Inaugurazione lungomare Pietro Mennea
Inaugurazione lungomare Pietro Mennea
La città

Lungomare “Pietro Mennea”: cosa ne pensano i cittadini?

Barlettani divisi fra indifferenza e senso di appartenenza

Lo scorso 21 marzo, ad un anno esatto dalla scomparsa di Pietro Mennea, simbolo di Barletta e autentico monumento dell'atletica leggera italiana, veniva inaugurato dal Sindaco Pasquale Cascella il lungomare "Pietro Paolo Mennea". Mettendo da parte le condizioni in cui versa la litoranea, abbiamo chiesto agli abituali "corridori" barlettani cosa ne pensano di tale scelta. Tutti gli intervistati hanno speso parole buone per Mennea, ma non per l'amministrazione comunale, che a detta degli stessi cittadini poteva fare molto di più per onorare la memoria del compianto atleta. In molti percepiscono un secondo fine, piuttosto che una commemorazione spontanea e dovuta ad un'atleta che ha portato il nome di Barletta orgogliosamente in giro per il mondo.

Andrea: «Una volta morto, si sono accorti che avevamo fra i nostri concittadini una medaglia d'oro alle Olimpiadi. Mennea poteva fare tanto per Barletta, solo che non ha avuto mai la possibilità di dimostrarlo. Come disse John Lennon "Tutti ti amano quando sei due metri sotto terra". Il nostro lungo mare è uno spettacolo, o meglio potrebbe esserlo, ma è davvero fatiscente».

Christian: «Questa litoranea ha subito negli anni un degrado costante, sino ad arrivare ai nostri giorni. Lo "spettacolo" è orribile: basti vedere le piste ciclabili, dove ciò che dovrebbe dividerle dall'asfalto è letteralmente sparito. Si è parlato di progetti nel tempo, porti turistici, miglioramento delle strutture, ma ad oggi io non ho visto ancora niente. Chi meglio di me, che sono un praticante di footing e jogging, sa che in certi orari della giornata la litoranea è infrequentabile? Odori disgustosi provenienti da precise parti della litoranea, non solo dal famoso "canalone". La spiaggia dei serfisti merita un discorso a parte, vista l'inciviltà dei cittadini barlettani. Questa litoranea è stata intitolata ad un uomo che ha portato il nome di Barletta in tutto il mondo e per certi versi sarebbe un insulto, un "carica" o un "fardello" di cui la famiglia dell'atleta non andrebbe molto fiera. Si dovrebbe sensibilizzare prima la mente dei cittadini e in seguito adeguare, nel vero senso del termine, le cose».

Daniele: «Penso che il nome della litoranea sia stato azzeccato. Pietro Mennea è stato uno dei pilastri dell'atletica leggera nazionale e internazionale. Ci sono tantissimi ragazzi che utilizzano questo spazio per mantenersi in forma o semplicemente per il piacere di correre, quindi credo che l'amministrazione comunale si sia mossa bene in questa direzione, ma andrebbero migliorate alcune cose».

Federico: «Secondo il mio modesto parere, intitolare il lungomare a Pietro Mennea è stata una cosa giustissima. Ha portato il nome di Barletta in tutto il mondo, tutti conoscono il suo record e la passione che ci metteva nell'atletica leggera. Credo che questo sia il minimo per commemorare la sua memoria e spero che un giorno ci siano aree migliori per noi corridori amatoriali».

Francesco: «Questo è il regalo che la città di Barletta ha voluto fare a Pietro Mennea. Tutto il mondo ci invidiava e continua ad invidiarci un personaggio del genere. Nonostante non abbia vissuto in prima persona le Olimpiadi di Mosca e il record dei 200 metri a Città del Messico, sono fiero di essere suo concittadino. Credo che l'amministrazione in questo senso si stia muovendo bene, ma devono seguire nuove iniziative e magari consegnare agli atleti barlettani delle strutture all'avanguardia. La pista del "Puttilli", ad esempio, è in pessime condizioni».

Giovanni: «Io continuo ad essere scettico. Sembra che il sindaco si sia mosso solo per fare qualcosa in vista dell'anniversario della sua morte. Per me, e ripeto per me, la scelta di intitolare questa litoranea a Pietro Mennea sia stata una forzatura, un qualcosa che forse nemmeno si voleva fare. Uno specchio per le allodole per intenderci ed essere più chiaro. Siamo costretti a correre fra mille insidie, non si fa nulla per migliorare la zona, ma dobbiamo accontentarci e sperare che un giorno le cose cambino».

Savino: «Io, personalmente, fatico a comprendere i motivi di questa scelta. Il nome di Pietro Mennea andava associato ad una nuova pista d'atletica. Tutti gli atleti barlettani decidono di allenarsi fuori dai nostri centri sportivi, perché in realtà non abbiamo le giuste strutture. La figura di Mennea dovrebbe essere l'esempio lampante che con la forza di volontà e i sacrifici si può ottenere tutto, ma le nuove generazioni devono essere stimolate a fare sport e non scoraggiate. Frequento questa area solo perché è la meno pericolosa fra le tante».
(Twitter: @Massi_dipa)
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