Politica
Le liste della conservazione
6 mesi fa lo scioglimento del consiglio comunale. Ad un mese dalle elezioni amministrative
Barletta - venerdì 26 aprile 2013
9.36
Sono passati 6 mesi dal quel 26 ottobre 2012. Quella mattina uno studio notarile prese il posto del consiglio comunale. Le firme di 19 consiglieri per sottoscrivere le loro dimissioni, non voti favorevoli o contrari in una pubblica seduta dell'aula consiliare, decretarono lo scioglimento del consiglio comunale, e la caduta della giunta Maffei. Una pratica subito brevettata, ed esportata alcuni mesi dopo nella vicina Bisceglie. Oggi siamo ormai soltanto ad un mese dalle elezioni amministrative. Si concluderà quindi il periodo di commissariamento, e dovrà aprirsi il periodo di un governo politico. Quale sarà, e se sarà degno di essere chiamato tale, lo vedremo.
Oggi e domani, sono anche i giorni di presentazione delle liste. E molti dei nomi dei protagonisti di 6 mesi fa saranno ancora presenti. Nel Pd, Patruno ha lasciato libertà di ricandidarsi agli 8 consiglieri dimissionari, già destinatari del provvedimento di sospensione della commissione provinciale di garanzia del partito. E'stata la commissione regionale di garanzia (alla quale gli 8 hanno fatto ricorso) ad aver rimesso a Patruno la decisione. Caracciolo, Paolillo, Santeramo, Scelzi, Ventura saranno nella lista Pd. Delvecchio e Marzocca non si ricandideranno. Torre sarà candidato nella lista civica a sostegno del candidato sindaco Tupputi.
Il Pd sceglie di non cambiare, e presenta le liste della conservazione. «Voltare pagina rispetto alle drammatiche vicende amministrative della città e ricominciare insieme - sono state queste le parole con cui Cascella ha confermato la sua candidatura - E' un impegno a cui credo debba corrispondere l'analoga responsabilità nelle scelte che restano da compiere, da parte di tutti al di fuori di ogni calcolo di convenienza, per restituire alla città di Barletta un volto moderno, civile e solidale, all'altezza delle sue migliori tradizioni». "Vox clamantis in deserto".
Nel Pd il dissenso non si è fatto attendere: «Caro Andrea, la scelta di "riabilitare" i sette sospesi, derogando alle regole del nostro partito, in nome di un consenso elettorale - ha scritto Caterina Spadafora, ex vicesegretaria Pd, rivolgendosi al commissario cittadino del partito, Andrea Patruno - rende inagibile l'azione politica di molti iscritti, militanti, dirigenti, oggi anche candidati del Partito Democratico. (..) Mi hai sempre risposto chiedendomi fiducia. Oggi reiteri ancora una volta questa richiesta, convinto che la possibilità di riscrivere insieme il centrosinistra debba soggiacere ad una visione talmente inclusiva da accogliere nella lista del Partito Democratico chi ha dimostrato non solo di non voler rispettare le regole ma soprattutto di tener in conto alcuno i processi di formazione democratica delle decisioni. Mi chiedi di subordinare la dignità politica, la credibilità, la coerenza, per sostenere una lista, un Partito, che non è capace di voltare pagina (..) nascondendo sotto l'egida dell'unità il mancato coraggio di applicare quegli enunciati che nel manifesto dei valori, nel codice etico e nello statuto trovano forma e contenuto. (..) La caduta dell'amministrazione e le accuse rivolte ai consiglieri mosse dal Sindaco Maffei hanno portato all'apertura di una indagine condotta dalla Procura di Trani, in cui io con molti altri sono stata ascoltata al fine di poter ricostruire la vicenda. Forte del mio convinto essere garantista non posso che sentire un profondo senso di smarrimento di fronte all'azione di chi pochi mesi orsono ha contribuito a far condannare mediaticamente coloro i quali erano solo e soltanto indagati, mentre oggi, nel tentativo di ricomporre il quadro interno di un partito non esita a chiedere il loro diretto contributo elettorale. Molti sono quelli che alla notizia della possibile candidatura dei sospesi, cui ha fatto da precedente il nulla osta dato al dr. Paolillo per le parlamentarie, hanno messo in discussione la propria disponibilità - e ha concluso - Ho maturato la decisione di dare la mia disponibilità per la prossima competizione, spinta da un afflato comune a molti altri (..) Oggi mi chiedo a quale prezzo? Subordinando la "ragion di stato elettiva" alla credibilità di un Partito e nascondendo la testa sotto la sabbia? (..) C'è un cambiamento in atto, la responsabilità oggi è quella di governarlo o subirlo, consapevoli che laddove non lo faccia il partito la scelta la faranno i singoli che hanno solo la propria dignità e credibilità».
L'occasione di questa data simbolica è propizia per ricordare, ai futuri consiglieri comunali, cosa prevede il comma 2 dell'articolo 32 dello Statuto Comunale:
"Il Sindaco e la Giunta cessano dalla carica in caso di approvazione di una mozione di sfiducia votata per appello nominale dalla maggioranza assoluta dei componenti il Consiglio. La mozione di sfiducia deve essere motivata e sottoscritta da almeno due quinti dei Consiglieri assegnati e viene messa in discussione non prima di dieci giorni e non oltre trenta giorni dalla sua presentazione".
Oggi e domani, sono anche i giorni di presentazione delle liste. E molti dei nomi dei protagonisti di 6 mesi fa saranno ancora presenti. Nel Pd, Patruno ha lasciato libertà di ricandidarsi agli 8 consiglieri dimissionari, già destinatari del provvedimento di sospensione della commissione provinciale di garanzia del partito. E'stata la commissione regionale di garanzia (alla quale gli 8 hanno fatto ricorso) ad aver rimesso a Patruno la decisione. Caracciolo, Paolillo, Santeramo, Scelzi, Ventura saranno nella lista Pd. Delvecchio e Marzocca non si ricandideranno. Torre sarà candidato nella lista civica a sostegno del candidato sindaco Tupputi.
Il Pd sceglie di non cambiare, e presenta le liste della conservazione. «Voltare pagina rispetto alle drammatiche vicende amministrative della città e ricominciare insieme - sono state queste le parole con cui Cascella ha confermato la sua candidatura - E' un impegno a cui credo debba corrispondere l'analoga responsabilità nelle scelte che restano da compiere, da parte di tutti al di fuori di ogni calcolo di convenienza, per restituire alla città di Barletta un volto moderno, civile e solidale, all'altezza delle sue migliori tradizioni». "Vox clamantis in deserto".
Nel Pd il dissenso non si è fatto attendere: «Caro Andrea, la scelta di "riabilitare" i sette sospesi, derogando alle regole del nostro partito, in nome di un consenso elettorale - ha scritto Caterina Spadafora, ex vicesegretaria Pd, rivolgendosi al commissario cittadino del partito, Andrea Patruno - rende inagibile l'azione politica di molti iscritti, militanti, dirigenti, oggi anche candidati del Partito Democratico. (..) Mi hai sempre risposto chiedendomi fiducia. Oggi reiteri ancora una volta questa richiesta, convinto che la possibilità di riscrivere insieme il centrosinistra debba soggiacere ad una visione talmente inclusiva da accogliere nella lista del Partito Democratico chi ha dimostrato non solo di non voler rispettare le regole ma soprattutto di tener in conto alcuno i processi di formazione democratica delle decisioni. Mi chiedi di subordinare la dignità politica, la credibilità, la coerenza, per sostenere una lista, un Partito, che non è capace di voltare pagina (..) nascondendo sotto l'egida dell'unità il mancato coraggio di applicare quegli enunciati che nel manifesto dei valori, nel codice etico e nello statuto trovano forma e contenuto. (..) La caduta dell'amministrazione e le accuse rivolte ai consiglieri mosse dal Sindaco Maffei hanno portato all'apertura di una indagine condotta dalla Procura di Trani, in cui io con molti altri sono stata ascoltata al fine di poter ricostruire la vicenda. Forte del mio convinto essere garantista non posso che sentire un profondo senso di smarrimento di fronte all'azione di chi pochi mesi orsono ha contribuito a far condannare mediaticamente coloro i quali erano solo e soltanto indagati, mentre oggi, nel tentativo di ricomporre il quadro interno di un partito non esita a chiedere il loro diretto contributo elettorale. Molti sono quelli che alla notizia della possibile candidatura dei sospesi, cui ha fatto da precedente il nulla osta dato al dr. Paolillo per le parlamentarie, hanno messo in discussione la propria disponibilità - e ha concluso - Ho maturato la decisione di dare la mia disponibilità per la prossima competizione, spinta da un afflato comune a molti altri (..) Oggi mi chiedo a quale prezzo? Subordinando la "ragion di stato elettiva" alla credibilità di un Partito e nascondendo la testa sotto la sabbia? (..) C'è un cambiamento in atto, la responsabilità oggi è quella di governarlo o subirlo, consapevoli che laddove non lo faccia il partito la scelta la faranno i singoli che hanno solo la propria dignità e credibilità».
L'occasione di questa data simbolica è propizia per ricordare, ai futuri consiglieri comunali, cosa prevede il comma 2 dell'articolo 32 dello Statuto Comunale:
"Il Sindaco e la Giunta cessano dalla carica in caso di approvazione di una mozione di sfiducia votata per appello nominale dalla maggioranza assoluta dei componenti il Consiglio. La mozione di sfiducia deve essere motivata e sottoscritta da almeno due quinti dei Consiglieri assegnati e viene messa in discussione non prima di dieci giorni e non oltre trenta giorni dalla sua presentazione".