La città
La scomparsa del prof. Giuseppe Dibenedetto, un barlettano divulgatore di cultura
La nota del direttore dell'Archivio di Stato Michele Grimaldi
Barletta - martedì 18 aprile 2023
12.48 Comunicato Stampa
«Una volta tanto vogliamo smentire un vecchio detto barlettano che recita " Snd Rggiir j'amend' e frastiir " (San Ruggiero è amante dei forestieri) e questo per dare il giusto risalto ad un barlettano d.o.c., nel giorno della sua scomparsa, che tanto lustro ha dato alla nostra Città in un campo, quello culturale, che troppo spesso viene emarginato e non considerato come invece dovrebbe».
«Sto parlando - scrive il direttore dell'Archivio di Stato di Barletta, Michele Grimaldi - del prof. Giuseppe Dibenedetto, per oltre trent'anni Direttore dell'Archivio di Stato di Bari, delle Sezioni di Barletta e Trani, Soprintendente Archivistico per la Puglia e figura dirigenziale di primo piano del Ministero della Cultura e scomparso nella giornata del 16 aprile.
Nato a Barletta il 18 luglio del 1940, figlio di un militare dell'arma dei carabinieri, si laurea a pieni voti alla facoltà di lettere e magistero dell'Università di Bari dove in seguito svolgerà, tra le altre sue mille attività, anche quella di assistente insegnando Organizzazione degli Archivi.
Subito dopo aver conseguito la laurea si pose come obiettivo principale della sua carriera professionale, che si rivelerà brillante e carica di riconoscimenti, quello di dare visibilità ad una branca della cultura che fino ad allora era stata praticamente dimenticata in polverosi e impraticabili depositi: gli Archivi.
Entrato il 1968 nel Ministero delle Belle Arti (ora Ministero della Cultura) il 1970 assunse l'incarico presso la Soprintendenza Archivistica di Bari nella quale svolse l'incarico di Ispettore "visitando" gran parte degli archivi pubblici e privati del mezzogiorno.
Nel 1974 la sua carriera ha una svolta importante: assume la Direzione dell'Archivio di Stato di Bari prendendo il posto del dott. Dibari. Al momento del suo insediamento l'Archivio aveva sede nel palazzo della Provincia di Bari e i dipendenti erano appena 10 (dieci !!!). Praticamente era un ufficio fantasma che nel panorama degli uffici statali era posizionato, volendo mutuare un termine sportivo, buon ultimo. Da pochissimo era stato istituito il nuovo Ministero per i Beni Culturali e Ambientali (D. Lg. 14.12.1974) e i problemi da affrontare erano tanti fra i quali uno "svecchiamento" dell'organico. L'occasione, ghiottissima, arrivò con la Legge n.285 del 1978, la famosa legge sull'occupazione giovanile. Il prof. Dibenedetto, da ottimo manager dell'amministrazione statale ante litteram, non si lasciò sfuggire l'irripetibile opportunità e formando una cooperativa di 30 giovani, tutti già inseriti nell'ambiente, iniziò a costruire i quadri che, nell'arco temporale di 40 anni, sono diventati la colonna portante dell'Archivio di Stato di Bari, Barletta e Trani. Naturalmente l'iniziativa non fu isolata perché nei successivi due anni furono assunti altri 60 giovani che portarono il numero dei dipendenti a superare la quota "100".
L'iperattività del neo Direttore è stata sempre più che produttiva. Infatti, quando ancora non era Direttore dell'Archivio di Stato di Bari, lavorò in maniera encomiabile con il compianto prof. Giovanni Cassandro, per far istituire a Barletta ( D.M. 27/12/1973) la 40^ ed ultima sezione di Archivio di Stato presente sul territorio nazionale e questo perché, ben conoscendo i tesori conservati nella sua Città natale, pensò bene di valorizzarli adeguatamente. L'istituzione della Sezione di Archivio di Stato nella nostra Città rappresentò una atto importantissimo perché, rappresentando un centro di studio e, principalmente, un bene culturale fruibile sia dallo studente che dal ricercatore specializzato, avrebbe arricchito la già ricca tradizione culturale barlettana e dato quell'impulso necessario ad una proficua collaborazione, sul piano culturale, con altri istituti cittadini. Naturalmente non si trattò di una battaglia semplice, anzi le difficoltà che si presentarono furono notevoli anche perché altre città, consapevoli (sempre dopo di noi !) dell'importanza che avrebbe rivestito un istituto del genere, miravano ad ottenere l'istituzione di una Sezione di Archivio di Stato.
Con il passare degli anni l'importanza dell'Archivio di Stato di Bari acquistava sempre più importanza tanto da rientrare tra la ristrettissima cerchia degli Archivi di 1^ fascia. Questo grazie alla visibilità data all'archivio dalle numerosissime iniziative promosse dal prof. Dibenedetto quali mostre e pubblicazioni.
Fra le mostre documentarie ne vogliamo ricordare soltanto due ( in tutto circa 100 !!!). Iniziamo da "Barletta tra il grano e la sabbia – I progetti per il porto" tenutasi nella galleria del teatro Curci dal 20 ottobre al 20 novembre 1984, praticamente la storia del porto di Barletta vista attraverso i progetti presentati alla metà dell'800 da ingegneri di tutt'Italia per la sua ristrutturazione. Questa iniziativa fece conoscere alla città di Barletta e alle viciniori, la Sezione di Archivio di Stato e soprattutto il tesoro conservato tra i documenti dell'archivio storico del Comune di Barletta. L'altra mostra documentaria, con risonanza mondiale, è stata quella inserita nel VII Convegno Internazionale di Studi Italia Judaica dal titolo "Ebrei e giustizia in Italia dal Medioevo all'Età Moderna" tenutasi nella nostra Città dall'8 all'11 giugno del 2003.
A queste iniziative vanno aggiunte le numerose pubblicazioni che testimoniano l'attenzione rivolta dal prof. Dibenedetto ai nuovi orientamenti degli studi storici: la maggior parte di tali lavori ha utilizzato ampiamente fonti documentarie inedite vertendo soprattutto sui più recenti temi della storiografia (microstoria e storia sociale), quali la cartografia, la demografia storica, le masserie e il sistema viario. Tra le pubblicazioni più note "Gli Archivi di Stato di Terra di Bari" (1976); "Fonti per la storia delle Università e feudi di Terra di Bari" (1976); "Guida all'Archivio di Stato di Lecce" (1989); "I cabrei del Baliaggio di S. Stefano del 1748 e del 1777" (1998) e "Bona Sforza regina di Polonia e duchessa di Bari" ( 2 volumi 2001 e 2006).
Ci sarebbe ancora tanto da raccontare come il trentennale insegnamento presso la Scuola di Archivistica Paleografia e Diplomatica di Bari o le direzioni ad interim dell'Archivio di Stato di Matera (1974-1980), di Lecce (1983-1987), la Soprintendenza archivistica per l'Abruzzo (2005-2006) e la Soprintendenza archivistica per la Puglia (2006-2007), ma arrivati a questo punto non ci resta che dire una sola parola "Grazie Direttore".
«Sto parlando - scrive il direttore dell'Archivio di Stato di Barletta, Michele Grimaldi - del prof. Giuseppe Dibenedetto, per oltre trent'anni Direttore dell'Archivio di Stato di Bari, delle Sezioni di Barletta e Trani, Soprintendente Archivistico per la Puglia e figura dirigenziale di primo piano del Ministero della Cultura e scomparso nella giornata del 16 aprile.
Nato a Barletta il 18 luglio del 1940, figlio di un militare dell'arma dei carabinieri, si laurea a pieni voti alla facoltà di lettere e magistero dell'Università di Bari dove in seguito svolgerà, tra le altre sue mille attività, anche quella di assistente insegnando Organizzazione degli Archivi.
Subito dopo aver conseguito la laurea si pose come obiettivo principale della sua carriera professionale, che si rivelerà brillante e carica di riconoscimenti, quello di dare visibilità ad una branca della cultura che fino ad allora era stata praticamente dimenticata in polverosi e impraticabili depositi: gli Archivi.
Entrato il 1968 nel Ministero delle Belle Arti (ora Ministero della Cultura) il 1970 assunse l'incarico presso la Soprintendenza Archivistica di Bari nella quale svolse l'incarico di Ispettore "visitando" gran parte degli archivi pubblici e privati del mezzogiorno.
Nel 1974 la sua carriera ha una svolta importante: assume la Direzione dell'Archivio di Stato di Bari prendendo il posto del dott. Dibari. Al momento del suo insediamento l'Archivio aveva sede nel palazzo della Provincia di Bari e i dipendenti erano appena 10 (dieci !!!). Praticamente era un ufficio fantasma che nel panorama degli uffici statali era posizionato, volendo mutuare un termine sportivo, buon ultimo. Da pochissimo era stato istituito il nuovo Ministero per i Beni Culturali e Ambientali (D. Lg. 14.12.1974) e i problemi da affrontare erano tanti fra i quali uno "svecchiamento" dell'organico. L'occasione, ghiottissima, arrivò con la Legge n.285 del 1978, la famosa legge sull'occupazione giovanile. Il prof. Dibenedetto, da ottimo manager dell'amministrazione statale ante litteram, non si lasciò sfuggire l'irripetibile opportunità e formando una cooperativa di 30 giovani, tutti già inseriti nell'ambiente, iniziò a costruire i quadri che, nell'arco temporale di 40 anni, sono diventati la colonna portante dell'Archivio di Stato di Bari, Barletta e Trani. Naturalmente l'iniziativa non fu isolata perché nei successivi due anni furono assunti altri 60 giovani che portarono il numero dei dipendenti a superare la quota "100".
L'iperattività del neo Direttore è stata sempre più che produttiva. Infatti, quando ancora non era Direttore dell'Archivio di Stato di Bari, lavorò in maniera encomiabile con il compianto prof. Giovanni Cassandro, per far istituire a Barletta ( D.M. 27/12/1973) la 40^ ed ultima sezione di Archivio di Stato presente sul territorio nazionale e questo perché, ben conoscendo i tesori conservati nella sua Città natale, pensò bene di valorizzarli adeguatamente. L'istituzione della Sezione di Archivio di Stato nella nostra Città rappresentò una atto importantissimo perché, rappresentando un centro di studio e, principalmente, un bene culturale fruibile sia dallo studente che dal ricercatore specializzato, avrebbe arricchito la già ricca tradizione culturale barlettana e dato quell'impulso necessario ad una proficua collaborazione, sul piano culturale, con altri istituti cittadini. Naturalmente non si trattò di una battaglia semplice, anzi le difficoltà che si presentarono furono notevoli anche perché altre città, consapevoli (sempre dopo di noi !) dell'importanza che avrebbe rivestito un istituto del genere, miravano ad ottenere l'istituzione di una Sezione di Archivio di Stato.
Con il passare degli anni l'importanza dell'Archivio di Stato di Bari acquistava sempre più importanza tanto da rientrare tra la ristrettissima cerchia degli Archivi di 1^ fascia. Questo grazie alla visibilità data all'archivio dalle numerosissime iniziative promosse dal prof. Dibenedetto quali mostre e pubblicazioni.
Fra le mostre documentarie ne vogliamo ricordare soltanto due ( in tutto circa 100 !!!). Iniziamo da "Barletta tra il grano e la sabbia – I progetti per il porto" tenutasi nella galleria del teatro Curci dal 20 ottobre al 20 novembre 1984, praticamente la storia del porto di Barletta vista attraverso i progetti presentati alla metà dell'800 da ingegneri di tutt'Italia per la sua ristrutturazione. Questa iniziativa fece conoscere alla città di Barletta e alle viciniori, la Sezione di Archivio di Stato e soprattutto il tesoro conservato tra i documenti dell'archivio storico del Comune di Barletta. L'altra mostra documentaria, con risonanza mondiale, è stata quella inserita nel VII Convegno Internazionale di Studi Italia Judaica dal titolo "Ebrei e giustizia in Italia dal Medioevo all'Età Moderna" tenutasi nella nostra Città dall'8 all'11 giugno del 2003.
A queste iniziative vanno aggiunte le numerose pubblicazioni che testimoniano l'attenzione rivolta dal prof. Dibenedetto ai nuovi orientamenti degli studi storici: la maggior parte di tali lavori ha utilizzato ampiamente fonti documentarie inedite vertendo soprattutto sui più recenti temi della storiografia (microstoria e storia sociale), quali la cartografia, la demografia storica, le masserie e il sistema viario. Tra le pubblicazioni più note "Gli Archivi di Stato di Terra di Bari" (1976); "Fonti per la storia delle Università e feudi di Terra di Bari" (1976); "Guida all'Archivio di Stato di Lecce" (1989); "I cabrei del Baliaggio di S. Stefano del 1748 e del 1777" (1998) e "Bona Sforza regina di Polonia e duchessa di Bari" ( 2 volumi 2001 e 2006).
Ci sarebbe ancora tanto da raccontare come il trentennale insegnamento presso la Scuola di Archivistica Paleografia e Diplomatica di Bari o le direzioni ad interim dell'Archivio di Stato di Matera (1974-1980), di Lecce (1983-1987), la Soprintendenza archivistica per l'Abruzzo (2005-2006) e la Soprintendenza archivistica per la Puglia (2006-2007), ma arrivati a questo punto non ci resta che dire una sola parola "Grazie Direttore".