Politica
«Montaltino è da recuperare, come molto del patrimonio immobiliare di Barletta»
Incontro della stampa col candidato sindaco Cosimo Cannito. «Non consumiamo le risorse della città, ma valorizziamole»
Barletta - domenica 14 aprile 2013
14.03
Aroma di caffè e profumo di campagna hanno accolto i giornalisti nella piazzetta del borgo di Montaltino dove il candidato sindaco Cosimo Cannito li ha convocati per mostrargli non solo un luogo a lui caro, ma anche le sue criticità e le minacce ambientali da cui quel borgo è attorniato, a cominciare dalla discarica di San Procopio.
"Questo posto per me è molto importante, vi sono legato affettivamente da 30 anni. La mia casetta a Montaltino l'ho comprata e pagata a cambiali e ora questo è il mio angolo di paradiso, il circolo, gli amici, il silenzio, la campagna. Egoisticamente vorrei che il tempo qui si fermasse e che restasse tutto uguale", si racconta Cannito. La sua è una narrazione che non trascura di soffermarsi sulla lottizzazione di Montantino, giudicata illegittima dal Tar e dal Consiglio di Stato e su cui è in corso una inchiesta della Procura di Trani.
"Io quella lottizzazione l'ho votata e politicamente me ne assumo tutta la responsabilità. Certo non sono stato il solo consigliere ad approvare quella delibera il 4 agosto del 2009, il mio voto vale uno. Voglio, però, spiegare perché l'ho fatto. E i motivi sono due. Non essendo un tecnico urbanista, ma un medico, mi sono affidato ai pareri degli uffici comunale, provinciale e regionale, quest'ultimo a firma dell'assessore Angela Barbanente, persona di cui mi fido ciecamente e la cui onestà intellettuale ed etica professionale, oltre che le competenze, per me sono valse da garanzia. L'altro motivo è che credevo in un modello di sviluppo che mi rendo conto oggi non essere più sostenibile. Non è con l'edilizia che mette su palazzi che possiamo creare lavoro e sviluppo. Semmai Montaltino è da recuperare, come molto del patrimonio immobiliare di Barletta. Come? Non ci si muove se prima non si elabora e approva un Pug, il Piano urbanistico, nel quale non dovrà essere possibile ulteriore consumo del territorio, cemento zero. L'ho già detto in altre occasioni. E da questo punto di vista Montaltino è paradigmatico, rappresenta un spartiacque, fra vecchia e nuova visione".
A proposito di recupero del borgo, Cannito, quale esempio, ha citato la scuola elementare comunale. "Ho fatto in modo che non venisse inserita nell'elenco dei beni alienabili del comune, perché mi piacerebbe che diventasse un eco museo della civiltà contadina locale". Quali alternative a uno sviluppo edificatorio e cementizio, Cannito propone, il modello della green economy. "Prendiamo i lati positivi che, guardate, se pure inaspettati, ci sono. A 500 metri dal borgo c'è la discarica di San Procopio, una discarica per rifiuti speciali non pericolosi. Quando l'autorizzazione della stessa è passata dalla provincia di Bari alla Barletta – Andria – Trani, il fatto che fosse previsto un progetto edificatorio ha potuto bloccare autorizzazioni a conferire altri e più rifiuti. Insomma quella maledetta lottizzazione ha, di fatto, salvaguardato Montaltino. Approfittiamone, trasformiamo in ricchezza questa terra e i suoi prodotti, diamogli un marchio, il marchio Montaltino. Così si crea valore, non consumando le risorse, ma valorizzandole".
Infine una parola di chiarezza che non ha potuto prescindere da un excursus storico di quella delibera di lottizzazione. "Quell'atto è stato possibile perché contemplato in un adeguamento del Prg approvato dal consiglio comunale nel 2003 e adottato nel 2008".
"Questo posto per me è molto importante, vi sono legato affettivamente da 30 anni. La mia casetta a Montaltino l'ho comprata e pagata a cambiali e ora questo è il mio angolo di paradiso, il circolo, gli amici, il silenzio, la campagna. Egoisticamente vorrei che il tempo qui si fermasse e che restasse tutto uguale", si racconta Cannito. La sua è una narrazione che non trascura di soffermarsi sulla lottizzazione di Montantino, giudicata illegittima dal Tar e dal Consiglio di Stato e su cui è in corso una inchiesta della Procura di Trani.
"Io quella lottizzazione l'ho votata e politicamente me ne assumo tutta la responsabilità. Certo non sono stato il solo consigliere ad approvare quella delibera il 4 agosto del 2009, il mio voto vale uno. Voglio, però, spiegare perché l'ho fatto. E i motivi sono due. Non essendo un tecnico urbanista, ma un medico, mi sono affidato ai pareri degli uffici comunale, provinciale e regionale, quest'ultimo a firma dell'assessore Angela Barbanente, persona di cui mi fido ciecamente e la cui onestà intellettuale ed etica professionale, oltre che le competenze, per me sono valse da garanzia. L'altro motivo è che credevo in un modello di sviluppo che mi rendo conto oggi non essere più sostenibile. Non è con l'edilizia che mette su palazzi che possiamo creare lavoro e sviluppo. Semmai Montaltino è da recuperare, come molto del patrimonio immobiliare di Barletta. Come? Non ci si muove se prima non si elabora e approva un Pug, il Piano urbanistico, nel quale non dovrà essere possibile ulteriore consumo del territorio, cemento zero. L'ho già detto in altre occasioni. E da questo punto di vista Montaltino è paradigmatico, rappresenta un spartiacque, fra vecchia e nuova visione".
A proposito di recupero del borgo, Cannito, quale esempio, ha citato la scuola elementare comunale. "Ho fatto in modo che non venisse inserita nell'elenco dei beni alienabili del comune, perché mi piacerebbe che diventasse un eco museo della civiltà contadina locale". Quali alternative a uno sviluppo edificatorio e cementizio, Cannito propone, il modello della green economy. "Prendiamo i lati positivi che, guardate, se pure inaspettati, ci sono. A 500 metri dal borgo c'è la discarica di San Procopio, una discarica per rifiuti speciali non pericolosi. Quando l'autorizzazione della stessa è passata dalla provincia di Bari alla Barletta – Andria – Trani, il fatto che fosse previsto un progetto edificatorio ha potuto bloccare autorizzazioni a conferire altri e più rifiuti. Insomma quella maledetta lottizzazione ha, di fatto, salvaguardato Montaltino. Approfittiamone, trasformiamo in ricchezza questa terra e i suoi prodotti, diamogli un marchio, il marchio Montaltino. Così si crea valore, non consumando le risorse, ma valorizzandole".
Infine una parola di chiarezza che non ha potuto prescindere da un excursus storico di quella delibera di lottizzazione. "Quell'atto è stato possibile perché contemplato in un adeguamento del Prg approvato dal consiglio comunale nel 2003 e adottato nel 2008".