La città
Le città marinare di Puglia, una storia inedita che arriva ad Amalfi
La mission tutta barlettana del Centro Studi La Cittadella Innova
Barletta - sabato 23 dicembre 2017
Comunicato Stampa
«Nell'occasione della presentazione di due Volumi sulla Storia della città Marinara di Barletta il 16 maggio il nostro Centro studi - un assoluto per la prima volta per Barletta -, nella Sala della Comunità S. Antonio, accolse festosamente una delegazione della ancora poco conosciuta città di Amalfi (nota ex-repubblica Marinara), nella persona della Prof. Maria Russo, delegata dal Presidente del "Centro di Cultura e Storia Amalfitana" Ermelinda Di Lieto. Erano presenti il nostro compianto Arcivescovo Giovan Battista Pichierri, il Sindaco Pasquale Cascella e l'Assessore alla Pubblica Istruzione».
Così interviene il dott. Nicola Palmitessa del Centro Studi: La Cittadella Innova che con felicità sottolinea un gradito invito ricevuto. Infatti «in questi giorni, il 15 e 16 dicembre, il suddetto prestigioso e internazionale Centro di Cultura e storia Amalfitana, ci ha invitato a partecipare al loro Convegno di studi dal titolo "Gli amalfitani nella Puglia medievale insediamenti, fondaci, vie e rotte commerciali, relazioni artistiche e culturali. Presso la Biblioteca Comunale di Amalfi". Il nostro intervento è stato così titolato: "Le città marinare di Puglia una storia inedita?". Una delegazione del nostro Centro studi formata da cinque persone si è così presentata il giorno 15 ad Amalfi partecipando al tale convegno di studi, ove erano presenti numerose e autorevole studiosi. Il giorno dopo è stata la volta del sottoscritto che ha sciorinato la sintesi del recente volume dal titolo "Le città marinare di Puglia una storia inedita?"».
«Prima di passare ad alcune doverose considerazioni - continua Palmitessa - su possibili gemellaggi tra le due città di Barletta e Amalfi, ecco qui di seguito una sintesi così descritta:
La nostra recente bibliografia sulla revisione storiografica e storica e identità Marinara di Barletta ha mosso la sua indagine dai normanni, svevi, angioini e aragonesi. Pur valorizzando sicuri indizi già tracciati dalla storiografia locale e da quella regionale, quale sarebbe il tassello mancante per un sicuro anello di congiunzione con la 'madre' delle città marinare, cioè Amalfi? Quali le possibili fonti storiche, storiografiche e codici diplomatici? Quali gli adeguati attrezzi di lavoro e di scavo dai normanni in poi? Un confronto tra le osservazioni dei storici pugliesi e quelli 'amalfitani' delle origini e contemporanei, si è rivelato molto fruttuoso e propedeutico. Solo ripartendo dal poco noto mare magnum dei codici diplomatici, barlettano e barese, generiche supposizioni troverebbero concrete risposte sul decisivo e originario ruolo istituzionale e 'marinaro' dei normanni in Puglia. Se non tutte le città d'Apulia 'resistono' all'egida bizantina (da Bari alla città marinara di Trani, compresa la stessa Amalfi), l'effettiva nodo originario normanno si snoderà lungo l'itinerario costiero dal Gargano alle città della Puglia settentrionale (Montesacro-Montesantangelo, Siponto, Salpi, Canne e Barletta). Tuttavia con gli svevi, il fallimento delle riforme portuali forse dovuto anche alle alte tassazioni, non fermerà la ripresa sia dei ruoli istituzionali degli amalfitani, che la strategica centralità di Barletta. Pur con ruoli diversi, con il lungo periodo storico angioino, Amalfi e Barletta hanno già assunto un ruolo anche di supporto per le sorti dello stesso regno. Le intense frequenze delle citazioni, dei documenti e loro contenuti (Secreti e Regi Portulani, etc.) si snoderanno tra queste città (Amalfi e Barletta con quelle pugliesi) e le città della Basilicata e della Campania.
Detto per inciso, lo stupore che ha suscitato la bellezza marinara della città di Amalfi, specie per chi l'ha visitata per la prima volta, come il sottoscritto, è stato grande e indescrivibile. No. Non è una città senza un volto e senza una propria identità. Non la solita anomia urbana, un non luogo senza volto come tante città moderne sparse per tutto il globo. Inclusa Barletta. Invece, approdare già sulla costa di Amalfi, vuol dire imbattersi come su un luogo inaspettato e un volto come adornato di grandezza, magnificenza e ricchezza proprie di una naturale simbologia marinara e marittima. Che si estende lungo costa, e ti invita passo dopo passo a salire per entrare nel piccolo centro urbano, armonicamente integrato negli angoli naturali del suo monte.
Ora il pensiero, per noi pugliesi, aleggia verso l'identico percorso della costa Garganica, da Manfredonia a Monte Sant'Angelo, o meglio da Mattinata a Monte Sacro. Ma Amalfi è come una citta sospesa nello spazio-tempo di una natura non contaminata. Ritmi e rispetti dei tempi naturali si fondono con i tempi della storia umana. La bellezza degli spazi urbani traspare in ogni angolo della città che racconta la propria storia al distratto viandante non solo italico. Splendide iconografie a tema storico-geografico di arte maiolica si stagliano su grandi pareti delle piazze. Qui il tempo passato della storia evoca itinerari della vera civiltà mediterranea con chiare denominazioni: Piazza Dogi, lungomare dei Cavalieri, Arsenale di Amalfi, Hotel Amalfi e La Bussola, Ristorante Italiano. Qui bellezza naturale e antropica non sono troppo ostentate, ma sapientemente pennellate come farebbe un artista sulla sua tavolozza ricca di colori e discrete sfumature. Ora la città traspira quindi colori e simbologie in ogni ambito: da quello sacro e religioso come il maestoso Duomo di Sant'Andrea, a quello di gentile accoglienza di un hotel, fino al candore cromatico di semplici case, accompagnate dalla ospitalità offerti anche dai Bed & Breakfast. Gli stessi sparuti attacchi saraceni di un tempo, sono narrati proprio dagli habitat che si inerpicano incavati sulle pareti collinari. Il tutto in armonia con la qualità di accoglienza della cittadinanza civile e religiosa. Il tempo stringe. Dobbiamo fare ritorno.
Non posso, dunque, non interrogarmi su come si sia affermata e consolidata questa identità marinara. Si dice che il tutto sia partito dalla chiara ed unica volontà di studiosi di storia e sensibili cittadini in tempi relativamente recenti tra gli anni '70-'80 del secolo scorso. Sicuramente dai fondatori dell'attuale Centro di Cultura e Storia Amalfitana. La memoria torna a piombo alla nostra città di Barletta. Se il Comune di Amalfi ed altri enti, storicamente, pare abbiano assecondato le proposte di tali studiosi per la rinascita della gloriosa città, quello di Barletta invece - ringrazio gli auguri preventivati del sindaco Pasquale Cascella per tale mission in Amalfi - classe dirigente compresa, rimane ancora stantio se non eternamente ingessato: che fine ha fatto il nostro Piano strategico sulla Blue Economy dopo circa due anni? Perché ancora non si dà risposta scritta al Progetto culturale presentato all'Assessorato alla P. Istruzione? Se gli Amalfitani dovessero sbarcare in Barletta incontrerebbero gli Amministratori della nostra cara città - un tempo marinara - che tuttora pullula di nomi e cognomi di Amalfi, Ravello e dell'intera costa amalfitana?»
Così interviene il dott. Nicola Palmitessa del Centro Studi: La Cittadella Innova che con felicità sottolinea un gradito invito ricevuto. Infatti «in questi giorni, il 15 e 16 dicembre, il suddetto prestigioso e internazionale Centro di Cultura e storia Amalfitana, ci ha invitato a partecipare al loro Convegno di studi dal titolo "Gli amalfitani nella Puglia medievale insediamenti, fondaci, vie e rotte commerciali, relazioni artistiche e culturali. Presso la Biblioteca Comunale di Amalfi". Il nostro intervento è stato così titolato: "Le città marinare di Puglia una storia inedita?". Una delegazione del nostro Centro studi formata da cinque persone si è così presentata il giorno 15 ad Amalfi partecipando al tale convegno di studi, ove erano presenti numerose e autorevole studiosi. Il giorno dopo è stata la volta del sottoscritto che ha sciorinato la sintesi del recente volume dal titolo "Le città marinare di Puglia una storia inedita?"».
«Prima di passare ad alcune doverose considerazioni - continua Palmitessa - su possibili gemellaggi tra le due città di Barletta e Amalfi, ecco qui di seguito una sintesi così descritta:
La nostra recente bibliografia sulla revisione storiografica e storica e identità Marinara di Barletta ha mosso la sua indagine dai normanni, svevi, angioini e aragonesi. Pur valorizzando sicuri indizi già tracciati dalla storiografia locale e da quella regionale, quale sarebbe il tassello mancante per un sicuro anello di congiunzione con la 'madre' delle città marinare, cioè Amalfi? Quali le possibili fonti storiche, storiografiche e codici diplomatici? Quali gli adeguati attrezzi di lavoro e di scavo dai normanni in poi? Un confronto tra le osservazioni dei storici pugliesi e quelli 'amalfitani' delle origini e contemporanei, si è rivelato molto fruttuoso e propedeutico. Solo ripartendo dal poco noto mare magnum dei codici diplomatici, barlettano e barese, generiche supposizioni troverebbero concrete risposte sul decisivo e originario ruolo istituzionale e 'marinaro' dei normanni in Puglia. Se non tutte le città d'Apulia 'resistono' all'egida bizantina (da Bari alla città marinara di Trani, compresa la stessa Amalfi), l'effettiva nodo originario normanno si snoderà lungo l'itinerario costiero dal Gargano alle città della Puglia settentrionale (Montesacro-Montesantangelo, Siponto, Salpi, Canne e Barletta). Tuttavia con gli svevi, il fallimento delle riforme portuali forse dovuto anche alle alte tassazioni, non fermerà la ripresa sia dei ruoli istituzionali degli amalfitani, che la strategica centralità di Barletta. Pur con ruoli diversi, con il lungo periodo storico angioino, Amalfi e Barletta hanno già assunto un ruolo anche di supporto per le sorti dello stesso regno. Le intense frequenze delle citazioni, dei documenti e loro contenuti (Secreti e Regi Portulani, etc.) si snoderanno tra queste città (Amalfi e Barletta con quelle pugliesi) e le città della Basilicata e della Campania.
Detto per inciso, lo stupore che ha suscitato la bellezza marinara della città di Amalfi, specie per chi l'ha visitata per la prima volta, come il sottoscritto, è stato grande e indescrivibile. No. Non è una città senza un volto e senza una propria identità. Non la solita anomia urbana, un non luogo senza volto come tante città moderne sparse per tutto il globo. Inclusa Barletta. Invece, approdare già sulla costa di Amalfi, vuol dire imbattersi come su un luogo inaspettato e un volto come adornato di grandezza, magnificenza e ricchezza proprie di una naturale simbologia marinara e marittima. Che si estende lungo costa, e ti invita passo dopo passo a salire per entrare nel piccolo centro urbano, armonicamente integrato negli angoli naturali del suo monte.
Ora il pensiero, per noi pugliesi, aleggia verso l'identico percorso della costa Garganica, da Manfredonia a Monte Sant'Angelo, o meglio da Mattinata a Monte Sacro. Ma Amalfi è come una citta sospesa nello spazio-tempo di una natura non contaminata. Ritmi e rispetti dei tempi naturali si fondono con i tempi della storia umana. La bellezza degli spazi urbani traspare in ogni angolo della città che racconta la propria storia al distratto viandante non solo italico. Splendide iconografie a tema storico-geografico di arte maiolica si stagliano su grandi pareti delle piazze. Qui il tempo passato della storia evoca itinerari della vera civiltà mediterranea con chiare denominazioni: Piazza Dogi, lungomare dei Cavalieri, Arsenale di Amalfi, Hotel Amalfi e La Bussola, Ristorante Italiano. Qui bellezza naturale e antropica non sono troppo ostentate, ma sapientemente pennellate come farebbe un artista sulla sua tavolozza ricca di colori e discrete sfumature. Ora la città traspira quindi colori e simbologie in ogni ambito: da quello sacro e religioso come il maestoso Duomo di Sant'Andrea, a quello di gentile accoglienza di un hotel, fino al candore cromatico di semplici case, accompagnate dalla ospitalità offerti anche dai Bed & Breakfast. Gli stessi sparuti attacchi saraceni di un tempo, sono narrati proprio dagli habitat che si inerpicano incavati sulle pareti collinari. Il tutto in armonia con la qualità di accoglienza della cittadinanza civile e religiosa. Il tempo stringe. Dobbiamo fare ritorno.
Non posso, dunque, non interrogarmi su come si sia affermata e consolidata questa identità marinara. Si dice che il tutto sia partito dalla chiara ed unica volontà di studiosi di storia e sensibili cittadini in tempi relativamente recenti tra gli anni '70-'80 del secolo scorso. Sicuramente dai fondatori dell'attuale Centro di Cultura e Storia Amalfitana. La memoria torna a piombo alla nostra città di Barletta. Se il Comune di Amalfi ed altri enti, storicamente, pare abbiano assecondato le proposte di tali studiosi per la rinascita della gloriosa città, quello di Barletta invece - ringrazio gli auguri preventivati del sindaco Pasquale Cascella per tale mission in Amalfi - classe dirigente compresa, rimane ancora stantio se non eternamente ingessato: che fine ha fatto il nostro Piano strategico sulla Blue Economy dopo circa due anni? Perché ancora non si dà risposta scritta al Progetto culturale presentato all'Assessorato alla P. Istruzione? Se gli Amalfitani dovessero sbarcare in Barletta incontrerebbero gli Amministratori della nostra cara città - un tempo marinara - che tuttora pullula di nomi e cognomi di Amalfi, Ravello e dell'intera costa amalfitana?»