critica - ha aggiunto l'architetto - riguarda il barbacane 5 (B5), quasi del tutto crollato. Si prevede in primo luogo la pulitura dell'area con l'eliminazione della porzione di nucleo franato, al fine di mettere in luce ciò che permane della struttura originaria. Dall'analisi dei documenti storici e dal rilievo delle rovine si ricavano le misure approssimative dell'ingombro della torre difensiva crollata. La presenza e la collocazione dei barbacane, inoltre, va considerata come una testimonianza preziosa di come venivano realizzate le cinte murarie del XVI secolo e del modus operandi delle maestranze in quell'epoca. Il progetto assume dunque questa condizione, valutando necessario recuperare la memoria storica del barbacane crollato attraverso un intervento di nuova progettazione, conforme ai criteri di riconoscibilità e removibilità, ma che restituisca la volumetria dell'elemento crollato. Si propone dunque di ripristinare la torre mediante una struttura metallica a telaio configurata come da relazione tecnico descrittiva in acciaio Cor-Ten (o acciaio brunito, a seconda del parere della Soprintendenza dopo presa visione delle campionature). La struttura in acciaio si attesta all'interno della volumetria originaria. Alla struttura portante si salderanno dei pannelli in lamiera stirata Cor-Ten (o acciaio brunito) a maglia esagonale, di dimensioni 45x13,5x5 mm, che conformeranno la volumetria della torre per linee d'inviluppo. I pannelli saranno distanziati dai pilastri e dal basamento, e posti in aggetto rispetto al muro stesso, onde evitare futuri danneggiamenti del paramento superstite a causa del percolamento. Tutta la struttura sarà indipendente dalla muratura preesistente e i punti in cui si approssimano saranno dotati di cuscinetti in neoprene. Il pavimento alla quota di campagna, la cui area è corrispondente all'ingombro del barbacane, verrà trattato con ghiaino calcareo mentre quello superiore, calpestabile, sarà in continuità fisica con il marciapiede esistente ma sempre realizzato in pannelli di lamiera stirata, affinché sia riconoscibile l'intervento anche dalla passeggiata lungo la strada sopramurale».
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