La città
La Madonna benedica Barletta e il suo verde “pallido e assorto”
Periferia abbandonata a se stessa, una brutta storia tra incuria e inciviltà
Barletta - mercoledì 16 aprile 2014
C'era una volta un campetto, in piena periferia, a Barletta. Un campetto abbastanza frequentato dai ragazzi del quartiere (e non solo). Non aveva l'erbetta sintetica, in tanti lo ricordano per le ginocchia sbucciate, per quei "gol" urlati al cielo. Poco più in là, uno scivolo e un'altalena e tanto verde. Appunto, c'era una volta. Svegliamoci dal sogno e torniamo nella realtà. La realtà che raccontiamo è quella di Barletta, ma per tanti versi sembra essere quella di una città grigia, spenta, che lascia scorrere tutto come se niente stesse succedendo. A pochi passi dalla nuovissima chiesa della Santissima Trinità sotto gli occhi di tanti barlettani giace dimenticato l'ei fu "Parco Da Vinci", o almeno così viene chiamato dai motori di ricerca più celebri. Passeggiare ora in questo parco scatena la tristezza di qualsivoglia persona. L'area adibita al campetto è diventata un'enorme distesa di terra, priva di senso e di utilità. Anche quei giochi per bambini gridano "vendetta": lo scivolo non è più utilizzabile, è diventato pericoloso. Dell'altalena è rimasto poco di più, è forse l'unico "reperto" con cui divagarsi. Gli altri giochi sono scomparsi, forse sono stati divelti, presi di mira da qualche banda di ragazzini che uscendo ha dimenticato a casa l'educazione.
Tutto il parco è diventato una grande toilette per cani accompagnati da padroni che lasciano in bella vista i "regalini" dei loro amici a quattro zampe. Fanno bella mostra di sé anche cartacce buttate tra i cespugli, un gratta e vinci e un accendino. Basta fare ancora pochi passi sul terriccio, facendo molta attenzione a scansare i "doni canini", per ritrovarsi a contemplare una bella Madonna, che prega a mani giunte. Qualche abitante del quartiere ha posato qualche cerino in segno di devozione. Questo quadro triste e surreale assume toni quasi raccapriccianti di sera, quando sulla città calano le tenebre. Su "Parco Da Vinci", però, la luce non si vede da troppo tempo, tutto è fermo, buio, tremendamente triste e abbandonato. Occorrerebbe un profondo "restyling" a questo parco, ma ormai in tanti lo sorpassano senza degnarlo di uno sguardo, quasi come se il suo male fosse incurabile. E allora, forse ci penserà quella Madonna a scacciare incuria e inciviltà, ma anche a benedire il verde della periferia barlettana, uno dei pochi in Italia ad essere verde e al contempo triste, pallido e assorto, come direbbe Montale.
Tutto il parco è diventato una grande toilette per cani accompagnati da padroni che lasciano in bella vista i "regalini" dei loro amici a quattro zampe. Fanno bella mostra di sé anche cartacce buttate tra i cespugli, un gratta e vinci e un accendino. Basta fare ancora pochi passi sul terriccio, facendo molta attenzione a scansare i "doni canini", per ritrovarsi a contemplare una bella Madonna, che prega a mani giunte. Qualche abitante del quartiere ha posato qualche cerino in segno di devozione. Questo quadro triste e surreale assume toni quasi raccapriccianti di sera, quando sulla città calano le tenebre. Su "Parco Da Vinci", però, la luce non si vede da troppo tempo, tutto è fermo, buio, tremendamente triste e abbandonato. Occorrerebbe un profondo "restyling" a questo parco, ma ormai in tanti lo sorpassano senza degnarlo di uno sguardo, quasi come se il suo male fosse incurabile. E allora, forse ci penserà quella Madonna a scacciare incuria e inciviltà, ma anche a benedire il verde della periferia barlettana, uno dei pochi in Italia ad essere verde e al contempo triste, pallido e assorto, come direbbe Montale.