Francesco Ventola
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Politica

Maffei ritiri il ricorso al Tar. Imposizione del Presidente Ventola?

Difficile l’interpretazione della lettera aperta del Presidente Francesco Ventola al Sindaco Nicola Maffei. La richiesta:«Riaprire un comune tavolo di confronto e di intesa»

Commentiamo appena la lettera aperta che nel tardo pomeriggio lo staff del Presidente Francesco Ventola ha diffuso alla stampa. Ventola, ancora una volta, inopinatamente e dimenticando del tutto le sue autorevoli invocazioni pre- elettorali, addebita ora alla città di Barletta e al suo sindaco le responsabilità di una situazione politica incertissima, dopo il ricorso al Tar Puglia da parte del Comune di Barletta che appunto chiede l'annullamento di quel Consiglio provinciale del 21 maggio scorso, nel quale fu decisa la sede legale della Sesta provincia, attribuendola ad Andria. Un lacrimevole tardivo comunicato provinciale di Ventola o l'astuta geometria elettorale del Presidente che addebita a Barletta (testualmente nel corpo della novella lettera) i nefasti risultati derivanti dalla azione legale intrapresa dall'intero Consiglio Comunale? Lasciamo le ragioni del policentrismo ma soffermiamoci invece sull'ingerenza di Ventola, sulle ragioni di una città, qualsivoglia essa sia.

Bugia, circa l'invito rivoltogli di partecipare al Consiglio Comunale del 20 maggio scorso (proprio alla vigilia della decisione provinciale), nessun invito gli fu rivolto, bensì fu egli stesso, Ventola a farsi tempestivamente invitare, telefonando al Presidente del Consiglio barlettano Filippo Caracciolo. Gli fu interdetta la parola, come lo fu per ogni consigliere, per l'iniziativa ferma del consigliere avvocato Peppe Cioce. Il ricorso, giusto o sbagliato che sia, ora è la volontà di una città che, tramite l'intera rappresentatività, compresa quella di Alfarano e Damiani (dubbiosi e tentennanti nell'occasione), persegue quella decisione unanimemente presa.




In merito al ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale della Puglia presentato dal Comune di Barletta contro l'approvazione dello Statuto deliberato dal Consiglio Provinciale lo scorso 21 maggio, si riporta di seguito una nota a firma del Presidente della Provincia di Barletta - Andria - Trani, Francesco Ventola, indirizzata al Sindaco di Barletta, Nicola Maffei, e, per conoscenza, al Presidente del Consiglio comunale Filippo Caracciolo.

«L'iniziativa assunta dall'Esecutivo della Città di Barletta ha dato il via a considerazioni di vario livello politico e della società civile. Per il ruolo rivestito, sulla questione, originata dalle determinazioni che hanno portato all'approvazione dello Statuto della nostra Provincia, ho sempre sentito l'esigenza di contemperare il diritto-dovere di non esprimere un punto di vista che potesse in un qualche modo condizionare oltremodo un dibattito aperto ed il bisogno di dire la propria e sollecitare riflessioni adeguate sui temi e sui problemi in discussione. E' quest'ultima la circostanza odierna, quella cioè di cercare quanto meno di sottolineare i rischi che sottendono il percorso intrapreso con l'impugnazione dell'atto provinciale da parte della Giunta Comunale di Barletta, richiamarne la più ampia consapevolezza possibile.

La storia della nostra Provincia, grazie al lavoro, all'impegno ed alla partecipazione pur differenziata con cui ognuno ha concorso, è nota a tutti, quella passata e quella più recente; la storia e l'impegno trainante profuso dai Barlettani è noto a tutti. Anche le difficoltà e le differenti aspirazioni legittime sono note. Sempre e su tutto si è cercato comunque di far prevalere il buon senso a scapito di scelte talvolta sconsiderate o autolesionistiche.

Oggi, l'Amministrazione comunale di Barletta, però, ha intrapreso una strada dai nefasti risultati, quali che possano essere nel medio e lungo periodo: nel breve periodo già disorientano, sconcertano. E' questo ciò che vuole la Città di Barletta? E' questo il mandato ricevuto dall'elettorato? E' questo ciò che un amministratore, un esponente politico consapevole, deve perseguire?

Credo si sia tutti d'accordo che su coloro ai quali è affidata la guida di una Comunità, incomba la responsabilità di interpretare gli interessi più alti della collettività e di orientare a tali fini l'attività di impulso, adottando iniziative ed atti con lungimiranza e nello spirito del buon padre di famiglia, tenere unito il proprio nucleo familiare (nella fattispecie quello costituito anzitempo), farlo crescere, sviluppare. Non mi pare possa essere quella di un ricorso amministrativo proteso ad una incidentale dichiarazione di incostituzionalità della legge 148, istitutiva della Provincia, la soluzione che la gente si augura. Buttare l'acqua con tutto il bambino, un bambino tanto voluto, è innaturale oltre che paradossale e angosciante.

All'invito rivoltomi a presenziare alla fatidica seduta del Consiglio Comunale di Barletta del 20 maggio scorso, risposi molto volentieri anche se fu un'occasione sprecata per un confronto utile. In questa occasione, per la funzione che rivesto, sono io ad invitare, esortare, l'Amministrazione comunale di Barletta, il Sindaco Maffei e tutta la Giunta comunale, a tornare sui propri passi ed a ritirare il ricorso, confidando ancora una volta in un atteggiamento propositivo, al di là di ogni fuorviante interesse minore.

Il percorso per la nostra Provincia è ancora da costruire e realizzare, soprattutto. E' necessario, pertanto, recuperare quella unità di intenti e quel metodo che ci ha visti lavorare fianco a fianco, in particolare nella Conferenza dei Sindaci, per dare un senso concreto alla policentricità. Il lavoro svolto in quella sede è stato il riferimento ispiratore al cui perseguimento serve ogni autorevole ausilio: qualsiasi opera se incompiuta, non può davvero definirsi e non sarà mai tale.

Anche in questa fase Barletta continua ad essere centrale per tutto il territorio, per il suo futuro. Superando istintive e comprensibili reazioni di primo momento, l'auspicio è che voglia esserlo ancora una volta in termini costruttivi; a Voi il compito di esserne interpreti fedeli. Riaprire un comune tavolo di confronto e di intesa può essere anche in questa fase un indispensabile e proficuo momento di sintesi».

Francesco Ventola
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