La città
«Mi cancello da TikTok»
Il gesto controcorrente di un’adolescente barlettana diventa simbolo di una crescente consapevolezza
Barletta - mercoledì 3 febbraio 2021
"Ho deciso di disinstallare dal mio smartphone l'applicazione TikTok a seguito della presa di coscienza della morte di molti miei coetanei e del fatto di essere troppo piccola per utilizzare questo social". Queste le parole di A.F., una ragazzina di dodici anni che frequenta il Centro socio-educativo diurno per minori della Confraternita Misericordia di Barletta sorto nella nostra città il 12 ottobre dello scorso anno.
Accreditata a livello regionale, la struttura si pone l'obiettivo di sostenere e prevenire tutti i disagi tipici della preadolescenza e dell'adolescenza tra i quali le difficoltà di socializzazione, l'emarginazione, la devianza e la dispersione scolastica.
Situato in una villa confortevole dal clima familiare, il centro accoglie trenta minori dai sei ai diciotto anni, supportati costantemente da un'equipe di professionisti sia nello studio sia in attività laboratoriali di varia natura pensate dallo staff stesso.
"A causa del Covid-19 - spiega la psicologa della struttura - molte delle attività che avrebbero portato all'interazione e alla cooperazione dei ragazzi non si sono potute ancora effettuare. Per questa ragione, io e i miei colleghi abbiamo iniziato a riflettere su quali attività e quali argomenti potessero davvero interessare i ragazzi. Dalla nostra attenta osservazione degli adolescenti in struttura, è emerso come la tecnologia, ed in particolare i social, fossero l'argomento sul quale sarebbe stato più utile dibattere, costruire un laboratorio e fare informazione, specie in questo momento storico in cui il loro utilizzo è raddoppiato."
E aggiunge: "Pertanto abbiamo ritenuto opportuno dar vita a due laboratori denominati rispettivamente "Media Education", con il quale abbiamo cercato di far comprendere ai ragazzi i rischi del web, e "Comunicazione ed assertività" nel quale, mediante giochi di gruppo, abbiamo stimolato i ragazzi al confronto con gli altri ad esporre le proprie opinioni in modo assertivo in un clima di assenza di giudizio". E' stato proprio in uno degli incontri del primo laboratorio che con i ragazzi presenti ed alcuni genitori (che su base volontaria hanno potuto assistere alla proiezione tramite la piattaforma Google Meet) abbiamo visto e commentato il docu-film "Social Dilemma" dalla cui visione è sorta una presa di coscienza collettiva di quanto le nostre vite possano essere manipolate dalla tecnologia e di quanto i social possano essere pericolosi nell'istigare i ragazzi ad attuare comportamenti inusuali come partecipare a challenge mortali."
Alla proiezione è seguito un dibattito che ha visto animosamente coinvolti molti dei partecipanti e la nostra intervistata, la quale a soli dodici anni e dopo qualche giorno dal visone si è recata come d'abitudine al centro e con fierezza ha mostrato ai suoi compagni il suo cellulare affermando di aver disinstallato TikTok.
"Nonostante usassi TikTok per divertirmi e fare balletti con le mie amiche - sostiene A.F. - questo dibattito e le mille altre notizie di miei coetanei morti a seguito di challenge organizzate su questo social ho preso consapevolezza del pericolo ed ho scelto di disinstallare l'app. Un'altra motivazione che mi ha spinta a farlo è stata quella di essermi accorta di cercare sempre un momento, anche al centro, per usarla non rendendomi conto dell'opportunità concessami di stare qui e socializzare con i miei compagni".
"E' importante - sottolinea la psicologa - educare gli adolescenti ad un pensiero critico e, da genitori, motivare i divieti ai figli creando momenti di dialogo, scambio emotivo e complicità, iniziando a guardare gli adolescenti come portatori di idee".
Gesto, quello della protagonista, simbolo di una generazione che non ha paura di "andare controcorrente" , sempre pronta ad accettare, se correttamente spiegati, i consigli degli adulti. "A seguito del successo di questo laboratorio, ci auguriamo che quanto prima la situazione sanitaria migliori cosi che si possa realizzare uno dei nostri obiettivi, cioè estendere i nostri incontri tematici al territorio e ai giovani estranei alla struttura".
Accreditata a livello regionale, la struttura si pone l'obiettivo di sostenere e prevenire tutti i disagi tipici della preadolescenza e dell'adolescenza tra i quali le difficoltà di socializzazione, l'emarginazione, la devianza e la dispersione scolastica.
Situato in una villa confortevole dal clima familiare, il centro accoglie trenta minori dai sei ai diciotto anni, supportati costantemente da un'equipe di professionisti sia nello studio sia in attività laboratoriali di varia natura pensate dallo staff stesso.
"A causa del Covid-19 - spiega la psicologa della struttura - molte delle attività che avrebbero portato all'interazione e alla cooperazione dei ragazzi non si sono potute ancora effettuare. Per questa ragione, io e i miei colleghi abbiamo iniziato a riflettere su quali attività e quali argomenti potessero davvero interessare i ragazzi. Dalla nostra attenta osservazione degli adolescenti in struttura, è emerso come la tecnologia, ed in particolare i social, fossero l'argomento sul quale sarebbe stato più utile dibattere, costruire un laboratorio e fare informazione, specie in questo momento storico in cui il loro utilizzo è raddoppiato."
E aggiunge: "Pertanto abbiamo ritenuto opportuno dar vita a due laboratori denominati rispettivamente "Media Education", con il quale abbiamo cercato di far comprendere ai ragazzi i rischi del web, e "Comunicazione ed assertività" nel quale, mediante giochi di gruppo, abbiamo stimolato i ragazzi al confronto con gli altri ad esporre le proprie opinioni in modo assertivo in un clima di assenza di giudizio". E' stato proprio in uno degli incontri del primo laboratorio che con i ragazzi presenti ed alcuni genitori (che su base volontaria hanno potuto assistere alla proiezione tramite la piattaforma Google Meet) abbiamo visto e commentato il docu-film "Social Dilemma" dalla cui visione è sorta una presa di coscienza collettiva di quanto le nostre vite possano essere manipolate dalla tecnologia e di quanto i social possano essere pericolosi nell'istigare i ragazzi ad attuare comportamenti inusuali come partecipare a challenge mortali."
Alla proiezione è seguito un dibattito che ha visto animosamente coinvolti molti dei partecipanti e la nostra intervistata, la quale a soli dodici anni e dopo qualche giorno dal visone si è recata come d'abitudine al centro e con fierezza ha mostrato ai suoi compagni il suo cellulare affermando di aver disinstallato TikTok.
"Nonostante usassi TikTok per divertirmi e fare balletti con le mie amiche - sostiene A.F. - questo dibattito e le mille altre notizie di miei coetanei morti a seguito di challenge organizzate su questo social ho preso consapevolezza del pericolo ed ho scelto di disinstallare l'app. Un'altra motivazione che mi ha spinta a farlo è stata quella di essermi accorta di cercare sempre un momento, anche al centro, per usarla non rendendomi conto dell'opportunità concessami di stare qui e socializzare con i miei compagni".
"E' importante - sottolinea la psicologa - educare gli adolescenti ad un pensiero critico e, da genitori, motivare i divieti ai figli creando momenti di dialogo, scambio emotivo e complicità, iniziando a guardare gli adolescenti come portatori di idee".
Gesto, quello della protagonista, simbolo di una generazione che non ha paura di "andare controcorrente" , sempre pronta ad accettare, se correttamente spiegati, i consigli degli adulti. "A seguito del successo di questo laboratorio, ci auguriamo che quanto prima la situazione sanitaria migliori cosi che si possa realizzare uno dei nostri obiettivi, cioè estendere i nostri incontri tematici al territorio e ai giovani estranei alla struttura".