Politica
La politica non può più essere «conquista di potere»
La nota politica di Bruno Lattanzio
Barletta - mercoledì 2 ottobre 2013
«La politica, come tutti sanno, ha cessato da molto tempo di essere scienza del buon governo, ed è diventata invece arte della conquista e della conservazione del potere».
Luciano Bianciardi, La vita agra, 1962
Torno da Roma, dalla Festa Nazionale dei Giovani Democratici. Respirare l'aria romana, anche politicamente parlando, apre la mente e inoltre aiuta a guardare le cose da altre prospettive. Il Partito Democratico nazionale vive uno dei suoi tanti momenti burrascosi, preso com'è dal dibattito congressuale mentre, su altri fronti, l'incertezza del cammino del Governo Letta rende molto precarie tutte le azioni nel breve periodo e imperscrutabili quelle nel lungo. Ma, si sa, tutto il mondo è paese: anche qui nella Bat il PD è alle prese con tante "grane". Dai circoli commissariati alle tensioni amministrative, dai riverberi del congresso nazionale alle difficoltà programmatiche e dell'azione politica che tutte queste problematiche comportano.
Ma questi sono i problemi. E ai problemi vanno trovate delle soluzioni. In momenti storici come quello che stiamo vivendo, spostare l'attenzione dai giochi di potere e dalle beghe personali ai bisogni REALI dei cittadini è l'unico modo per tornare a dare alla Politica, quella con la P maiuscola, la credibilità che le serve per fungere da collettore delle esigenze comuni e da guida e risolutore dei problemi. Se nei nostri territori amministratori e dirigenti, piuttosto che avvitarsi su questioni di commissioni e presidenze - quindi nella conquista e conservazione del potere, come recita Luciano Bianciardi - si preoccupassero di come rendere più vivibili, appetibili ed "esportabili" le nostre città, credo che farebbero metà del proprio dovere. E' vero, qui non possiamo incidere su grandi temi come lavoro, IMU, giustizia, sanità e stato sociale, ma è nostro compito garantire a chi resta (e non fugge cercandolo al Nord o all'estero) un terreno concretamente fertile in cui lavorare, sacrificarsi, sfidarsi ma con la prospettiva di un premio, con delle soddisfazioni.
Barletta ha la fortuna di avere, ora, un Sindaco che ha vissuto e visto tanto fuori da qui, il suo obiettivo deve essere alto, deve puntare a rendere questa città sempre più competitiva e fruibile come le tante città che avrà visto e visitato con il Presidente della Repubblica. Se non lui, chi? Noi siamo la generazione degli iPad, dei social e della condivisione: oggi, più che in passato, c'è consapevolezza di ciò che c'è fuori e ogni giorno nasce e cresce in noi la voglia di essere migliori, di assomigliare a chi è 10, 20, 30 anni avanti a noi sotto tanti, troppi punti di vista.
Quindi, ora, che si mettano da parte le questioni che ormai da troppi anni bloccano questa città e si pensi a cose anche piccole, ma concrete: dal favorire con seri interventi la mobilità sostenibile (ed economica) all'incremento dei servizi sociali per chi oggi è in difficoltà, da una corretta e trasparente gestione della cassa comunale alla programmazione che favorisca l'attrazione anche di capitali non prettamente locali, dalle Zone Franche Urbane ad una reale regolamentazione (d'accordo con le parti) per i locali commerciali e di ristorazione e/o intrattenimento e che ancora qui a Barletta creano un buon giro d'affari.
Barletta ha le potenzialità e le personalità per tornare a fungere da traino per l'intera provincia, ma può farlo solo se a supportare queste potenzialità e personalità c'è una reale volontà. Gli strumenti e gli uomini non mancano: ora che si passi dalle parole ai fatti. Perchè torni a circolare tra la gente l'idea di una Politica vera e vicina come magari lo era in passato, esattamente come il sottoscritto che nel 2013 romanticamente, per scrivere, al tablet continua a preferire la penna…
[Bruno Lattanzio]
Luciano Bianciardi, La vita agra, 1962
Torno da Roma, dalla Festa Nazionale dei Giovani Democratici. Respirare l'aria romana, anche politicamente parlando, apre la mente e inoltre aiuta a guardare le cose da altre prospettive. Il Partito Democratico nazionale vive uno dei suoi tanti momenti burrascosi, preso com'è dal dibattito congressuale mentre, su altri fronti, l'incertezza del cammino del Governo Letta rende molto precarie tutte le azioni nel breve periodo e imperscrutabili quelle nel lungo. Ma, si sa, tutto il mondo è paese: anche qui nella Bat il PD è alle prese con tante "grane". Dai circoli commissariati alle tensioni amministrative, dai riverberi del congresso nazionale alle difficoltà programmatiche e dell'azione politica che tutte queste problematiche comportano.
Ma questi sono i problemi. E ai problemi vanno trovate delle soluzioni. In momenti storici come quello che stiamo vivendo, spostare l'attenzione dai giochi di potere e dalle beghe personali ai bisogni REALI dei cittadini è l'unico modo per tornare a dare alla Politica, quella con la P maiuscola, la credibilità che le serve per fungere da collettore delle esigenze comuni e da guida e risolutore dei problemi. Se nei nostri territori amministratori e dirigenti, piuttosto che avvitarsi su questioni di commissioni e presidenze - quindi nella conquista e conservazione del potere, come recita Luciano Bianciardi - si preoccupassero di come rendere più vivibili, appetibili ed "esportabili" le nostre città, credo che farebbero metà del proprio dovere. E' vero, qui non possiamo incidere su grandi temi come lavoro, IMU, giustizia, sanità e stato sociale, ma è nostro compito garantire a chi resta (e non fugge cercandolo al Nord o all'estero) un terreno concretamente fertile in cui lavorare, sacrificarsi, sfidarsi ma con la prospettiva di un premio, con delle soddisfazioni.
Barletta ha la fortuna di avere, ora, un Sindaco che ha vissuto e visto tanto fuori da qui, il suo obiettivo deve essere alto, deve puntare a rendere questa città sempre più competitiva e fruibile come le tante città che avrà visto e visitato con il Presidente della Repubblica. Se non lui, chi? Noi siamo la generazione degli iPad, dei social e della condivisione: oggi, più che in passato, c'è consapevolezza di ciò che c'è fuori e ogni giorno nasce e cresce in noi la voglia di essere migliori, di assomigliare a chi è 10, 20, 30 anni avanti a noi sotto tanti, troppi punti di vista.
Quindi, ora, che si mettano da parte le questioni che ormai da troppi anni bloccano questa città e si pensi a cose anche piccole, ma concrete: dal favorire con seri interventi la mobilità sostenibile (ed economica) all'incremento dei servizi sociali per chi oggi è in difficoltà, da una corretta e trasparente gestione della cassa comunale alla programmazione che favorisca l'attrazione anche di capitali non prettamente locali, dalle Zone Franche Urbane ad una reale regolamentazione (d'accordo con le parti) per i locali commerciali e di ristorazione e/o intrattenimento e che ancora qui a Barletta creano un buon giro d'affari.
Barletta ha le potenzialità e le personalità per tornare a fungere da traino per l'intera provincia, ma può farlo solo se a supportare queste potenzialità e personalità c'è una reale volontà. Gli strumenti e gli uomini non mancano: ora che si passi dalle parole ai fatti. Perchè torni a circolare tra la gente l'idea di una Politica vera e vicina come magari lo era in passato, esattamente come il sottoscritto che nel 2013 romanticamente, per scrivere, al tablet continua a preferire la penna…
[Bruno Lattanzio]