Politica
La misteriosa “bocciatura” del Sindaco Maffei
Tra personalismi, vuoti di politica e palesi contraddizioni. Da una "promozione a pieni voti" ad una clamorosa bocciatura
Barletta - mercoledì 31 ottobre 2012
10.47
Con l'uscita di scena del Sindaco Maffei e di questa maggioranza di centrosinistra si chiude una stagione politica caratterizzata di continui tentennamenti politici e precarietà amministrativa, una conduzione oggettivamente poco proficua per Barletta.
Tempo prezioso sottratto al governo della Città, utilizzato per lo più all'insegna di sfibranti conflitti tesi a gestire posizioni di potere spesso in funzione dei vari appuntamenti elettorali (passati e futuri), come nel caso delle Regionali del 2010. Una dura contesa all'insegna di personalismi e interessi di parte consumata tra cordate e gruppi agguerriti, quasi sempre fuori dal campo naturale della politica. Uno scenario che ha visto assenti i Partiti e ancor più la Città nelle sue componenti organizzate, di fatto un grave danno per la democrazia.
Una stagione difficile che si spera possa chiudere definitivamente una parentesi politica nata male (e finita peggio), sviluppatasi sull'onda di una sciocca e dolorosa "discontinuità politica" rispetto al Sindaco Salerno, spesso giocata su una competitività tutta al ribasso. Una tesi assurda annunciata e poi ritrattata dal Sindaco Maffei, certamente auspicata da certe parti politiche, che contemplava peraltro l'emarginazione, se non l'eliminazione, di un'area politico-culturale protagonista di quella stagione; quell'area di sinistra un tempo forte e rappresentativa resasi fragile anche a causa di proprie debolezze ed errori politici. Qualche giorno fa 19 Consiglieri Comunali, un "miscuglio composito" di maggioranza e di opposizione, hanno decretato la chiusura anticipata del cosiddetto Maffei-bis. Ancora una volta l'ennesima riprova di iniziative assunte prevalentemente in chiave personalistica, non certo espressione di volontà politica dei Partiti. Infatti, ad eccezione del solido e compatto Gruppo Socialista, per il resto si è trattato di "gruppi e sottogruppi", spesso trasversali, che hanno agito unilateralmente senza un dibattito politico né in Città, nè nei rispettivi Partiti. Quei Partiti, più che altro "entità virtuali", che rivelano sempre più il volto triste di semplici contenitori privi di effettiva democrazia interna, ai cui dirigenti e iscritti di fatto non viene riconosciuta alcuna dignità e valenza politica.
Alla scomposte ed inconsistenti opposizioni, solo pochi giorni prima compatte firmatarie di una ipocrita quanto fasulla raccolta di firme per sfiduciare il Sindaco, si è unita la schizofrenia di importanti componenti dei Partiti di maggioranza come PD e SEL. A guardar bene a decretare la fine dell'esperienza di Maffei, più che il centrodestra, è stato decisivo il ruolo di alcune parti della maggioranza: 11 Consiglieri (2 PSI – 8 PD – 1 SEL) su un totale di 19. Particolarmente determinante è stata, paradossalmente, l'area Bersani del PD che aveva fortemente sostenuto il Sindaco Maffei, alle primarie di Febbraio 2011, dopo il vano tentativo di evitarle avendo espresso un giudizio più che positivo sull'operato dei primi 5 anni. Un Sindaco capace, al quale andava risparmiata l'"umiliazione" delle Primarie, considerate, evidentemente, in quel momento un pericolo e non una vera opportunità di democrazia e partecipazione.
Si direbbe, dalle stelle alle stalle. A Barletta, misteriosamente, può succedere infatti che, nel volgere di pochi mesi, si passi da una "promozione a pieni voti" ad una clamorosa bocciatura. Un paradosso capitato, guarda caso, proprio ad un "Sindaco-Professore" bocciato brutalmente in largo anticipo anche dalla sua coalizione. Il fatto che a decidere siano stati solo gli illuminati Consiglieri Comunali senza che Segretari, dirigenti politici e "eserciti di tesserati" abbiano avuto voce in capitolo, evidentemente, viene considerato un dettaglio di poco conto. Per la serie: la democrazia può attendere, prima o poi arriveranno altre elezioni, "…tenetevi pronti, sarete informati".
Cosa sarà mai successo quindi dalla riconferma fortemente voluta di Maffei (maggio 2011) ad oggi ? Qualcuno prima o poi dovrà pur spiegarlo. Di certo un lungo tempo trascorso inutilmente in barba alle crescenti difficoltà delle famiglie e delle imprese barlettane. Un anno e mezzo, di giunte balneari e bilanci fantasma, durante il quale l'agenda politica del centrosinistra non ha avuto all'ordine del giorno gli impegni solennemente assunti in Consiglio Comunale con le "sacre scritture" degli Indirizzi Politici Programmatici, bensì altre materie evidentemente ben più interessanti e verosimilmente più appaganti, comprese presumibilmente le prossime elezioni per il Parlamento. Servirebbe a poco ribadire anche in questa circostanza il solito e arcinoto elenco delle manchevolezze e delle sciatterie, spesso ai limiti della legittimità, di cui è stata capace questa compagine politica. Troppe le cose che in tanti vorrebbero lasciarsi definitivamente alle spalle.
Tempo prezioso sottratto al governo della Città, utilizzato per lo più all'insegna di sfibranti conflitti tesi a gestire posizioni di potere spesso in funzione dei vari appuntamenti elettorali (passati e futuri), come nel caso delle Regionali del 2010. Una dura contesa all'insegna di personalismi e interessi di parte consumata tra cordate e gruppi agguerriti, quasi sempre fuori dal campo naturale della politica. Uno scenario che ha visto assenti i Partiti e ancor più la Città nelle sue componenti organizzate, di fatto un grave danno per la democrazia.
Una stagione difficile che si spera possa chiudere definitivamente una parentesi politica nata male (e finita peggio), sviluppatasi sull'onda di una sciocca e dolorosa "discontinuità politica" rispetto al Sindaco Salerno, spesso giocata su una competitività tutta al ribasso. Una tesi assurda annunciata e poi ritrattata dal Sindaco Maffei, certamente auspicata da certe parti politiche, che contemplava peraltro l'emarginazione, se non l'eliminazione, di un'area politico-culturale protagonista di quella stagione; quell'area di sinistra un tempo forte e rappresentativa resasi fragile anche a causa di proprie debolezze ed errori politici. Qualche giorno fa 19 Consiglieri Comunali, un "miscuglio composito" di maggioranza e di opposizione, hanno decretato la chiusura anticipata del cosiddetto Maffei-bis. Ancora una volta l'ennesima riprova di iniziative assunte prevalentemente in chiave personalistica, non certo espressione di volontà politica dei Partiti. Infatti, ad eccezione del solido e compatto Gruppo Socialista, per il resto si è trattato di "gruppi e sottogruppi", spesso trasversali, che hanno agito unilateralmente senza un dibattito politico né in Città, nè nei rispettivi Partiti. Quei Partiti, più che altro "entità virtuali", che rivelano sempre più il volto triste di semplici contenitori privi di effettiva democrazia interna, ai cui dirigenti e iscritti di fatto non viene riconosciuta alcuna dignità e valenza politica.
Alla scomposte ed inconsistenti opposizioni, solo pochi giorni prima compatte firmatarie di una ipocrita quanto fasulla raccolta di firme per sfiduciare il Sindaco, si è unita la schizofrenia di importanti componenti dei Partiti di maggioranza come PD e SEL. A guardar bene a decretare la fine dell'esperienza di Maffei, più che il centrodestra, è stato decisivo il ruolo di alcune parti della maggioranza: 11 Consiglieri (2 PSI – 8 PD – 1 SEL) su un totale di 19. Particolarmente determinante è stata, paradossalmente, l'area Bersani del PD che aveva fortemente sostenuto il Sindaco Maffei, alle primarie di Febbraio 2011, dopo il vano tentativo di evitarle avendo espresso un giudizio più che positivo sull'operato dei primi 5 anni. Un Sindaco capace, al quale andava risparmiata l'"umiliazione" delle Primarie, considerate, evidentemente, in quel momento un pericolo e non una vera opportunità di democrazia e partecipazione.
Si direbbe, dalle stelle alle stalle. A Barletta, misteriosamente, può succedere infatti che, nel volgere di pochi mesi, si passi da una "promozione a pieni voti" ad una clamorosa bocciatura. Un paradosso capitato, guarda caso, proprio ad un "Sindaco-Professore" bocciato brutalmente in largo anticipo anche dalla sua coalizione. Il fatto che a decidere siano stati solo gli illuminati Consiglieri Comunali senza che Segretari, dirigenti politici e "eserciti di tesserati" abbiano avuto voce in capitolo, evidentemente, viene considerato un dettaglio di poco conto. Per la serie: la democrazia può attendere, prima o poi arriveranno altre elezioni, "…tenetevi pronti, sarete informati".
Cosa sarà mai successo quindi dalla riconferma fortemente voluta di Maffei (maggio 2011) ad oggi ? Qualcuno prima o poi dovrà pur spiegarlo. Di certo un lungo tempo trascorso inutilmente in barba alle crescenti difficoltà delle famiglie e delle imprese barlettane. Un anno e mezzo, di giunte balneari e bilanci fantasma, durante il quale l'agenda politica del centrosinistra non ha avuto all'ordine del giorno gli impegni solennemente assunti in Consiglio Comunale con le "sacre scritture" degli Indirizzi Politici Programmatici, bensì altre materie evidentemente ben più interessanti e verosimilmente più appaganti, comprese presumibilmente le prossime elezioni per il Parlamento. Servirebbe a poco ribadire anche in questa circostanza il solito e arcinoto elenco delle manchevolezze e delle sciatterie, spesso ai limiti della legittimità, di cui è stata capace questa compagine politica. Troppe le cose che in tanti vorrebbero lasciarsi definitivamente alle spalle.