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Politica

Maffei e il tormento di non essere amato

Lettera aperta al Sole24Ore. Avranno vagliato centinaia di curricula?

Trasparenza globale e la più ampia discussione democratica sul web. E' questo che dopo tanti anni ho imparato dalle giovani, intraprendenti leve che ho trovato nella redazione di Barlettalife. I giovani aspiranti colleghi studiano i più irrequieti fenomeni, sempre più dinamici che si rincorrono in internet, spiegando - alle mie perplessità datate - che qualche commento oneroso, in calce ai nostri articoli poteva essere lesivo, corrisponde all'essenza del giornalismo mediatico al quale non ci si può e non ci si deve opporre. Innanzi tutto il rispetto del lettore, sovrano e indistinguibile!

Conoscevo già il confronto duro con il pubblico, avendo condotto telegiornali e trasmissioni, ma ho dovuto ancora di più assordare la mia coscienza - forse più autentica di altre - con rinnovate verità. Quando poi leggo capoversi che intimidiscono pareri e pluralità con intimidazioni legali, ricorrenti nella questione che rincorre le pagine dell'informazione sul caso determinazione del comune di improbabile incarico, qualche mia speranza lineare viene flagellata. Ma per pochi istanti perchè nel giusto è la indignazione globale nei confronti dello strapotere che straccia web e dignità.


Il direttore



Gentile direttore Napoletano,

spero Le sia giunta la lettera con cui il sindaco della mia città, Nicola Maffei, Le chiedeva spiegazioni in riferimento all'assenza del suo nome nella lista dei sindaci più amati dagli Italiani. Con la presente La prego di rispondere in modo sollecito alla richiesta del nostro sindaco. Prima che il terrore di non essere abbastanza apprezzato dai suoi concittadini crei a noi tutti ulteriori gravi problemi. Da più di un anno la comunicazione politica è per Nicola Maffei un vero e proprio tormento. Noto al pubblico e alla critica per la sua incapacità di governare partiti, maggioranze e consiglieri, grazie ad acuti e costosissimi suggerimenti scelse in clima pre-elettorale il motto: Ho deciso. Evidentemente quegli esperti di comunicazione avevano uno spiccato senso dell'ironia. Nello stesso periodo Maffei si avvalse di un consulente (autore televisivo, pubblicitario, romanziere) che per la modica cifra di 10 mila euro gli praticò un "lifting" della sua immagine decadente. Giunsero poi le primarie e le elezioni e la squadra di portaborse si allargò ancor di più fino alle sponde baresi e alla più famosa agenzia di comunicazione politica del Paese, Proforma: da Vendola a Emiliano, da Boeri (e lì mal gliene incolse) a Maffei, appunto.

Ma il capolavoro doveva ancora arrivare. Non pago di tutta questa attenzione per la comunicazione, pochi giorni fa, credo proprio a causa dello sgarbo del Sole 24 ore, il Sindaco HA DECISO. Allargare il proprio staff istituzionale. La cosa più semplice sarebbe stato assumere un altro addetto stampa. Ma di addetti stampa al Comune di Barletta ce ne sono già due. Ma soprattutto il Sindaco aveva già deciso a chi assegnare questo importante e delicato compito. E non si trattava né di un giornalista professionista né di un giornalista pubblicista, bensì di un ricercatore di Storia. Per curare la presenza del sindaco su Youtube, Facebook, Twitter e per scrivere una newsletter. Determina dirigenziale, contratto di co.co.co pronto all'uso: incarico da 30mila euro all'anno. Ad insaputa del fortunato prescelto, il capo dello staff ha compilato in fretta il tutto. Ma proprio quando tutto sembrava pronto, la segreteria provinciale de La Destra ha sollevato un polverone. Sui requisiti mancanti, sull'addetto stampa che non è nemmeno pubblicista. Errare è umano, la replica dell'inconsapevole prescelto. Dietrofront e a breve avremo un contratto meglio ritagliato su misura da Portavoce.

So che Lei, direttore, si starà chiedendo: come è possibile? Lei mi chiederà:

  1. "Che ci fa uno storico in un ufficio stampa o nella comunicazione web? Se ho mal di denti vado forse dal carrozziere? Se perde un lavandino corro dall'edicolante?" Sono certo che il Sindaco Maffei e il capo del suo Staff avranno vagliato attentamente centinaia di curricula di scienziati della comunicazione, giornalisti web, esperti in content management prima di individuare quello più adatto, mi creda.
  2. "30 mila euro per supportare/coadiuvare uno staff già ampio?" Qui mi stupisce, direttore. In primo luogo è noto come il web sia ormai inarrestabile creatore di denaro e ricchezza. Poi nell'incarico si aprono altri spiragli. Il candidato individuato potrà anche collaborare a scrivere comunicati stampa. Evidentemente due persone non bastano a scrivere un pezzo. Ne serviva una terza e senza titolo!
  3. "La nomina ha forse sapore di ricompensa politica?" No, assolutamente, no. Il candidato non ha mai avuto tessere di partito, non si è mai candidato né a cariche di partito né a cariche amministrative. Il suo unico impegno è stato per Casa Maffei, il supercomitato elettorale del Sindaco, "spesso e volentieri a titolo gratuito". Ma forse a buon rendere?

Direttore Napoletano, Le rivolgo un'accorata preghiera. Risponda all'appello di Maffei. Anzi, gli comunichi che non era presente in classifica perché troppo alto era il suo indice di gradimento. Io (credo ogni cittadino) mi auguro che invece che a comunicare in modo più efficace, Maffei si dedichi a risolvere i veri problemi della sua amministrazione e della città. Crollano palazzi e manca la fogna in un intero quartiere, e invece si progettano corsi per animatori turistici. Dalla Proforma a Fiorello, vien da dire. Direttore, in tempi di rigore, ai tempi del Governo Monti, le casse dei Comuni piangono. I pochi fondi in più vengono dall'Europa. Ma bisogna partecipare e vincere bandi. Noi abbiamo un Ufficio Europa sguarnito. E che facciamo? Una short-list di esperti! La formula pubblica del lavoro a chiamata, o job on call. Nessun concorso all'orizzonte, mentre si richiamano in servizio come costosissimi consulenti i dirigenti andati in pensione. Chi è l'assessore al Personale? Il sindaco Maffei naturalmente.

Lei sicuramente ricorderà il bel film "Il Portaborse". Nanni Moretti, nei panni del ministro Botero, chiama a scrivere per sé un professore di Liceo, Silvio Orlando. Quando si tratta di pagarlo, un collaboratore di Botero chiama Orlando e gli fa capire che il suo contratto è del Ministero. Orlando chiede: «Ma allora io lavoro per il Ministero?»,«No» gli risponde l'altro, «lavori per Botero, ma paga il Ministero». Il ministero, il Comune. Pantalone, insomma. Vecchia storia.
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