Politica
Mennea e Caracciolo, opposti pensieri sulla legge elettorale in regione
Commenti sulla riduzione dei consiglieri da 70 a 50. Nel PD riflessioni divergenti sui costi e i tagli alla politica
Barletta - mercoledì 5 settembre 2012
La discussione in Regione Puglia dell'ulteriore riduzione del numero dei consiglieri regionali da 70 a 50 è di stretta attualità, e sull'argomento giungono a distanza di poche ore i commenti di Ruggiero Mennea e Filippo Caracciolo, consiglieri entrambi barlettani ed entrambi del PD, ma nei toni completamente divergenti. La necessità di tagliare il numero dei consiglieri è strettamente connessa alla riflessione sulla nuova legge elettorale, e dai due esponenti politici arrivano diversi modi di intendere quanto sta per accadere in consiglio regionale: attendere la modifica della legge elettorale nazionale, o rispondere subito alle richieste dei cittadini, che chiedono risparmio del denaro pubblico e tagli ai costi superflui della politica?
«Si proceda spediti alla modifica dello Statuto e si metta mano subito alla legge elettorale» ha dichiarato Ruggiero Mennea. «Abbiamo il dovere di ottemperare a quanto sancito dalla Corte Costituzionale e di rispettare la volontà diffusa dei cittadini, che chiedono a gran voce la riduzione dei costi della politica in un momento di grande difficoltà economica. Non avrebbe senso aspettare le mosse del Governo nazionale, la modifica della legge elettorale che sostituisca il porcellum e la riduzione dei parlamentari. Non vorrei che in Puglia accadesse quello che è successo in Sicilia, ove il taglio dei consiglieri è stato più volte sbandierato e mai attuato».
Di contenuti opposti è invece la riflessione di Filippo Caracciolo che scrive: «Mi auguro che qualcuno non usi demagogicamente la necessità di ridurre il numero dei consiglieri regionali per accelerare l'approvazione di una legge elettorale che invece meriterebbe un'elaborazione e una discussione approfondita. La riduzione da 70 a 50 è necessaria e ci vedrà certamente tutti d'accordo. Ma una legge elettorale non definisce soltanto il numero dei consiglieri. C'è tanto altro che va analizzato e ben ponderato. Ritengo, quindi, che la legge di modifica debba essere elaborata con grande attenzione e questo mal si concilia con la fretta che invece si percepisce negli ambienti regionali. Sembra come se qualcuno abbia fretta di chiudere questa partita, ma le elezioni sono ancora lontane e quindi non vedo perché si debba correre. Anche perché sarebbe opportuno attendere la nuova legge elettorale nazionale e, soprattutto, le novità relative alle province. Sarebbe, infatti, opportuno che le circoscrizioni elettorali corrispondano alle nuove province o, quanto meno, alle stesse circoscrizioni che saranno previste per le elezioni politiche».
«Si proceda spediti alla modifica dello Statuto e si metta mano subito alla legge elettorale» ha dichiarato Ruggiero Mennea. «Abbiamo il dovere di ottemperare a quanto sancito dalla Corte Costituzionale e di rispettare la volontà diffusa dei cittadini, che chiedono a gran voce la riduzione dei costi della politica in un momento di grande difficoltà economica. Non avrebbe senso aspettare le mosse del Governo nazionale, la modifica della legge elettorale che sostituisca il porcellum e la riduzione dei parlamentari. Non vorrei che in Puglia accadesse quello che è successo in Sicilia, ove il taglio dei consiglieri è stato più volte sbandierato e mai attuato».
Di contenuti opposti è invece la riflessione di Filippo Caracciolo che scrive: «Mi auguro che qualcuno non usi demagogicamente la necessità di ridurre il numero dei consiglieri regionali per accelerare l'approvazione di una legge elettorale che invece meriterebbe un'elaborazione e una discussione approfondita. La riduzione da 70 a 50 è necessaria e ci vedrà certamente tutti d'accordo. Ma una legge elettorale non definisce soltanto il numero dei consiglieri. C'è tanto altro che va analizzato e ben ponderato. Ritengo, quindi, che la legge di modifica debba essere elaborata con grande attenzione e questo mal si concilia con la fretta che invece si percepisce negli ambienti regionali. Sembra come se qualcuno abbia fretta di chiudere questa partita, ma le elezioni sono ancora lontane e quindi non vedo perché si debba correre. Anche perché sarebbe opportuno attendere la nuova legge elettorale nazionale e, soprattutto, le novità relative alle province. Sarebbe, infatti, opportuno che le circoscrizioni elettorali corrispondano alle nuove province o, quanto meno, alle stesse circoscrizioni che saranno previste per le elezioni politiche».