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'Le figlie della fortuna', intervista a Stefania Ormas
Una serie di ritratti dedicati al mondo femminile. Femminismo e maturità, l'arte incontra la donna
Barletta - sabato 22 gennaio 2011
Stefania Ormas è nata a Canosa di Puglia nel 1973, vive e lavora a Barletta. Ha iniziato come autodidatta, ma nel 2007 ha conseguito il diploma di laurea in pittura presso l'Accademia di belle arti di Terni.
L'ultima delle sue esposizioni è recente, si intitola "Le figlie della fortuna" ed è stata curata da Ester de Rosa. Consiste in un insieme di ritratti di donne. L'essere donna è la caratteristica che con orgoglio accomuna i soggetti ritratti.
Rivolgiamo qualche domanda alla pittrice:
• Chi sono le figlie della fortuna?
Sono tutte donne reali, delle mie amiche che ho voluto rappresentare su tela. Il nome che intitola l'insieme di questi ritratti femminili è un omaggio ad un romanzo di una delle mia scrittrici preferite, Isabel Allende, che si intitola appunto "La figlia della fortuna".
• Queste donne, oltre ad essere vestite di personalità e carattere, indossano tutte un kimono viola. Cosa rappresenta?
Ha un significato prevalentemente affettivo. Me lo ha regalato mio padre di ritorno da uno dei suoi viaggi. Ero un'adolescente e rimasi colpita dalla bellezza della sua lavorazione.
• Che tecnica hai usato per dipingere queste donne?
Ho usato gli acrilici, sono una tecnica pittorica più immediata e veloce rispetto ad altre tecniche, come quella ad olio. Sono l'ideale per una mamma che lavora, come me, e che ritaglia attimi di tempo per dipingere, anche e soprattutto di notte. Inoltre mi hanno permesso di realizzare dei giochi di luce, per rendere questi dipinti personali, non sfociando nell'iperrealismo.
• L'essere mamma ha influito sul modo di rappresentare il mondo femminile?
La maternità è un tema che ho molto sentito nel ritrarre queste donne, la maggior parte delle quali sono a loro volta mamme che si preoccupano per un futuro purtroppo incerto, che non le spaventa, ma che sono pronte ad affrontare con orgoglio per i loro figli. Il tema della maternità è rappresentato in modo più esplicito nel mio autoritratto. E' rappresentato anche mio figlio, l'ho intitolato "Rinnovamento", una rinascita rappresentata anche da simboli quali l'uovo e la farfalla.
• Ti definisci "femminista"?
Sono simpatizzante del femminismo, ma non quello estremo, inteso come un maschilismo al contrario. Penso che sia giusto che caratteristiche e ruoli maschili e femminili rimangano tali, e viceversa. Ma sono assolutamente favorevole alle pari opportunità sul piano politico e lavorativo.
L'ultima delle sue esposizioni è recente, si intitola "Le figlie della fortuna" ed è stata curata da Ester de Rosa. Consiste in un insieme di ritratti di donne. L'essere donna è la caratteristica che con orgoglio accomuna i soggetti ritratti.
Rivolgiamo qualche domanda alla pittrice:
• Chi sono le figlie della fortuna?
Sono tutte donne reali, delle mie amiche che ho voluto rappresentare su tela. Il nome che intitola l'insieme di questi ritratti femminili è un omaggio ad un romanzo di una delle mia scrittrici preferite, Isabel Allende, che si intitola appunto "La figlia della fortuna".
• Queste donne, oltre ad essere vestite di personalità e carattere, indossano tutte un kimono viola. Cosa rappresenta?
Ha un significato prevalentemente affettivo. Me lo ha regalato mio padre di ritorno da uno dei suoi viaggi. Ero un'adolescente e rimasi colpita dalla bellezza della sua lavorazione.
• Che tecnica hai usato per dipingere queste donne?
Ho usato gli acrilici, sono una tecnica pittorica più immediata e veloce rispetto ad altre tecniche, come quella ad olio. Sono l'ideale per una mamma che lavora, come me, e che ritaglia attimi di tempo per dipingere, anche e soprattutto di notte. Inoltre mi hanno permesso di realizzare dei giochi di luce, per rendere questi dipinti personali, non sfociando nell'iperrealismo.
• L'essere mamma ha influito sul modo di rappresentare il mondo femminile?
La maternità è un tema che ho molto sentito nel ritrarre queste donne, la maggior parte delle quali sono a loro volta mamme che si preoccupano per un futuro purtroppo incerto, che non le spaventa, ma che sono pronte ad affrontare con orgoglio per i loro figli. Il tema della maternità è rappresentato in modo più esplicito nel mio autoritratto. E' rappresentato anche mio figlio, l'ho intitolato "Rinnovamento", una rinascita rappresentata anche da simboli quali l'uovo e la farfalla.
• Ti definisci "femminista"?
Sono simpatizzante del femminismo, ma non quello estremo, inteso come un maschilismo al contrario. Penso che sia giusto che caratteristiche e ruoli maschili e femminili rimangano tali, e viceversa. Ma sono assolutamente favorevole alle pari opportunità sul piano politico e lavorativo.