Servizi sociali
«La colletta alimentare avviene un giorno ma vive tutto l’anno»
La solidarietà raccontata dai volontari
Barletta - martedì 1 dicembre 2015
Anche quest'anno il Banco della Solidarietà nella nostra provincia ha proposto la partecipazione attiva alla 19^ Giornata della Colletta Alimentare e come gli scorsi anni i volontari in pettorina gialla hanno accolto all'ingresso dei supermercati aderenti i clienti, distribuendo loro materiale promozionale e invitando alla donazione di prodotti a lunga scadenza. All'indomani di questa esperienza abbiamo incontrato alcuni dei volontari presenti a Barletta per rivolgere loro qualche domanda.
Consigliereste ad altri giovani come voi di vivere quest'esperienza come volontari per la colletta alimentare? Se sì, perché?
«Assolutamente sì. Essere volontari ci mette dinanzi alla consapevolezza di doversi confrontare con sè stessi e con i propri limiti dimenticando anche la timidezza. Insegna il valore della cooperazione all'interno di una squadra in cui non esistono vere e proprie gerarchie ma in cui ognuno ha un proprio compito che porta avanti con determinazione e sempre con il sorriso. E poi si conoscono tante persone e possono nascere delle vere amicizie come nel nostro caso».
Cosa avete imparato da questa esperienza?
«Il valore della gratuità: in una società del profitto in cui tutto è in vendita e tutti sono all'asta sembra quasi scandalizzare la parola gratuità, quasi non sia contemplata affatto tra i valori dell'individuo. In una società che tenga conto della gratuità invece si investe il proprio tempo e le proprie forze per interagire, per comunicare e l'unico criterio possibile è crederci davvero. Si impara anche a dire grazie. Sembra banale ma troppe volte, specie tra i giovani e non solo, si danno troppe cose per scontato anche se non lo sono nella sostanza».
Capita il rifiuto al semplice ritiro del foglio esplicativo? Cosa fate in tale occasione?
«Può capitare e nemmeno tanto raramente, ma in parte lo capiamo: la gente è arrabbiata e delusa, troppe truffe mettono in ombra le iniziative pulite realmente finalizzate all'aiuto del prossimo perciò si diffida di tutto. Alle volte ci fermiamo a dare spiegazioni maggiori. Quello che ci spinge a farlo è che se si può anche solo in parte aiutare molte famiglie che nella nostra Italia - per mancanza di lavoro o per la difficoltà nel trovare un impiego - fanno fatica a giungere a fine mese possiamo ritenerci soddisfatti di noi stessi».
La cosa più bella che avete sentito?
«Si è avvicinata una signora che ci ha ringraziato per aver donato del tempo a chi realmente non ha avuto le nostre stesse fortune e ci ha sorriso felice, le brillavano gli occhi. Questo è bastato a ripagare tutta la fatica della giornata trascorsa. Vale molto di più di molte false parole dette dalle circostanze. Ha poi aggiunto: "La colletta avviene un solo giorno ma vive tutto l'anno perché in una sola giornata si condensa tutta la generosità di cui saranno fruitori moltissimi per un anno intero, per questo vi ringrazio"».
A sentir loro, sembra davvero un'esperienza che arricchisce molto. Si tratta di giovanissimi, studenti per la maggior parte e adulti che per ragioni diverse e in modi diversi si sono avvicinati a questa realtà e che dopo il primo anno continuano a reiterare il loro impegno sempre con maggiore determinazione e con un bel sorriso. Abbiamo chiesto perché fare il volontario e sorprendente è stata la prontezza della risposta: «Perché non farlo è la domanda giusta!». Questa frase sintetizza al meglio lo spirito che muove questa iniziativa nazionale che è senza dubbio - negli intenti di chi vi prende parte - degna di nota.
Consigliereste ad altri giovani come voi di vivere quest'esperienza come volontari per la colletta alimentare? Se sì, perché?
«Assolutamente sì. Essere volontari ci mette dinanzi alla consapevolezza di doversi confrontare con sè stessi e con i propri limiti dimenticando anche la timidezza. Insegna il valore della cooperazione all'interno di una squadra in cui non esistono vere e proprie gerarchie ma in cui ognuno ha un proprio compito che porta avanti con determinazione e sempre con il sorriso. E poi si conoscono tante persone e possono nascere delle vere amicizie come nel nostro caso».
Cosa avete imparato da questa esperienza?
«Il valore della gratuità: in una società del profitto in cui tutto è in vendita e tutti sono all'asta sembra quasi scandalizzare la parola gratuità, quasi non sia contemplata affatto tra i valori dell'individuo. In una società che tenga conto della gratuità invece si investe il proprio tempo e le proprie forze per interagire, per comunicare e l'unico criterio possibile è crederci davvero. Si impara anche a dire grazie. Sembra banale ma troppe volte, specie tra i giovani e non solo, si danno troppe cose per scontato anche se non lo sono nella sostanza».
Capita il rifiuto al semplice ritiro del foglio esplicativo? Cosa fate in tale occasione?
«Può capitare e nemmeno tanto raramente, ma in parte lo capiamo: la gente è arrabbiata e delusa, troppe truffe mettono in ombra le iniziative pulite realmente finalizzate all'aiuto del prossimo perciò si diffida di tutto. Alle volte ci fermiamo a dare spiegazioni maggiori. Quello che ci spinge a farlo è che se si può anche solo in parte aiutare molte famiglie che nella nostra Italia - per mancanza di lavoro o per la difficoltà nel trovare un impiego - fanno fatica a giungere a fine mese possiamo ritenerci soddisfatti di noi stessi».
La cosa più bella che avete sentito?
«Si è avvicinata una signora che ci ha ringraziato per aver donato del tempo a chi realmente non ha avuto le nostre stesse fortune e ci ha sorriso felice, le brillavano gli occhi. Questo è bastato a ripagare tutta la fatica della giornata trascorsa. Vale molto di più di molte false parole dette dalle circostanze. Ha poi aggiunto: "La colletta avviene un solo giorno ma vive tutto l'anno perché in una sola giornata si condensa tutta la generosità di cui saranno fruitori moltissimi per un anno intero, per questo vi ringrazio"».
A sentir loro, sembra davvero un'esperienza che arricchisce molto. Si tratta di giovanissimi, studenti per la maggior parte e adulti che per ragioni diverse e in modi diversi si sono avvicinati a questa realtà e che dopo il primo anno continuano a reiterare il loro impegno sempre con maggiore determinazione e con un bel sorriso. Abbiamo chiesto perché fare il volontario e sorprendente è stata la prontezza della risposta: «Perché non farlo è la domanda giusta!». Questa frase sintetizza al meglio lo spirito che muove questa iniziativa nazionale che è senza dubbio - negli intenti di chi vi prende parte - degna di nota.