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La storia diventa spettacolo, ecco l'associazione "Brancaleone" di Barletta

Intervista al presidente Nicola Filannino e ai ragazzi del gruppo storico-culturale

La storia, com'è ben noto, possiede una forza ineguagliabile che permette agli interpreti che in essa abbiano compiuto gesta degne di essere narrate, di raggiungere l'immortalità. Tra libri dedicati interamente alla materia, documentari incorniciati da curiosità ed approfondimenti dal grande appeal presso il pubblico "affamato" di cultura in pillole, esistono realtà in cui ogni evento storico di rilievo è analizzato sin nei minimi dettagli e rappresentato con oggetti ed attività dalla grande forza evocativa. Tra le epiche battaglie avvenute in suolo italico, una su tutte si eleva a caposaldo della cultura barlettana, riuscendo ancora a tenere col fiato sospeso – nonostante si conosca già l'esito di tale scontro – un'intera città. Tutto questo è la Disfida di Barletta. La nota sfida che vide affrontarsi tredici cavalieri italiani ad altrettanti francesi nella piana tra Andria e Corato, a seguito di una disputa sull'onore avvenuta presso la "Cantina del Sole" - oggi nota come "Cantina della Sfida" - è narrata dal celebre scrittore italiano Massimo D'Azeglio nel suo "Ettore Fieramosca ossia la Disfida di Barletta", poema epico romanzato che si pone come base per la rievocazione annuale.

Proprio in occasione di uno dei momenti più attesi dalla cittadinanza, si è formata nel 2008, l'Associazione storico-culturale "Brancaleone Onlus" nata con l'intento di richiamare con abiti d'epoca e rappresentazioni sceniche, i momenti che consegnarono alla storia lo scontro tra gli schieramenti capitanati da Ettore Fieramosca e Charles de Torgues, meglio noto come Guy de la Motte. Con un gruppo ben folto di spadaccini, tamburini, sbandieratori e trombonieri – o fucilieri – il team guidato dal presidente Nicola Filannino e la vicepresidente Rosaria Corvasce, partecipa ormai a numerose manifestazioni in tutta Italia, portando con entusiasmo e successi spettacoli sempre coerenti con le tematiche proposte dai comuni ospitanti. In concomitanza con il 515° anniversario della Disfida, abbiamo intervistato ai nostri microfoni Nicola Filannino ed alcuni ragazzi della "Brancaleone" per meglio comprendere cosa significhi far parte di una così grande realtà associativa, tra le più attive su scala locale e nazionale.

Quando e come nasce l'Associazione "Brancaleone Onlus"?
«L'Associazione nasce nei primi anni duemila ma si costituisce effettivamente solo nel 2008, dopo diverse esperienze fatte con altri gruppi storici proprio per la Disfida di Barletta. Nei primi tempi un'embrionale "Brancaleone" contava sei spadaccini da cui poi abbiamo costruito tutto ciò che oggi mettiamo a disposizione per le manifestazioni a cui prendiamo parte».

Quali ideali sono alla base della "Brancaleone"?
«Crescere sempre in maniera costante, con nuovi spettacoli e feste ma soprattutto di accogliere ragazzi in associazione, permettendo loro di fare gruppo con altri ed evitare che intraprendano strade sbagliate».

Intenti caratterizzati dalla grande umiltà quelli della Onlus "Brancaleone" che, dalle parole del suo presidente, lascia trasparire la passione e la dedizione che emergono poi in ogni rappresentazione portata in scena per le strade del Bel Paese, tenendo sempre nel cuore la Disfida. Tutto ciò non avrebbe però la stessa verve espressiva senza gli accuratissimi abiti di scena creati dalla vicepresidente dopo approfondite ricerche sulle abitudini delle epoche tematiche scelte per ogni spettacolo. Inoltre, sempre Nicola Filannino, ha precisato che il primo gruppo – al contrario di quanto accade ora presso l'Istituto comprensivo "Pietro Paolo Mennea" - non avesse un luogo in cui preparare eventi scenici che dunque erano provati in casa. Massima serietà anche nel modo di lavorare in vista dei vari eventi, con responsabili suddivisi per sezioni artistiche. «Nei primi tempi dell'Associazione, sono stati interpellati appositamente esperti nel campo delle arti medievali affinché ci insegnassero rudimenti di scherma ed alcune coreografie per tamburi e bandiere» ha poi specificato.

Ai ragazzi della realtà associativa è stata posta un'unica domanda, a cui hanno risposto per gruppo di appartenenza intrecciando con esso le proprie esperienze personali, per alcuni anche decennali.

Che significato ha, per ognuno di voi, l'Associazione "Brancaleone"?

Angela Vaccariello, responsabile dei tamburini: «Si conosce gente di tutte le età, se si tiene conto del fatto che il gruppo dei tamburi accolga personale dai dieci anni d'età in su. E' fondamentale essere tutti uniti, così da organizzare spettacoli sempre più appetibili ed elaborati, mettendoci sempre una grande passione. Per me l'associazione è proprio questo, passione unita al divertimento».

Martina Ciniero, tamburina: «Sono entrata nella "Brancaleone" perché curiosa di provare a far parte di un'associazione storica e proprio grazie ad alcuni miei amici ho scoperto il tamburo divenuto infine il mio strumento prediletto. Per me questa realtà associativa significa impegno e svago».

Luciano Binetti, tamburino: «Sono qui da ben otto anni ed è per me una seconda famiglia, perché sono cresciuto qui con i presidenti e gli altri ragazzi con cui ho costruito grandi legami umani. Il tamburo poi è la mia più grande passione. Associazione è, a mio parere, sinonimo di famiglia».

Leonardo Diaferia, sbandieratore: «Da due anni frequento l'associazione e sono riuscito, col tempo, a stringere rapporti d'amicizia con gente appartenente a spade e tamburi. Ritengo che l'associazione, per me, sia un posto in cui creare legami».

Antonio Filannino, responsabile degli spadaccini: «Faccio parte di questa realtà ormai da undici anni e posso affermare che si riesca facilmente a relazionarsi con tutti, principalmente con i nuovi arrivati poiché ad essi bisogna trasmettere la propria passione e conoscenza che, nel mio caso, coincide con le spade e tecniche di combattimento medievali. Pian piano, si è creata una famiglia ed i presidenti sono i miei secondi genitori, non è poi raro incontrare coppie di innamorati conosciutesi proprio qui da noi. E' un ottimo ambiente anche per la crescita individuale che mi ha aiutato a sviluppare maggiormente la socialità e a capire il vero senso del "gioco di squadra". L' Associazione è per me tutto ciò che ci sia di importante e tutti i valori che possano essere trasmessi».

Filomena Distaso, spadaccina: «Ho conosciuto questa grande famiglia proprio grazie al responsabile ed avendo una passione per le armi ho superato l'imbarazzo iniziale scoprendo infine uno spazio in cui ci si possa sentire a casa in ogni momento. Quell'imbarazzo cade "magicamente" e non si può far a meno di socializzare con tutti, non sentendosi mai inferiori o superiori a chi ti sia accanto e ci si ritrova a calmarsi vicendevolmente prima di uno spettacolo. Per me l'Associazione è casa».

Luogo di formazione personale, la onlus "Brancaleone" si regge su pilastri imprescindibili quali il rispetto e la lealtà senza mai tralasciare l'obiettivo comune di emozionare intere platee con destrezza e amore incondizionato per il ruolo che sia assegnato ad ogni suo componente. Si tratta, nell'effettivo di artisti di strada con abilità artistiche ed attoriali, pronti ad affrontare e superare insieme tutte le difficoltà. Tutto questo esiste, proprio nella "porta accanto alla nostra", contenitore di sogni prima che di individui.
4 fotoL'Associazione "Brancaleone" e la Disfida di Barletta
L'Associazione "Brancaleone" e la Disfida di BarlettaL'Associazione "Brancaleone" e la Disfida di BarlettaL'Associazione "Brancaleone" e la Disfida di BarlettaL'Associazione "Brancaleone" e la Disfida di Barletta
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