Politica
La politica dopata entra in consiglio comunale
La Buona Politica impone un suo assessore?. La piaga del familismo è sempre in agguato
Barletta - mercoledì 1 giugno 2011
Subito dopo lo spoglio in città è partito un lungo coro di lamentele, un basso continuo di borbottii. Manifesti, striscioni, sarcasmo e ironie neanche troppo sottili. Oggetto: la compravendita di voti. Giovedì si prepara una iniziativa degli indignados locali e molti sono già intervenuti sul tema. Pino Gissi, intervenendo ieri sulla Gazzetta, mi chiama in causa, citando un mio passaggio a proposito del deficit di "laicità e legalità" nel Consiglio comunale. La lettera di Gissi è una risposta all'appello, alla chiamata a stringersi a coorte di tutti i cittadini onesti da parte di Fiore e Dipaola.
L'amico Pino stigmatizza la tempistica: perché solo ora? Perché all'indomani delle elezioni e non prima? D'altro canto all'iniziativa de Il Palazzo di Cristallo fu opposto il medesimo argomento: perché proprio prima delle elezioni? Il termine ricorrente era: strumentalizzazione. Sembra che per questi temi non sia mai il momento. Troppo presto, troppo tardi. Concordo con Gissi nel ritenere che questa discussione non possa e non debba essere collante per la formazione di un polo alternativo (primo, secondo, terzo poco importa). Un osservatore intelligente, critico e libero da interessi particolari dovrebbe invece interrogarsi su alcuni elementi.
1.
I costi delle campagne elettorali per le elezioni amministrative: chi sostiene le cifre a quattro zeri di molti candidati e perché? Quanti eletti sono disposti a certificarle?
2.
Il numero di preferenze necessario per essere eletti: cresce di elezione in elezione, mentre aumenta il numero di liste e candidati (ci sono candidati non eletti con oltre 500 preferenze).
3.
I possibili conflitti di interesse: potrebbero essere arginati con un provvedimento spontaneo del nuovo Consiglio, l'Anagrafe degli eletti con redditi, compensi, presenze, proprietà e partecipazioni in società.
4.
La piaga del familismo, sempre in agguato: secondo quanto riporta la Gazzetta il Consigliere Marzocca de La Buona Politica avrebbe intenzione di indicare come assessore suo figlio.
Alessandro Porcelluzzi
L'amico Pino stigmatizza la tempistica: perché solo ora? Perché all'indomani delle elezioni e non prima? D'altro canto all'iniziativa de Il Palazzo di Cristallo fu opposto il medesimo argomento: perché proprio prima delle elezioni? Il termine ricorrente era: strumentalizzazione. Sembra che per questi temi non sia mai il momento. Troppo presto, troppo tardi. Concordo con Gissi nel ritenere che questa discussione non possa e non debba essere collante per la formazione di un polo alternativo (primo, secondo, terzo poco importa). Un osservatore intelligente, critico e libero da interessi particolari dovrebbe invece interrogarsi su alcuni elementi.
1.
I costi delle campagne elettorali per le elezioni amministrative: chi sostiene le cifre a quattro zeri di molti candidati e perché? Quanti eletti sono disposti a certificarle?
2.
Il numero di preferenze necessario per essere eletti: cresce di elezione in elezione, mentre aumenta il numero di liste e candidati (ci sono candidati non eletti con oltre 500 preferenze).
3.
I possibili conflitti di interesse: potrebbero essere arginati con un provvedimento spontaneo del nuovo Consiglio, l'Anagrafe degli eletti con redditi, compensi, presenze, proprietà e partecipazioni in società.
4.
La piaga del familismo, sempre in agguato: secondo quanto riporta la Gazzetta il Consigliere Marzocca de La Buona Politica avrebbe intenzione di indicare come assessore suo figlio.
Alessandro Porcelluzzi