Non è un paese per giovani
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La città

La generazione a testa bassa

Chi controlla il controllore, in tempi di privilegi e spending review?

Siamo una generazione a testa bassa, composta da tanti giovani (non solo anagraficamente) che si trovano a "elemosinare" un lavoro che possa definirsi degno di tale definizione dal punto di vista economico e umano, di fronte ai tanti vetusti rappresentanti di antiche generazioni, che ancor oggi occupano gerarchicamente e con l'effetto-Vinavil (attaccati alle sedie) le loro poltrone senza nemmeno alzarla, la testa, per vedere cosa e chi il nuovo mercato delle idee e delle "braccia" gli offre. Siamo una generazione a testa bassa, in Italia e a Barletta valgono le stesse regole, le stesse consuetudini, gli stessi comportamenti.

Apparentemente connessi a tutti, in realtà - fisicamente e praticamente - con il capo chino, disattenti alle esigenze degli altri e sempre più ansiosi di dar vita al proprio racconto, senza ascoltare quello altrui. Siamo la generazione "a testa bassa", che vive e si informa con smartphone, blackberry, tablet e pc. E a Barletta che succede? Accade che, in un momento di spending review su scala nazionale, l'amministrazione comunale rinnovi anche quest'anno il contratto per la pubblicazione di un inserto redazionale, curato dall'Ufficio Comunicazione del Gabinetto del Sindaco, su un mensile cartaceo e a pagamento, il cui ruolo costerà alle casse comunali 10.800 euro, iva inclusa, per l'intero anno. Una spesa maggiorata di 1.800 euro rispetto alla scorsa annualità, come testimoniato dalla determina n. 1052 del 1 agosto scorso.

Insomma, una spesa di oltre 20 milioni delle vecchie lire (ci sia consentito il parallelismo, stante l'anacronismo della decisione) per investire in un ente mediatico che propone diffusione sulla produzione cartacea. Paradossalmente il dibattito, come altrimenti non avrebbe potuto essere, si è presto scatenato sul web, la rete, dove è possibile tutto ciò che sul cartaceo non è concesso. Interconnessi contro sconnessi, con i pruriti dei tanti tecnofobi. L'amministrazione comunale motiva l'opportunità di aderire alla proposta, scrivendo nella determina, che "è l'unico mensile locale di informazione e attualità avente una diffusione capillare e una veste grafica di pregio ed elegante". Un linguaggio obsoleto quanto oscuro. Se si tratta di discrezionalità, nessuno può contestarla. Ma vista la ristrettezza a cui tutti, cittadini e contribuenti, siamo chiamati, ci sia lecito contestare una scelta poco trasparente. Con otto milioni di debito fuori bilancio, l'investimento potrebbe essere accessibile a tutti e gratuitamente, o almeno più low profile.

Noi della generazione "a testa bassa" non ci accontentiamo delle decisioni, ma abbiamo l'orgoglio di discuterne, di confutarle se ne abbiamo gli argomenti, e soprattutto se ci viene data la possibilità di dimostrarlo, smartphone o Olivetti, tablet o taccuino, che siano. L'orizzonte, pur se nebuloso, è davanti a noi. Ma se la testa bassa è a mo' di "signorsì", è simbolo del vecchio che avanza, con il capo chino verso cosa guardiamo? Chiediamocelo, la risposta è davanti a noi, basta alzare la testa. Questo in Comune lo sanno?

Si scrive crisi, ma si legge dignità.
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