Politica
Massimo D’Alema a Barletta a sostegno del candidato Maffei
Il ritorno della vecchia volpe della sinistra italiana. «La maggioranza di governo sarà battuta anche al Nord»
Barletta - venerdì 13 maggio 2011
Lo hanno soprannominato in tutti i modi (Baffino, Leader Maximo, Dalemone solo per citarne alcuni) a seconda del suo ruolo e del suo peso sulla scena del teatrino della politica italiana. Ma stamane Massimo D'Alema, a Barletta per sostenere la candidatura del sindaco uscente Maffei alle imminenti elezioni amministrative, si è mostrato piuttosto nel ruolo nel quale, indiscutibilmente, riesce meglio di tanti altri, quello di un grande analista politico. Tanti i temi trattati sotto le incalzanti domande dei media ma il Grande Manovratore non si è tirato indietro, rispondendo colpo su colpo con la flemma che lo caratterizza.
«Ho fatto un grande giro per tutta l'Italia, e naturalmente ho riservato l'ultima giornata alla Puglia perché è giusto essere qui, dai miei elettori. La sensazione è positiva, d'altro canto il nervosismo del Presidente del Consiglio, la volgarità delle aggressioni, il carattere fantasmagorico delle promesse […], tutto questo testimonia una difficoltà che egli stesso avverte: la perdita di consenso, la perdita di fiducia. È stato lui che ha voluto essere protagonista della campagna elettorale, perché poteva benissimo, anzi il suo dovere era rimanere a Palazzo Chigi a governare il Paese, non andare in giro, candidarsi alle elezioni. Si è messo in mezzo ma a differenza di quello che avveniva nel passato, questa volta non raccoglie solo applausi ma soprattutto fischi […]. Non c'è nessun paese civile dove il capo del governo si candida consigliere comunale anziché occuparsi dei problemi del lavoro, dello sviluppo. I dati di oggi dicono che l'Italia è fanalino di coda in Europa dal punto di vista dell'economia ma siamo primi nel ridicolo grazie al Presidente del Consiglio. Questa è la situazione del nostro Paese».
Sulle prospettive del centrosinistra per queste elezioni amministrative, D'Alema è convinto: «Innanzitutto sono persuaso che con queste elezioni ci sarà un grande rafforzamento, del radicamento del centrosinistra, del Partito Democratico, e più in generale dell'opposizione. La maggioranza di governo sarà battuta, anche in quella parte del Nord dove sembrava avere una forza inespugnabile. Questo è il vento prevalente, dopodiché non so cosa farà Berlusconi: in un Paese normale dovrebbe prenderne atto, ma siccome tutto si può pensare di Berlusconi meno che sia normale, diciamo, dal punto di vista della democrazia, non so cosa farà. In questo momento mi interessa capire cosa faranno gli italiani».
Concentrandosi sulla situazione locale il vecchio leone della sinistra italiana parla chiaro: «La Puglia è per noi la più grande regione che governiamo nel Mezzogiorno, è una grande realtà, è una regione moderna, il centrosinistra è una grande forza di governo, e siamo fiduciosi di confermare questo primato. Barletta è una città chiave di questa regione, nel bene e nel male. E noi qui abbiamo un'esperienza di governo forte, rilevante, un sindaco che è una personalità vera, che ha affrontato questi cinque anni con molta energia, che ha ritrovato il consenso e la fiducia della città, e che governerà per i prossimi cinque anni. Non credo che su questo ci siano dei dubbi, anzi spero che i cittadini di Barletta vogliano sbrigare la pratica già domenica e lunedì perché credo che si risparmierebbe tempo e denaro.
Sulla campagna elettorale di Milano: «Milano è, come dire, proprio una partita fuori casa. Sembrava impossibile, invece sta diventando un derby possibile. A Milano si registra la difficoltà più seria per la destra e non si tratta soltanto delle gaffe elettorali della signora Moratti. Si tratta del fallimento della destra come forza di governo. Si tratta dell'incapacità della destra di governare quella grande città. Basta pensare a come stanno sprecando l'occasione dell'Expo fra litigi, lotte di potere. Questa difficile campagna elettorale della signora Moratti è, secondo me, la manifestazione di un fallimento politico che viene da lontano. Milano è contendibile, andremo al ballottaggio e io sono persuaso che ce la possiamo fare».
Sull'alleanza con Fini: «Ritengo che tutte le forze politiche che sono all'opposizione, e che condividono alcuni valori fondamentali, a partire dal valore della legalità, debbano collaborare fra di loro […] perché non possiamo più consentire che una minoranza faziosa, come quella che oggi sostiene Berlusconi […], faccia del male al nostro Paese. Noi dobbiamo porvi rimedio. Questa è una considerazione, un appello democratico, non è una proposta per fare un accordo di potere, è una riflessione sul futuro dell'Italia».
Sulla Lega Nord: «La Lega farà quello che vuole. Oggi Berlusconi più Lega fa il quaranta per cento. Il sessanta per cento degli italiani vuole che se ne vadano a casa».
«Ho fatto un grande giro per tutta l'Italia, e naturalmente ho riservato l'ultima giornata alla Puglia perché è giusto essere qui, dai miei elettori. La sensazione è positiva, d'altro canto il nervosismo del Presidente del Consiglio, la volgarità delle aggressioni, il carattere fantasmagorico delle promesse […], tutto questo testimonia una difficoltà che egli stesso avverte: la perdita di consenso, la perdita di fiducia. È stato lui che ha voluto essere protagonista della campagna elettorale, perché poteva benissimo, anzi il suo dovere era rimanere a Palazzo Chigi a governare il Paese, non andare in giro, candidarsi alle elezioni. Si è messo in mezzo ma a differenza di quello che avveniva nel passato, questa volta non raccoglie solo applausi ma soprattutto fischi […]. Non c'è nessun paese civile dove il capo del governo si candida consigliere comunale anziché occuparsi dei problemi del lavoro, dello sviluppo. I dati di oggi dicono che l'Italia è fanalino di coda in Europa dal punto di vista dell'economia ma siamo primi nel ridicolo grazie al Presidente del Consiglio. Questa è la situazione del nostro Paese».
Sulle prospettive del centrosinistra per queste elezioni amministrative, D'Alema è convinto: «Innanzitutto sono persuaso che con queste elezioni ci sarà un grande rafforzamento, del radicamento del centrosinistra, del Partito Democratico, e più in generale dell'opposizione. La maggioranza di governo sarà battuta, anche in quella parte del Nord dove sembrava avere una forza inespugnabile. Questo è il vento prevalente, dopodiché non so cosa farà Berlusconi: in un Paese normale dovrebbe prenderne atto, ma siccome tutto si può pensare di Berlusconi meno che sia normale, diciamo, dal punto di vista della democrazia, non so cosa farà. In questo momento mi interessa capire cosa faranno gli italiani».
Concentrandosi sulla situazione locale il vecchio leone della sinistra italiana parla chiaro: «La Puglia è per noi la più grande regione che governiamo nel Mezzogiorno, è una grande realtà, è una regione moderna, il centrosinistra è una grande forza di governo, e siamo fiduciosi di confermare questo primato. Barletta è una città chiave di questa regione, nel bene e nel male. E noi qui abbiamo un'esperienza di governo forte, rilevante, un sindaco che è una personalità vera, che ha affrontato questi cinque anni con molta energia, che ha ritrovato il consenso e la fiducia della città, e che governerà per i prossimi cinque anni. Non credo che su questo ci siano dei dubbi, anzi spero che i cittadini di Barletta vogliano sbrigare la pratica già domenica e lunedì perché credo che si risparmierebbe tempo e denaro.
Sulla campagna elettorale di Milano: «Milano è, come dire, proprio una partita fuori casa. Sembrava impossibile, invece sta diventando un derby possibile. A Milano si registra la difficoltà più seria per la destra e non si tratta soltanto delle gaffe elettorali della signora Moratti. Si tratta del fallimento della destra come forza di governo. Si tratta dell'incapacità della destra di governare quella grande città. Basta pensare a come stanno sprecando l'occasione dell'Expo fra litigi, lotte di potere. Questa difficile campagna elettorale della signora Moratti è, secondo me, la manifestazione di un fallimento politico che viene da lontano. Milano è contendibile, andremo al ballottaggio e io sono persuaso che ce la possiamo fare».
Sull'alleanza con Fini: «Ritengo che tutte le forze politiche che sono all'opposizione, e che condividono alcuni valori fondamentali, a partire dal valore della legalità, debbano collaborare fra di loro […] perché non possiamo più consentire che una minoranza faziosa, come quella che oggi sostiene Berlusconi […], faccia del male al nostro Paese. Noi dobbiamo porvi rimedio. Questa è una considerazione, un appello democratico, non è una proposta per fare un accordo di potere, è una riflessione sul futuro dell'Italia».
Sulla Lega Nord: «La Lega farà quello che vuole. Oggi Berlusconi più Lega fa il quaranta per cento. Il sessanta per cento degli italiani vuole che se ne vadano a casa».