La città
Lungomare Mennea: da un lato la rena, dall’altro le rane
A Barletta c'è un breve gre gre di ranelle
Barletta - domenica 29 giugno 2014
Un pluff di troppo si ode camminando lungo il Litorale Pietro Mennea di Barletta; pluff che non vengono dal mare. Basta lasciarsi trasportare dallo strano rumore ed ecco una liquida geometria di cerchi concentrici, una danza di zanzare e simpatiche rane che saltano da una parte all'altra del comodo "stagno". Questo è quello che è sorto da un po' di giorni lungo la litoranea di Ponente, all'altezza dell'incrocio con Via San Samuele.
Un acquitrino maleodorante che va a corredare il poco appeal del nostro litorale: un ambiente in cui flora, fauna, umani e macchine si incontrano per godersi l'estate in perfetta armonia. Ironia a parte, in quest'acqua stagnata e schiumosa l'entomologia ci sguazza dentro. Pur essendoci il verde (della vegetazione spontanea), lo spettacolo non è dei migliori, benché di pascoliana memoria: nell'acquitrino ci sono rifiuti abbandonati e l'aria è invasa dal proliferare di zanzare e insetti di ogni tipo. Un micro ecosistema fallito, se si pensa che le misure di disinfestazione attuate sono insufficienti e che l'operazione "Spiagge pulite" poco serve se la sabbia è crocevia di stagno, canalone e mare talmente sporco che persino le alghe ci muoiono dentro. Lo scatto aereo della nostra costa è mozzafiato, quello ravvicinato ammazza l'olfatto: un incrocio di sensi che poco ha a che fare con le sublimi sinestesie.
Quali le misure da adottare? All'assessorato all'ambiente la risposta. Un assessorato che, insieme a quello per le politiche del turismo, dovrebbe prendere atto e attivarsi per smuovere una litoranea in totale impasse. Spezzoni di strade che si crogiolano nella sospensione, altri definitivamente alla deriva; un luogo in cui il movimento è generato dal fumo dei barbecue serali, dalle onde sonore della musica dei lidi e dalle acrobazie delle attrici di questi giorni, le rane.
Un acquitrino maleodorante che va a corredare il poco appeal del nostro litorale: un ambiente in cui flora, fauna, umani e macchine si incontrano per godersi l'estate in perfetta armonia. Ironia a parte, in quest'acqua stagnata e schiumosa l'entomologia ci sguazza dentro. Pur essendoci il verde (della vegetazione spontanea), lo spettacolo non è dei migliori, benché di pascoliana memoria: nell'acquitrino ci sono rifiuti abbandonati e l'aria è invasa dal proliferare di zanzare e insetti di ogni tipo. Un micro ecosistema fallito, se si pensa che le misure di disinfestazione attuate sono insufficienti e che l'operazione "Spiagge pulite" poco serve se la sabbia è crocevia di stagno, canalone e mare talmente sporco che persino le alghe ci muoiono dentro. Lo scatto aereo della nostra costa è mozzafiato, quello ravvicinato ammazza l'olfatto: un incrocio di sensi che poco ha a che fare con le sublimi sinestesie.
Quali le misure da adottare? All'assessorato all'ambiente la risposta. Un assessorato che, insieme a quello per le politiche del turismo, dovrebbe prendere atto e attivarsi per smuovere una litoranea in totale impasse. Spezzoni di strade che si crogiolano nella sospensione, altri definitivamente alla deriva; un luogo in cui il movimento è generato dal fumo dei barbecue serali, dalle onde sonore della musica dei lidi e dalle acrobazie delle attrici di questi giorni, le rane.