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Scuola e Lavoro

Liberalizzazioni delle attività commerciali, Barletta si adegua

Maffei con “celerità” firma l’ordinanza. Giovanni Dalò, segretario Filcams Cgil Bat: «Noi non siamo stati convocati»

La città di Barletta si adegua alle nuove norme sulle liberalizzazioni previste dalla Manovra "Salva Italia" del Governo Monti. A pochi giorni dall'entrata in vigore della legge in materia di regolamentazione degli orari degli esercizi commerciali, il sindaco Nicola Maffei con grande "celerità" (la legge dava agli enti locali 90 giorni di tempo per l'adeguamento) ha emesso la propria ordinanza per rendere operativo a livello locale quanto stabilito su scala nazionale. Per il Governo questa strada sarebbe la "via maestra" da seguire per rimettere in moto l'economia e rilanciare i consumi.

"Si tratta – commenta Giovanni Dalò, segretario generale Filcams (Federazione italiana lavoratori commercio turismo e servizi) Cgil Bat – di un'autentica mistificazione della realtà. Nessuno ha la facoltà di calcolare quanto l'apertura di un esercizio commerciale possa incidere sui consumi. È impossibile dimostrarlo: l'attuale crisi economica non è certamente data dalla carenza del servizio distributivo ma dalla mancanza di reddito da parte dei consumatori. Tenere le serrande dei negozi alzate h24 non vuol dire dare potere d'acquisto alle famiglie e rimettere i soldi nelle tasche della gente".

"Quello che stupisce – prosegue Dalò – è la velocità con cui a Barletta è stata emanata l'ordinanza nella quale, tra l'altro, si legge: «…Informate e sentite le Associazioni di Categoria più rappresentative, le Organizzazioni Sindacali e le Associazioni dei Consumatori…». Noi della Filcams Cgil Bat non siamo mai stati invitati a partecipare a nessun incontro e non sappiamo neanche quando si sia tenuto. Resta il fatto che siamo contrari a questa ordinanza perché riteniamo che lo stesso provvedimento sia inefficace: negli ultimi anni, trascorsi in regime di quasi deregulation, si è già potuto constatare come le numerose aperture domenicali e nei giorni festivi non abbiano prodotto nuova occupazione ma soltanto l'aumento esponenziale delle assunzioni a termine e part-time, sperimentando le forme più variegate di contratti senza nessuna stabilità lavorativa. Esattamente l'opposto, dunque, di ciò che si vorrebbe raggiungere con la liberalizzazione delle aperture degli esercizi commerciali. Di questo passo, assieme alla cannibalizzazione da parte della grande distribuzione del commercio medio e piccolo, si finirà con l'arrecare solo grandi problemi ai lavoratori dei centri commerciali e degli ipermercati per la difficoltà di riuscire a conciliare i tempi da dedicare alla famiglia con quelli lavorativi".

"Infine, ci chiediamo se il sindaco Maffei quando ha firmato la delibera di attuazione si sia preoccupato di verificare se per coloro che lavoreranno di domenica o nei giorni festivi saranno garantiti gli stessi servizi che ricevono durante la settimana. Solo qualche esempio: il numero delle corse del trasporto urbano sarà lo stesso dei giorni feriali? E la sicurezza per i dipendenti che rimarranno nei negozi fino a tarda ora sarà assicurata? Quanti agenti saranno in servizio? Le madri lavoratrici potranno contare sull'apertura degli asili nido nei giorni festivi? Riteniamo – conclude Dalò – che la risposta a questi quesiti fosse prioritaria alla firma di un'ordinanza che, solo in occasione delle prossime festività, forse, porterà qualche risultato".
  • Cgil
  • Attività commerciale
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