Politica
La nota precongressuale del PD cittadino vista da Franco Caputo
Chiariamo la posizione anche morale di Barletta. Antonio Divincenzo il neo segretario del PD?
Barletta - mercoledì 22 febbraio 2012
16.23
Mancano pochi giorni al Congresso cittadino del PD previsto per i giorni 25 e 26 febbraio dal quale in tanti, a partire dal Sindaco, si aspettano esiti salvifici per la soluzione della perdurante crisi politico-amministrativa ormai irrisolta da circa 8 mesi.
La contesa sembra riguardare 4 macro-aree politiche. Area Bersani (Caracciolo), area Modem (Mennea), area Letta (Sindaco) ed un'area composita formata da giovani (Lasala) ed ex-DS firmatari di un recente documento politico con il quale si invoca un Congresso "vero" capace di dare spazio ad una seria discussione quanto mai necessaria per definire una linea politica di svolta e di cambiamento, con forti attenzioni alla questione morale.Ad oggi non si conoscono, tuttavia, le "mozioni congressuali" né sono noti i nomi dei possibili candidati Segretari.
Alcuni "rumors" rivelano di un probabile Congresso "unitario" con relativo Segretario in pectore, nella persona dell'attuale Assessore ai Servizi Sociali Antonio Divincenzo. Il che significherebbe di fatto non votare ed eleggere il Segretario per acclamazione.
Si passerebbe così dalle tempeste di questi mesi ad una ritrovata "magica unità". Se ciò accadesse sarebbe probabilmente un danno per la Politica in sé, segnando l'ennesimo rinvio della chiara definizione del ruolo politico che il PD intende avere rispetto alla dinamiche interne al centrosinistra, e di conseguenza rispetto agli assetti amministrativi.
Una partita politica complessa e dai risvolti paradossali soprattutto in relazione al fatto che il Congresso cittadino dovrebbe riguardare, almeno sulla carta, una platea di iscritti di notevole portata, trattandosi secondo dati ufficiosi di oltre 3.000 iscritti. Occorre riconoscerlo, un autentico successo per il "brand" PD se si considera la scarsa pubblicità data al tesseramento, consumato più come processo interno per i soli "addetti ai lavori", molto meno come questione di interesse generale per l'intera cittadinanza. Quasi un miracolo. Un numero di scritti, giusto avere un parametro del "miracolo", di poco inferiore al totale del consenso raccolto dal poderoso PD barlettano in occasione delle Provinciali del 2009, attestatosi all'epoca intorno ai 3.500 voti.
Fatta salva la legittimità del tesseramento sarebbe molto curioso, ad esempio, sapere se vi è un rapporto organico e consapevole tra l'immenso "universo" degli iscritti (certamente desideroso di partecipare e di dare il proprio contributo politico) ed i "capi corrente" che in queste ore, , potrebbero "unilateralmente" stabilire, ove si optasse per il "congresso unitario", che non sussisterebbero né le ragioni per votare, né tantomeno quelle per discutere. Se ciò accadesse sarebbe un vero peccato, forse una occasione mancata di democrazia partecipata.
Secondo quanto riferiscono quotidianamente numerosi sondaggi, non sono tantissimi i cittadini che in questa fase storica ripongono fiducia verso i Partiti. Un congresso "simulato" anche da questo punto di vista non sarebbe una cosa buona e soprattutto farebbe torto agli oltre 3.000 cittadini che hanno deciso di scommettere sul PD. Si eviti il rischio di far passare gli iscritti per "arruolati". A questi, ma anche quei gruppi interni al PD che hanno lanciato il proprio "grido di dolore" unitamente agli immancabili buoni propositi, si abbia la coerenza di offrire un occasione di dibattito. Rileviamo con favore che in uno di questi documenti, presumibilmente riconducibile all'area maggioritaria (Bersani), accanto ad altri temi politici, è stata evocata la nobile figura di Berlinguer, a proposito della "questione morale", tuttora di grande attualità, che investe direttamente il PD e lo stesso centrosinistra.
Sulla scia di questo richiamo forse vale la pena di ricordare alcune cose dette da E. Berlinguer nel corso di un'intervista rilasciata ad E. Scalfari (La Repubblica): "…I Partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero. …La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello, e non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l'iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un "boss" e dei "sotto-boss. …". Era il 28.07.1981, purtroppo.
In verità, nello stesso articolo Berlinguer sosteneva che per tentare di cambiare certi schemi era necessario che vi fosse più partecipazione, e che la partecipazione di ogni cittadino e di ogni cittadina alla cosa pubblica fosse tuttavia assicurata attraverso i Partiti.
Se i documenti politici valgono qualcosa e se taluni richiami a figure nobili del passato possono continuare ad avere un senso proprio e non strumentale, si dia seguito a certi principi e si faccia del Congresso del PD un'occasione vera per restituire forma e dignità alla POLITICA.
La contesa sembra riguardare 4 macro-aree politiche. Area Bersani (Caracciolo), area Modem (Mennea), area Letta (Sindaco) ed un'area composita formata da giovani (Lasala) ed ex-DS firmatari di un recente documento politico con il quale si invoca un Congresso "vero" capace di dare spazio ad una seria discussione quanto mai necessaria per definire una linea politica di svolta e di cambiamento, con forti attenzioni alla questione morale.Ad oggi non si conoscono, tuttavia, le "mozioni congressuali" né sono noti i nomi dei possibili candidati Segretari.
Alcuni "rumors" rivelano di un probabile Congresso "unitario" con relativo Segretario in pectore, nella persona dell'attuale Assessore ai Servizi Sociali Antonio Divincenzo. Il che significherebbe di fatto non votare ed eleggere il Segretario per acclamazione.
Si passerebbe così dalle tempeste di questi mesi ad una ritrovata "magica unità". Se ciò accadesse sarebbe probabilmente un danno per la Politica in sé, segnando l'ennesimo rinvio della chiara definizione del ruolo politico che il PD intende avere rispetto alla dinamiche interne al centrosinistra, e di conseguenza rispetto agli assetti amministrativi.
Una partita politica complessa e dai risvolti paradossali soprattutto in relazione al fatto che il Congresso cittadino dovrebbe riguardare, almeno sulla carta, una platea di iscritti di notevole portata, trattandosi secondo dati ufficiosi di oltre 3.000 iscritti. Occorre riconoscerlo, un autentico successo per il "brand" PD se si considera la scarsa pubblicità data al tesseramento, consumato più come processo interno per i soli "addetti ai lavori", molto meno come questione di interesse generale per l'intera cittadinanza. Quasi un miracolo. Un numero di scritti, giusto avere un parametro del "miracolo", di poco inferiore al totale del consenso raccolto dal poderoso PD barlettano in occasione delle Provinciali del 2009, attestatosi all'epoca intorno ai 3.500 voti.
Fatta salva la legittimità del tesseramento sarebbe molto curioso, ad esempio, sapere se vi è un rapporto organico e consapevole tra l'immenso "universo" degli iscritti (certamente desideroso di partecipare e di dare il proprio contributo politico) ed i "capi corrente" che in queste ore, , potrebbero "unilateralmente" stabilire, ove si optasse per il "congresso unitario", che non sussisterebbero né le ragioni per votare, né tantomeno quelle per discutere. Se ciò accadesse sarebbe un vero peccato, forse una occasione mancata di democrazia partecipata.
Secondo quanto riferiscono quotidianamente numerosi sondaggi, non sono tantissimi i cittadini che in questa fase storica ripongono fiducia verso i Partiti. Un congresso "simulato" anche da questo punto di vista non sarebbe una cosa buona e soprattutto farebbe torto agli oltre 3.000 cittadini che hanno deciso di scommettere sul PD. Si eviti il rischio di far passare gli iscritti per "arruolati". A questi, ma anche quei gruppi interni al PD che hanno lanciato il proprio "grido di dolore" unitamente agli immancabili buoni propositi, si abbia la coerenza di offrire un occasione di dibattito. Rileviamo con favore che in uno di questi documenti, presumibilmente riconducibile all'area maggioritaria (Bersani), accanto ad altri temi politici, è stata evocata la nobile figura di Berlinguer, a proposito della "questione morale", tuttora di grande attualità, che investe direttamente il PD e lo stesso centrosinistra.
Sulla scia di questo richiamo forse vale la pena di ricordare alcune cose dette da E. Berlinguer nel corso di un'intervista rilasciata ad E. Scalfari (La Repubblica): "…I Partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero. …La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello, e non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l'iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un "boss" e dei "sotto-boss. …". Era il 28.07.1981, purtroppo.
In verità, nello stesso articolo Berlinguer sosteneva che per tentare di cambiare certi schemi era necessario che vi fosse più partecipazione, e che la partecipazione di ogni cittadino e di ogni cittadina alla cosa pubblica fosse tuttavia assicurata attraverso i Partiti.
Se i documenti politici valgono qualcosa e se taluni richiami a figure nobili del passato possono continuare ad avere un senso proprio e non strumentale, si dia seguito a certi principi e si faccia del Congresso del PD un'occasione vera per restituire forma e dignità alla POLITICA.